Crosetto: “Presto il primo ospedale da campo a Gaza, la tregua umanitaria è un primo picchetto”

10 Nov 2023 10:44 - di Elsa Corsini

L’Italia in prima linea sul fronte umanitario. “Oltre alla nave per portare aiuti sanitari, lo Stato maggiore su mio input sta studiando la collocazione di un ospedale da campo su terra. Inizialmente dell’esercito, ma che poi vedrà la collaborazione di tutte le forze armate. Vorrei poi che diventasse un ospedale internazionale. Stanno verificando dove metterlo”. Così il ministro Guido Crosetto dai microfoni di Radio24 sulla crisi mediorientale.

Gaza, Crosetto: presto un ospedale da campo

“L’idea è di metterlo vicino alla zona dove serve, vicino a Gaza. Se ci sarà l’ok anche dentro Striscia. Ad oggi non ci sono pregiudiziali verso un ospedale italiano”. Manifestazioni di antisemitismo? Il ministro della Difesa spegne il fuoco. ”Sono meno forti in Italia rispetto ad altri paesi europei. L’antisemitismo è presente nella nostra società. Ma sta emergendo che alcune manifestazioni non siano del tutto spontanee ma che abbiano dei registi. Utilizziamo il termine guerra ibrida, che si combatte con le fake news o altro”, dice Crosetto. “Pare che alcune manifestazioni in Francia non siano stati spinti da razzismo di alcuni gruppi ma da una cosa molto più scientifica fatta da altri”.

La tregua umanitaria è un primo picchetto

Crosetto sottolinea poi l’importanza delle quattro ore di tregua umanitaria. “Sono un primo picchetto piantato sulla parete rocciosa difficile, che dovremmo affrontare nei prossimi mesi. Coniugare l’intervento israeliano con il diritto internazionale che anche nella guerra impone delle regole. E la regola impone di evitare che ci siano vittime civili”.

Israele se non fa paura, muore

La reazione di Tel Aviv – sottolinea ancora il ministro – era scontata e necessaria. ”Israele è uno stato circondato da nemici, se fa paura sopravvive altrimenti muore. Ha dovuto reagire ma la comunità internazionale fin dal primo giorno ha chiesto che ”la reazione non deve portarti a passare dalla ragione al torto, alle vittime civili che non c’entrano nulla”. Il  titolare della Difesa esclude rischi immediati per Unifil (forza di interposizione) in Libano. ”Se ci fossero l’Onu avrebbe deciso di ritirarlo. Non c’è un pericolo percepito per Unifil, non è una forza percepita come nemica ma una forza di dialogo tra nemici”.

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