Filippo Turetta atterrato a Venezia: il macigno della premeditazione e quello scotch comprato a 3 giorni dal delitto

25 Nov 2023 12:03 - di Greta Paolucci
Filippo Turetta

Con mezz’ora di anticipo, è atterrato all’aeroporto di Venezia – dove gli sarà notificata dalla Polaria l’ordinanza di custodia cautelare in carcere – il Falcon 900 partito da Francoforte con a bordo Filippo Turetta. Ma le pratiche per l’estradizione non hanno fermato le indagini sul feroce omicidio di Giulia Cecchettin. E proprio nelle ultime ore è emerso l’ultimo, agghiacciante particolare: due o tre giorni prima della sera del delitto, il 22enne avrebbe acquistato online del nastro adesivo compatibile con il pezzo di scotch ritrovato nella zona industriale di Fossò, dove Giulia subì la seconda aggressione dall’ex. Il particolare, riportato da La Stampa, è stato confermato da fonti vicine all’inchiesta sull’omicidio della ragazza. Gli inquirenti sono al lavoro per valutare se contestare a Turetta l’aggravante della premeditazione e anche il reato di occultamento del cadavere.

Filippo Turetta atterrato a Venezia, le indagini proseguono: il quadro accusatorio potrebbe aggravarsi

Non solo lo scotch: oltre al nastro adesivo, coltelli e ricerche online potrebbero portare alla premeditazione come ulteriore imputazione per Filippo Turetta, accusato dell’omicidio volontario dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, aggravato dal vincolo del legame affettivo. Il quadro potrebbe veder cambiare il campo d’imputazione nei suoi confronti già prima dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Venezia Benedetta Vitolo. Il pm veneto Andrea Petroni potrebbe contestare, infatti, oltre l’omicidio e il sequestro di persona, anche l’occultamento di cadavere per aver caricato in auto la studentessa. Aver percorso oltre 100 chilometri. E quindi essersi sbarazzato del cadavere gettandola in un dirupo vicino al lago di Barcis.

Il pm veneto potrebbe contestare anche l’occultamento di cadavere. Destinato ad aumentare il numero delle aggravanti

Sul fronte dell’omicidio, invece, sembra destinato ad aumentare il numero delle aggravanti. Sarà l’autopsia – in calendario l’1 dicembre prossimo – a stabilire se la ventina di coltellate inflitte alla ragazza possano far scattare la crudeltà (non è il numero a determinare l’aggravante, ndr). Mentre bisognerà mettere in fila gli altri elementi fin qui raccolti dai carabinieri per capire se può essere contestata la premeditazione. Bisognerà capire se Filippo Turetta si è portato da casa i due coltelli sequestrati. Se l’acquisto online del nastro adesivo (fatto un paio di giorni prima dell’omicidio) avesse la finalità di coprire la bocca e impedire a Giulia di urlare. E se il 21enne abbia fatto ricerche internet per studiare il percorso di fuga (e consigli su come sopravvivere) di più di mille chilometri fino in Germania, dove poi, dopo una settimana di spostamenti e soste, è stato arrestato.

L’analisi dei cellulari e delle celle telefoniche

Non solo. Gli inquirenti sono al lavoro anche sui telefoni. Quello di Giulia Cecchettin risulta spento «alle 22.45 dell’11 novembre 2023», quando aggancia «la cella base di Marghera», compatibile con la sua presenza al centro commerciale Nave de Vero, dove cena con Filippo Turetta. È uno dei dettagli dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Venezia, Benedetta Vitolo. L’ultimo dato disponibile del numero Wind del 21enne, invece, è delle «ore 23.29» della stessa sera, quando aggancia la cella della «zona industriale, IV strada, del Comune di Fossò» dove la ragazza, ormai è dimostrato, è stata uccisa.

E quel «nastro adesivo usato da Filippo Turetta per non far gridare Giulia»

Ma è sul nastro adesivo che ora si concentrano le attenzioni degli investigatori. Quel nastro adesivo sequestrato dai carabinieri accanto alla vistosa traccia di sangue trovata nella zona industriale di Fossò, che è uno degli elementi presenti nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Venezia nei confronti del 22enne. Quello scotch che secondo la ricostruzione che il gip mette nero su bianco nell’ordinanza, Filippo Turetta ha «applicato probabilmente per impedire a Giulia di gridare». Per gli inquirenti la giovane, accoltellata nel parcheggio a 150 metri da casa, è stata poi costretta – «Giulia è stata privata della libertà di movimento», tanto che un testimone la sente urlare più volte – a restare accanto all’ex fidanzato nell’auto che si è diretta verso la zona industriale di Fossò, dove poi è stata uccisa.

Il gip: Contro Filippo Turetta indizi gravi e palese volontà di uccidere»

Insomma, quello che si è delineato è un «grave quadro indiziario» da cui emerge una volontà omicidiaria – scrive il gip in uno dei passaggi dell’ordinanza di custodia cautelare – «resa palese dalle modalità dell’aggressione». Un’aggressione «avvenuta a più riprese»: prima le coltellate nel parcheggio in Via Aldo Moro a Vigonovo, a circa 150 metri da casa, dove è stato trovato «un coltello da cucina, della lunghezza di 21 centimetri, privo del manico». Poi la rincorsa. La spinta. E la caduta di testa sull’asfalto della zona industriale di Fossò. Un orrore durato dalle 23.18 – quando un testimone la sente urlare nel parcheggio – a pochi minuti prima delle 23.50 quando Filippo, con il corpo senza vita dell’ex fidanzata, è già lungo la via Provinciale Nord da dove inizia la sua fuga finita in Germania. Un orrore che sembra aumentare il suo raggio d’azione e aggravare ulteriormente il quadro giudiziario in via di definizione.

Quei passaggi dell’ordinanza sull’«inaudita gravità e manifesta disumanità del fatto commesso»

Un orrore culminato nella morte di Giulia. L’ultima vittima di femminicidio, che si è spenta dopo una terribile agonia per dissanguamento dovuto alle coltellate inferte a più riprese. Fendenti sferrati al collo. Al volto. E alle braccia. Poi, per il colpo alla testa. Per il gip, allora, l’unica misura possibile è il carcere: «In ragione della pericolosità sociale dell’indagato. Evincibile dall’inaudita gravità e manifesta disumanità del fatto commesso ai danni della giovane donna, con cui aveva vissuto una relazione sentimentale».

 

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