Ecr in Irlanda: il valore della tradizione per un’agricoltura moderna
L’agricoltura come comparto produttivo di primaria importanza, ma anche come fattore di difesa ambientale e promozione culturale. È una visione globale del settore quella che è emersa nel corso dell’evento “Tradizione e innovazione: un futuro conservatore per gli agricoltori europei”, organizzato a Kilkenny, in Irlanda, dall’Ecr, nell’ambito dei fine settimana culturali che i Conservatori europei dedicano periodicamente all’approfondimento sui maggiori temi politici e di attualità. Fra i numerosi ospiti italiani ed europei, politici e tecnici (20 parlamentari da tutta Europa e 16 rappresentanze di diversi Stati), che hanno animato le articolate sessioni di lavoro, anche il Commissario Ue all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, e il ministro italiano, Francesco Lollobrigida, protagonisti di un’intervista a due voci, moderata dal segretario generale dell’Ecr e deputato di FdI, Antonio Giordano.
Giordano: “L’Europa deve essere vicina alle persone, non sopra le persone”
Dall’intervista è emersa la visione comune di Wojciechowski e Lollobrigida sulla necessità di difendere l’agricoltura e i suoi prodotti da assurde derive ideologiche che, dai diktat green a quelli di un malinteso salutismo, rischiano non solo di penalizzare il comparto, ma di provocare un effetto opposto a quello desiderato. La sfida, come spiegato da Giordano, è “capire come si può avere un’agricoltura più moderna, ma anche non soffocata da leggi troppo strette” e “un’Europa vicina alle persone e non, come succede spesso, un’Europa sopra le persone”.
Lollobrigida: “La desertificazione non tutela l’ambiente, lo peggiora”
“Durante questi anni abbiamo dovuto combattere in ogni sede per difendere un modello di cultura che passa per l’agricoltura, l’agroalimentare e la pesca da un’Europa che ha vissuto di alcune certezze dimenticando che il modello green passa per il miglioramento dell’ambiente. La desertificazione non tutela l’ambiente, lo peggiora”, ha ricordato Lollobrigida, tornando sul tema della funzione regolatrice dell’uomo e dell’agricoltura e ricordando che “negli ultimi 30 anni abbiamo perso il 30% delle aziende agricole e il 35% della marineria”.
L’alleanza per riconoscere all’agricoltura il ruolo di bio-regolatore
“Serve una alleanza col mondo produttivo, per questo presentiamo un documento, a cui ha già aderito l’Austria, che prefigura un mondo agricolo con funzioni di bio-regolatore. Un custode dell’ambiente e della biodiversità animale che tuttavia dovrà avere il coraggio di ridurre quegli animali, dal granchio blu ai cinghiali, che hanno superato il limite di presenza”. Sugli obiettivi della riduzione della chimica in campo, per Lollobrigida, “riduzione sì degli agrofarmaci, ma compatibilmente con gli obiettivi di produzione e di redditività. Accanto a questo servono investimenti in ricerca e l’Italia è all’avanguardia sulle tecnologie avanzate. Per lo sviluppo – ha sottolineato ancora il ministro – bisogna partire dalle soluzioni alternative e innovative e non dalle mere posizioni politiche. Se pensiamo di ridurre i nostri consumi di suolo, domani dovremmo acquistare derrate agricole da Paesi che non rispettano i vincoli e i parametri qualitativi che invece imponiamo ai nostri contadini”.
L’annuncio del ministro: “Dal 16 novembre l’Italia sarà la prima nazione libera da cibo sintetico”
Lollobrigida, quindi, auspicando un ripensamento dell’Irlanda sulle etichette che criminalizzano il vino, ha ricordato che “dal 16 novembre l’Italia sarà la prima nazione libera dal cibo sintetico”. Lunedì, infatti, alla Camera inizia la discussione sulle carni sintetiche con l’ultimo passaggio parlamentare della legge che “porterà all’approvazione definitiva della nostra norma che impedirà la produzione, l’importazione e la commercializzazione di prodotti realizzati in laboratorio”. “L’Italia ha scelto di essere la prima nazione libera da cibo sintetico e – ha sottolineato Lollobrigida – vuole essere di esempio su come si possa normare. Abbiamo scelto il principio di precauzione, ma ci sono anche altre ragioni che ci spingono a contrastare in maniera ferma la tutele dell’ambiente senza agricoltura. L’elemento della qualità del cibo è fondante, e non può essere d’accordo su una società divisa in due, con cibo di qualità prodotto solo per una elite di ricchi, nella convinzione – ha concluso il ministro – che tutti debbano essere in grado di mangiare bene”.
Wojciechowski: “La carne sintetica non è carne. Io difendo il prodotto naturale”
La “carne sintetica non è carne, il latte sintetico non è latte, io difendo il prodotto naturale e usare il nome del prodotto naturale per quello sintetico secondo me non è un passo nella giusta direzione”, ha detto anche Wojciechowski, spiegando che “la posizione della Commissione non è quella di ridurre la produzione di carne o gli allevamenti, basta guardare le misure a favore degli allevamenti nei piani strategici Pac, come per esempio il sostegno al benessere animale, cui dedichiamo oltre 6 miliardi di euro”. “Io proteggo molto fortemente i prodotti naturali, il sistema di etichettatura non dipende da me, ma cerco ci proteggere la tradizione”, ha concluso il Commissario Ue.