Grillo attacca Bongiorno, legale della ragazza che accusa suo figlio Ciro: fa comizietti. Nessuno si indigna
Dunque Beppe Grillo torna in tv mentre è in corso il processo a suo figlio Ciro e a due suoi amici per stupro di gruppo. E pensa bene di attaccare l’avvocato Giulia Bongiorno, che difende la vittima. «È un avvocato, presidente della commissione Giustizia, è una senatrice della Lega che fa comizietti davanti ai tribunali — dice il fondatore M5S — dove c’è una causa a porte chiuse… È inopportuno. Così si mischia tutto». Per fortuna che Fabio Fazio si rende conto dell’incredibile scivolone e lo stoppa: “E’ inopportuno anche parlarne”. “Ma no – fa Grillo – mica ne voglio parlare”. E intanto la sua freccia l’ha scoccata.
Ma ciò che indigna è che nessuno si indigna. C’è un altro figlio di un personaggio illustre, infatti, accusato di stupro (ma non ancora rinviato a giudizio). E solo perché il padre disse che lo aveva interrogato ed era certo della sua innocenza scoppiò una polemica durata settimane. Intervenne la stessa premier Giorgia Meloni per dire che lei è sempre dalla parte della vittima che denuncia. Sul figlio di Grillo, invece, sull’inopportuna difesa paterna non una parola. Qua la vittima è dimenticata. Qua si tollera l’attacco al suo avvocato, che è anche attacco politico.
Così come venne tollerato il video, vergognoso, in cui Grillo evocava il complotto e urlava “arrestate me” assolvendo il figlio e i suoi amici, citando un video in cui si vedeva – secondo Grillo senior – che Grillo jr e gli altri si divertivano “con il pisello in mano”. Anche all’epoca, l’indignazione fu timida, composta, silenziosa e imbarazzata. Due pesi e due misure, come sempre, da una sinistra ipocrita che a parole dice di difendere le donne e nei fatti le difende solo se è utile alla sua causa politica.