Gaza, si tratta per una tregua in cambio della liberazione di 12 ostaggi. Hamas: vogliamo la guerra permanente

8 Nov 2023 19:08 - di Redazione
Gaza ostaggi

Sono in corso discussioni che potrebbero portare al rilascio di 12 ostaggi nelle mani di Hamas, la metà dei quali americani, in cambio di una pausa umanitaria di tre giorni. Lo ha riferito una fonte al corrente con i colloqui citata dalla Bbc.

La pausa, evidenzia la fonte, consentirebbe a Hamas di rilasciare gli ostaggi e all’Egitto di fornire aiuti umanitari sia al sud che al nord di Gaza. Il nodo riguarda la durata della pausa e la situazione nel nord, dove si registrano intensi combattimenti.

Il portavoce delle Brigate al-Qassam, l’ala militare di Hamas, Abu Obeida, in un videomessaggio, ha detto che “l’unica strada” per il rilascio degli ostaggi “è un accordo globale per lo scambio totale o parziale dei prigionieri”.

Hamas non sembra ben disposto verso un accordo di pace, anzi. Vuole ”uno stato di guerra permanente con Israele su tutti i confini” e spera che ”l’intero mondo arabo sia al nostro fianco”. Lo ha detto Taher El-Nounou, consigliere per i media di Hamas, al New York Times. Anche Khalil al-Hayya, esponente della dirigenza di Hamas, si è detto sulla stessa linea affermando che è necessario ”cambiare l’intera equazione e non solo avere uno scontro” con Israele. Dopo il massacro del 7 ottobre, ha detto al New York Times da Doha, Hamas è ”riuscito a rimettere sul tavolo la questione palestinese e ora nessuno è più tranquillo nella regione”.

Parlando della rappresaglia israeliana sulla Striscia di Gaza, al-Hayya ha detto che ”si sapeva che la reazione a questo grande atto sarebbe stata grande”. Ma, ha aggiunto, ”dovevamo far vedere alla gente che la causa palestinese non sarebbe morta”.

A sua volta Israele non ha fissato un limite di tempo per l’operazione di terra a Gaza. Lo ha sottolineato Benny Gantz, membro del gabinetto di guerra israeliano, nel corso di un punto stampa a Tel Aviv. “Sulla questione della durata dell’operazione – non ci sono limiti”, ha chiarito l’ex ministro della Difesa e capo dell’esercito, sottolineando che la guerra in corso è “per la nostra esistenza e per il sionismo, quindi non posso fornire una stima della durata di ogni fase della guerra e dei combattimenti che ne seguiranno. Non possiamo ritirarci dal nostro obiettivo strategico”.

Il secondo in comando di Hezbollah, lo sceicco Naim Qassem, ha affermato alla Bbc che l’uccisione di civili a Gaza da parte di Israele rischia di provocare una guerra più ampia in Medio Oriente. “Nella regione potrebbero verificarsi sviluppi molto gravi e molto pericolosi e nessuno sarà in grado di fermare le ripercussioni”, ha detto. “Il pericolo è reale”, ha aggiunto, “perché Israele sta aumentando la sua aggressione contro i civili e uccidendo sempre più donne e bambini. È possibile che questo continui e aumenti, senza portare un pericolo reale alla regione? Penso di no”.

 

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