Filippo Turetta, il papà di Giulia respinge l’ipotesi del raptus e del “vizio di mente”. Le ipotesi in campo
Il colloquio tra Filippo Turetta e i genitori, papà Nicola e mamma Elisabetta, non ci sarà per ora. L’incontro era stato autorizzato dalla procura di Venezia, ma la coppia – che deve fare i conti con un figlio che ha confessato di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin – ha preferito prendere altro tempo e far slittare un faccia a faccia ad alta intensità emotiva. Bisognerà preparare con il supporto psicologico il ragazzo, così come anche la madre e il padre – che hanno preso altro tempo – al primo incontro dietro le sbarre.
Omicidio Giulia Cecchettin, i genitori di Filippo Turetta non incontreranno il figlio in carcere
È quanto emerge da una comunicazione del difensore, l’avvocato Giovanni Caruso, alla direzione del carcere di Verona. Impossibile stabilire quanti giorni occorreranno ai genitori per varcare la soglia dell’istituto penitenziario di Montorio. Per oggi – da quanto apprende l’Adnkronos – lo studente universitario potrà incontrare per un colloquio l’avvocato, all’indomani dell’interrogatorio di garanzia in cui il 21enne ha ammesso di aver ucciso Giulia. Dunque, nonostante sia arrivato il via libera da parte del pm di Venezia Andrea Petroni, il giovane per ora non vedrà i genitori in carcere a Verona. Del resto, peraltro, il mercoledì – come sottolinea anche il Tgcom24 – non sarebbe comunque giorno di colloqui con i familiari per i detenuti nel reparto infermeria, dove si trova Turetta.
La coppia ha preso altro tempo prima di affrontare l’incontro
Nel frattempo, comunque, Turetta in carcere si mostra tranquillo: non ha fatto richieste particolari, e parla con il suo compagno di cella. Fuori, invece, in ambito investigativo – e non solo – si discute intorno alle ipotesi formulate dagli inquirenti e alle possibili strategie difensive. Sì, perché nonostante il difensore del giovane non abbia ancora annunciato ufficialmente la richiesta di una perizia psichiatrica, con la formula dell’incidente probatorio o la consulenza di parte, la possibilità di un ricorso alla formula del “vizio di mente” – riferisce sempre il Tgcom24 – «sarebbe emersa durante l’interrogatorio avvenuto in carcere a Verona dove il 22enne, che ha confessato l’omicidio, ha fatto intendere di essere stato colto da un “raptus”. Ma nessuno, a partire da Gino Cecchettin, crede a questa ipotesi».
Accuse e strategie difensive: la famiglia di Giulia Cecchettin non crede all’ipotesi del raptus e al “vizio di mente”
Né il papà di Giulia, ci crede. Né tanto meno gli avvocati di parte civile. Per la famiglia Cecchettin e i suoi legali, non si è trattato di un omicidio dettato dall’impeto del momento. E d’altro canto, l’ipotesi al vaglio della premeditazione e il disegno accusatorio fin qui tracciato sulla base di rilievi, riscontri e indizi raccolti, lo dimostrerebbe. L’aggressione e il ritrovamento di nastro adesivo – acquistato dal ragazzo prima dell’omicidio: l’ordine su un sito di ecommerce sarebbe avvenuto un paio di giorni prima dell’11 novembre, data dell’omicidio. Lo riporta l’Ansa, che ha sentito fonti vicine all’inchiesta giudiziaria –. Il ritrovamento del corpo di Giulia in un dirupo tra Piancavallo e Barcis, nascosto in una grotta con due sacchi neri. La fuga in Germania garantita dal contante che il ragazzo aveva portato con sé, sono tutti elementi che potrebbero indicare una pianificazione per cui ora gli inquirenti valutano l’ipotesi di una premeditazione che combacerebbe poco con la teoria di un raptus improvviso e del vizio di mente.
Il quadro accusatorio per Filippo Turetta potrebbe aggravarsi: premeditazione, stalking, occultamento di cadavere
Non solo: oltre al sequestro di persona e all’omicidio aggravato, Turetta potrebbe rispondere anche del reato di occultamento di cadavere. Di più. Al ragazzo potrebbero venir mosse anche altre contestazioni. I legali della famiglia Cecchettin hanno ipotizzato, oltre alla premeditazione, anche un’altra aggravante: lo stalking. «L’omicidio di Giulia è aggravato dallo stalking – ha dichiarato al Corriere della Sera Nicodemo Gentile –. Filippo Turetta ha dimostrato di essere un molestatore assillante: il suo comportamento, come sta emergendo da più elementi da noi già raccolti, è connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono “fame di possesso” verso Giulia. Filippo aveva messo in atto un assedio psicologico che aveva provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia. Un uso padronale del rapporto che ha spinto Turetta, prima a perpetrare reiterate azioni di molestie e controllo, anche tramite chiamate e messaggi incessanti. E poi, in ultimo, l’omicidio, al fine di gratificare la sua volontà persecutoria».
I funerali di Giulia Cecchettin la prossima settimana a Padova
Un quadro, quello accusatorio, che sembra aggravarsi ogni giorno di più. Intanto, mentre si avviano le prime fasi giudiziarie, si aspetta di capire quando si potrà fissare la data dei funerali di Giulia Cecchettin che, al momento, sembra di capire in base a quanto reso noto dall’avvocato della famiglia della studentessa 22enne, non si terranno sabato 2 dicembre, all’indomani dell’autopsia. Sarà papà Gino a decidere quando si svolgeranno le esequie – probabilmente lunedì o martedì – che si svolgeranno nella basilica di Santa Giustina a Padova, dove la ragazza studiava Ingegneria biomedica all’Università. E dove avrebbe dovuto discutere la sua tesi di laurea, che non è mai arrivata a discutere…