Don Patriciello: Caivano avrà un Natale di speranza, un anno fa non avevamo neppure le strade illuminate
Caivano, lo Stato c’è e continua a esserci. E i segni sono sotto gli occhi di chi quella realtà difficile la vive e di chi, da quella trincea, è abituato a combattere. Come Don Patriciello, il parroco anti-camorra di Caivano, che dopo aver ribadito a più riprese la svolta raggiunta grazie agli interventi dell’esecutivo in carica – e arrivata dopo anni di silenzi e di abbandono istituzionale da parte dei precedenti governi – torna a rilanciare il cambiamento in atto in quella terra.
Caivano, Don Patriciello: «Quest’anno sarà un Natale più aperto alla speranza»
Un territorio senza tetto né legge fino a poco fa, in cui, troppo a lungo, hanno germinato semi di violenza e di illegalità. E da dove, ad ogni nuovo intervento, il sacerdote in prima linea contro camorra e microcriminalità, anche oggi è tornato a sottolineare la differenza tra prima e dopo. Perché a Caivano la linea di demarcazione tra un prima e un dopo c’è ed è anche evidente. Un alinea di demarcazione segnata dalla diversità tra un’agire concreto, e il continuare a limitarsi a pontificare in nome di un buonismo d’accatto che non salva e non redime, perché solo una effettiva e risolutiva presenza dello Stato può cambiare le cose ed estirpare dalle radici malaffare e paura quotidiani.
«Se si pensa che lo scorso Natale non avevamo neanche le strade illuminate»
E allora, anche oggi, parlando con l’Adnkronos, Don Patriciello è tornato a dire: «Tante cose stanno avvenendo in questa terra. Sono convito che quest’anno sarà un Natale più aperto alla speranza degli altri anni. Se si pensa che lo scorso Natale non avevamo neanche le strade illuminate, che era tutto buio»… ricorda il sacerdote da Caivano, parlando del risanamento in corso oggi tra quei palazzoni popolari. In quei crocevia in cui, fino a poco tempo fa, disagio e violenza, paura e sopraffazione, degrado e abusi, si sono inestricabilmente intrecciati e sovrapposti con veemenza, nella più totale assenza di controlli e interventi.
Don Patriciello tra impegno e gratitudine
Oggi, invece, «qualche cosa di bello sta succedendo – rileva con soddisfazione e orgoglio Don Patriciello –. E di questo ringrazio Dio e coloro che si sono fatti carico di questa rinascita del quartiere», aggiunge quindi a stretto giro. Ed entrando nel merito di iniziative e ringraziamenti, il religioso conclude poi: «Questa mattina ho incontrato il sottosegretario Mantovano e mi ha detto che il “modello Caivano” deve essere esportato in tante altre periferie italiane».
«Tante cose stanno avvenendo in questa terra. Grazie a chi si è impegnato»
«Questo per me – ha quindi concluso il sacerdote in prima linea – è il dono più bello che mi viene fatto per questo Natale. Non abbiamo pensato solamente a noi, ma altre periferie in difficoltà, a sud e a nord d’Italia, potranno godere di questa nostra fatica. Ed è un regalo bellissimo. Voglio dire grazie a tutti coloro che si non fatti carico di questo impegno». Parole piene di gratitudine che allargano il cuore e estendono i confini della speranza.