Fitch conferma il rating dell’Italia: governo promosso. Ma il debito sconta i danni del Superbonus

11 Nov 2023 9:03 - di Luciana Delli Colli
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L’agenzia Fitch ha confermato il rating BBB dell’Italia con un outlook stabile. Si tratta della seconda promozione per le politiche del governo dopo quella di fine ottobre di Standard&Poor’s. Alla base della decisione, è stato spiegato, vi sono l’economia ampia, diversificata e ad alto valore aggiunto dell’Italia, che però sconta ancora, emerge dal rapporto dell’agenzia, il peso di alcune scelte del passato, prima fra tutte il Superbonus. Impatta anche l’aumento del costo del denaro, stabilito dalla Bce, con le sue ricadute sul rendimento dei titoli di Stato.

Fitch conferma il rating dell’Italia e sottolinea la stabilità politica del governo

L’Outlook stabile riflette la stima di Fitch secondo cui il debito pubblico/Pil si stabilizzerà nei prossimi anni intorno al livello di fine 2022 e la considerazione che la stabilità della coalizione di governo “limita i rischi politici”.

La zavorra del superbonus e l’impatto dei rendimenti dei titoli di Stato

Al dinamismo dell’economia italiana si contrappongono però “fondamentali macroeconomici e fiscali deboli”, in particolare con “un debito pubblico molto elevato, una politica fiscale relativamente allentata dopo la pandemia, un potenziale di crescita economica contenuto e, più recentemente, rendimenti più elevati” dei titoli di Stato. Fitch sottolinea come “il significativo allentamento degli obiettivi fiscali ha indebolito il percorso di aggiustamento del disavanzo, con rischi associati di rendimenti più elevati sulle nuove emissioni di debito e di mancato rispetto delle norme fiscali dell’Ue”.

In particolare, nell’analisi in cui conferma il rating BBB per l’Italia, Fitch rialza la stima sul disavanzo dei conti pubblici al 5,2% del Pil per il 2023, dall’8,0% nel 2022, con una revisione al rialzo di 0,8 punti percentuali rispetto all’ultima stima di maggio. La revisione – si spiega – è dovuta all’impatto del Superbonus. L’agenzia ha anche aumentato di 1 punto percentuale le previsioni sul deficit per il 2024 portandole al 4,5%, spiegando che la legge di bilancio 2024 incorpora un pacchetto fiscale netto di 0,7 punti percentuali, di cui 0,5 punti derivanti da un taglio delle tasse sul lavoro. Fitch prevede che il deficit si ridurrà al 3,9% del Pil nel 2025.

La ripresa del Pil nel 2024 e l’accelerazione nel 2025

Il superbonus impatta anche sulle valutazioni comparative del Pil, che tengono conto della fine del suo effetto dopante. Fitch infatti prevede che la crescita del Pil italiano rallenterà allo 0,9% nel 2023, dal 3,7% nel 2022, a seguito della fine degli investimenti privati legati al Superbonus e a un rallentamento dei consumi privati. L’agenzia prevede però una ripresa della crescita del Pil, all’1,0% nel 2024 e all’1,3% nel 2025, aiutata da un’accelerazione della spesa legata al NextGenerationEU. Per quanto riguarda l’inflazione l’agenzia prevede che l’inflazione sia scesa a ottobre all’1,8% (con un’inflazione core più vischiosa al 4,2%) per raggiungere una media del 2,9% nel 2024 e del 2,1% nel 2025.

Un nuovo schiaffo a gufi e catastrofisti

La valutazione di Fitch rappresentava il secondo importante banco di prova per l’economia italiana, dopo quello di S&P. Ora si attende il rapporto di Moody’s, che dovrebbe arrivare venerdì, e che chiude la triade delle tre grandi agenzie di rating. Già in occasione della relazione di S&P gli analisti sottolinearono come la conferma del rating rappresentava un ottimo viatico in vista delle successive due tappe. Ora si aggiunge un’altra promozione che rappresenta l’ennesimo schiaffo per i gufi e catastrofisti.

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