Giulia Cecchettin, Nordio: “Faremo una guida per riconoscere i segnali spia di future violenze”

20 Nov 2023 9:58 - di Redazione
Nordio

«Da magistrato, di violenze e femminicidi ne ho visti tanti. Ma mai come quello di Giulia Cecchettin». Grande il turbamento del ministro Carlo Nordio. La vicenda della giovane terminata nel più agghiacciante dei modi ha ferito nel profondo l’opinione pubblica e non solo. Una “violenza inconcepibile, come afferma il premier Meloni”, ripete il titolare del dicastero della Giustizia, che sta preparando un’iniziativa. “Le leggi sono tutte utili, nessuna risolutiva. Misure sono state adottate dai governi precedenti e anche dal nostro. Sulla repressione noi abbiamo dato il segnale che lo Stato c’è”, dice al Corriere della Sera. “Ma la soluzione transita da una forma di rieducazione su questo tema”.

Giulia Cecchettin, Nordio: “Una guida contro i segnali spia di future violenze”

Rendere obbligatoria la formazione di magistrati e polizia giudiziaria non è sufficiente, risponde Nordio a domanda specifica. «Io ho trovato grande competenza. Più che formare gli agenti occorre formare le persone. Il mio ministero su questo prepara un’iniziativa». E spiega: “Come nella mafia esistono i reati spia, così nei femminicidi ci sono gli atteggiamenti spia: sintomi di un possibile aggravamento di violenza. Prepariamo un opuscolo, con una grafica molto comprensibile, da diffondere in scuole, social, posti di lavoro”.

Entra nel merito il ministro: “Ciò che ieri poteva sembrare galanteria, insistenza, messaggi social, può essere invece la spia di una futura violenza. E occorre informare anche i maschietti dei reati prefigurati e dei rischi che si corrono con certi comportamenti., Perché l’addensamento di questi reati mi fa pensare anche a una sorta di emulazione”, continua. Sui femminicidi, prosegue, “più che una legge organica serve un intervento organico. E una radicale rieducazione soprattutto di giovani e adolescenti, per renderli consapevoli dei loro doveri in particolare verso le coetanee”.

“Serve una legge, ma bisogna agire sui pregiudizi”

Secondo Nordio “l’aggressività di molti uomini deriva dalla sedimentazione millenaria del dominio maschile sulla donna, iniziato ai primordi della civiltà quando l’unico criterio di supremazia era la forza muscolare. Da lì la subalternità femminile nell’ambito militare, politico, culturale e sessuale. Solo negli ultimi decenni abbiamo preso atto della pari dignità di genere. Ma se la razionalità accetta questa situazione, il nostro codice genetico è difficile da rimodulare. Poiché le sue radici sono profonde, è su queste che dobbiamo incidere. Ecco perché occorre educare e informare, ascoltare i giovani ma anche dare risposte adeguate”. Una nuova legge- conclude- si può anche fare, e ben venga se serve almeno in questo settore a trovare un accordo con l’opposizione. Ma le leggi sfrondano i rami, solo l’educazione sradica i pregiudizi. E su quello bisogna agire”.

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