Hamas rilascia 12 ostaggi, ma sulla tregua pesa un tragico annuncio: i fratellini Kfir e Ariel e la mamma sono morti

29 Nov 2023 20:12 - di Lorenza Mariani
ostaggi Hamas

La Croce Rossa ha preso in consegna i dieci ostaggi “israeliani” per i quali era previsto per oggi il rilascio da parte di Hamas. Dunque, il Jerusalem Post e la tv egiziana Al Qahera News rilanciato la notizia dopo che il braccio armato di Hamas ha annunciato di aver rilasciato tra i prigionieri liberati oggi, due donne con la nazionalità russa e mentre la Cnn – citando una fonte israeliana e una a conoscenza della lista che è stata consegnata a Israele con i nomi – spera che almeno un cittadino americano sia tra i rilasciati di oggi. Si tratta del sesto gruppo di ostaggi in via di liberazione durante la tregua prolungata lunedì scorso. Tregua che, nelle prossime ore, dovrebbe terminare. Ma Netanyahu avverte: «Dopo il rientro delle persone sequestrate, torneremo a combattere».

Ostaggi, la Croce Rossa prende in consegna i 10 prigionieri rilasciati da Hamas

Già, la tregua: nelle ultime ore si sono rincorse voci e indiscrezioni su una sua possibile estensione. E in effetti sarebbero in corso sforzi diplomatici per allungare il periodo di cessate il fuoco. Secondo i termini dell’accordo, infatti, lo stop potrebbe arrivare fino a un totale di 10 giorni, compresi i primi quattro, se Hamas rilascerà almeno altri 10 ostaggi al giorno, mentre Israele libererà altri detenuti della sicurezza in un rapporto di tre prigionieri per ogni ostaggio. Intanto, però, mentre si tratta e si negozia su ostaggi e tregua, un comunicato delle Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas, gela il sangue e fredda il momento di sollievo che accompagna questo nuovo rilascio di prigionieri: tre ostaggi israeliani non potranno più tornare a casa. Sono morti, secondo Hamas, in un precedente raid israeliano sulla Striscia di Gaza.

Tragico annuncio di Hamas, il piccolo Kfir (10 mesi) e il fratellino Ariel di 4 anni e la loro madre sono morti

Secondo quanto riferito dal braccio armato di Hamas, allora, i due fratellini israeliani Kfir (10 mesi) e Ariel Bibas (4 anni) insieme alla madre Sherry Silverman Bibas, rapiti dal kibbutz Nir Oz durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre, e da allora ostaggi a Gaza, sarebbero «stati uccisi in un precedente bombardamento dell’esercito». Un tragico annuncio su cui – ribadendo che «Hamas continua a comportarsi in maniera crudele e inumana» – il portavoce militare Daniel Hagari ha reso noto che le forze armate israeliane stanno verificando attendibilità e fondatezza.

Israele vuole verificare la notizia della morte dei fratellini e della loro mamma

Una vicenda  che potrebbe pesare sui negoziati tra Israele e Hamas per estendere la tregua a Gaza. «La gente qui prende la notizia con trepidazione e vuole assicurarsi che sia confermata, perché in precedenza ci sono stati annunci di prigionieri uccisi, che poi si sono rivelati falsi», riporta Al Jazeera e rilancia l’Ansa. «Alcuni – afferma l’emittente qatariota – pensano che l’annuncio di Hamas possa essere un modo per spingere ad una proroga della tregua».

La morte dei due piccoli e della loro madre potrebbe pesare sui negoziati per la tregua

Intanto, mentre proseguono sforzi diplomatici e negoziazione, Israele respinge davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite gli appelli a un cessate il fuoco permanente a quasi due mesi dall’inizio delle ostilità. «Chiunque sostenga un cessate il fuoco, di fondo sostiene il continuo regno del terrore di Hamas a Gaza», ha detto l’ambasciatore israeliano all’Onu, Gilad Erdan, secondo il quale con il termine alle ostilità Israele non potrebbe proteggere i suoi cittadini.

L’ambasciatore Erdan: «Tutto potrebbe finire solo se Hamas consegnasse tutti gli ostaggi»

L’ambasciatore ritiene non si possa chiedere un cessate il fuoco e al contempo affermare di cercare una soluzione al conflitto. «Hamas ha dichiarato pubblicamente, lo avete visto tutti, che ripeterà il 7 ottobre fin quando Israele non esisterà più – ha affermato l’ambasciatore –. Come rispondereste e difendereste i vostri cittadini da una così chiara minaccia con un cessate il fuoco?». Per Erdan, allora, tutto potrebbe finire solo se Hamas consegnasse tutti gli ostaggi e tutte le persone coinvolte nell’attacco del 7 ottobre.

Ancora 159 ostaggi a Gaza, tra loro 4 minori e 15 stranieri

Nel frattempo, mentre il Qatar si dice comunque «ottimista» su un prolungamento della tregua. E gli Usa, con il segretario di Stato americano Antony Blinken alla ministeriale Nato a Bruxelles, dichiarano che faranno «il possibile per estendere la tregua a Gaza, in modo da permettere che gli ostaggi vengano liberati. E che gli aiuti umanitari arrivino alla popolazione della Striscia». Determinati comunque a «essere sicuri che il 7 ottobre non accada mai più», Israele ritiene ci siano ancora almeno 159 ostaggi nelle mani di Hamas e delle altre fazioni palestinesi nella Striscia di Gaza.

Il nodo che intreccia negoziati sulla tregua e trattativa sul rilascio degli ostaggi

Tra loro, si contano 146 israeliani (alcuni con doppia cittadinanza) e 15 stranieri. Quattro sono minori, quattro hanno 18-19 anni e 10 hanno più di 75 anni. Finora, invece, sono stati rilasciati 86 ostaggi: 66 dei quali israeliani. Sessanta israeliani (alcuni con doppia cittadinanza) sono stati liberati nel quadro dell’accordo con Hamas, insieme a 20 stranieri. Inoltre sono stati rilasciati quattro donne. Un cittadino russo-israeliano al di fuori dell’accordo con Israele. Mentre una soldatessa è stata tratta in salvo dalle Idf. Un’incognita che lega indissolubilmente la trattativa sulla tregua e i negoziati per il rilascio dei rapiti ancora nelle mani dei carcerieri palestinesi. Una incognita ancora tutta da risolvere.

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