Gaza, il Qatar: “Mai così vicini a un’intesa sugli ostaggi”. Conferme da Hamas e fonti israeliane

21 Nov 2023 13:59 - di Gigliola Bardi
ostaggi gaza

Sembrano farsi più concrete le possibilità di un accordo per la liberazione di un numero consistente di ostaggi imprigionati a Gaza, collegato alla possibilità di una tregua. Sia Hamas sia fonti israeliane hanno rilasciato dichiarazioni in questo senso. Le ipotesi sono state confermate anche dal Qatar, che svolge il ruolo di mediatore e che ha già contribuito ai colloqui che hanno portato al precedente rilascio di alcuni ostaggi. L’accordo “ancora non c’è”, ma “i negoziati sono nella fase conclusiva”, ha dichiarato in una conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed bin Mohammad al-Ansari, spiegando che siamo “al punto più vicino al raggiungimento” dell’intesa. “I dettagli dell’accordo verranno diffusi al momento opportuno, ha aggiunto al-Ansari, sottolineando che “siamo molto ottimisti, molto fiduciosi” sul buon esito dell’accordo. ”Ma – ha aggiunto – desideriamo anche che questa mediazione riesca a raggiungere una tregua umanitaria” nella Striscia di Gaza. Ieri anche Joe Biden aveva detto che “un accordo per il rilascio degli ostaggi sarà raggiunto presto”.

Hamas: “Donne e bambini israeliani in cambio di donne e bambini palestinesi”

Secondo quanto affermato dall’esponente di Hamas, Izzat el Reshiq, ad Al Jazeera “l’atteso accordo includerà il rilascio di donne e bambini israeliani tenuti in ostaggio in cambio del rilascio di bambini e donne palestinesi nelle prigioni dell’occupazione”. I dettagli dell’intesa, ha aggiunto il membro dell’organizzazione terroristica, verranno annunciati da funzionari del Qatar “nel giro di ore”. Insieme al rilascio degli ostaggi sarebbe prevista anche una tregua temporanea entro la quale fare arrivare aiuti alla Striscia di Gaza. Hamas ha riferito Khalil Al-Hayya, un altro membro dell’ufficio politico, sempre citato da Al Jazeera, avrebbe “già consegnato la sua risposta sull’accordo di tregua umanitaria all’Egitto e al Qatar”.

I media israeliani: “Accordo vicino, si definiscono i dettagli tecnici”

Fonti israeliane, citate dal Jerusalem Post, avrebbero riferito che le trattative vanno avanti e potrebbero avere esiti positivi sugli ostaggi. Le parti sono in contatto con il mediatore e si stanno discutendo i dettagli, ha detto ancora la fonte. Anche Channel 12 ha dato riscontri in questo senso, citando un funzionario israeliano di alto livello secondo il quale “siamo molto vicini a un accordo” che porti al rilascio di almeno 50 ostaggi e resterebbero da definire dettagli tecnici. Secondo Al Arabiya, che citato fonti proprie, Israele avrebbe chiesto del tempo per rispondere alla bozza finale sull’accordo. Secondo le stesse fonti “i punti in sospeso, comprese le modalità di consegna degli stessi, sono attualmente in fase di risoluzione”.

La contrarietà del ministro Itamar Ben Gvir: “Potrebbe provocare un disastro”

Sull’accordo, però, in Israele si registrano anche resistenze politiche. “Potrebbe provocare un disastro”, ha sostenuto il ministro israeliano per la Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, dicendosi “molto preoccupato”. “Ci tengono lontani dai dettagli e non ci viene detta la verità”, ha affermato, aggiungendo che “pare che Israele commetterà nuovamente un grave errore simile all’accordo Shalit”, che ha portato al rilascio del soldato israeliano nel 2011 in cambio di oltre un migliaio di prigionieri palestinesi.

I parenti degli ostaggi: “Ci crederemo solo quando riceveremo una telefonata delle autorità”

Sul tema della trattativa in corso l’agenzia di stampa Adnkronos ha sentito Yaniv Yaakov, zio del 12enne Yagil, apparso due settimane fa in un video della Jihad islamica palestinese che ne annunciava il rilascio imminente per questioni umanitarie dopo essere stato rapito dal Kibbutz Nir Oz lo scorso 7 ottobre. ”Solo quando avremo una telefonata da parte di una autorità, che sia il governo o l’esercito, che ci darà informazioni certe sui nostri cari in ostaggio, allora potremmo crederci. Troppe le notizie circolate e poi smentite dai fatti”, ha detto, chiarendo che ”siamo scottati”. ”Hanno detto che lo avrebbero rilasciato”, che la sua liberazione era ”imminente”, ha ricordato Yaniv, il cui figlio ”ha solo un anno in meno di Yagil ed è molto legato a lui, per lui è come un fratello maggiore”. Ma ad oggi Yagil, così come anche il fratello di 16 anni Or, il padre Yair e la compagna di lui Meirav Tal, sono ancora nelle mani dei rapitori.

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