Hamas rivendica l’attacco a Gerusalemme e chiama una “escalation della resistenza”
Hamas ha rivendicato la responsabilità dell’attentato a Gerusalemme, nel quale sono morte tre persone: il rabbino Elimelech Wasserman, 73 anni, Hanna Ifergan, 67 anni, e Liviya Dickman di 24 anni e incinta. In un messaggio riportato da al Jazeera Hamas ha dichiarato che “l’operazione” è una “risposta naturale ai crimini senza precedenti commessi dall’occupazione”, con riferimento all’attacco di Israele nella Striscia di Gaza e, secondo l’emittente, al trattamento dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. Il ministro della Sicurezza nazionale e leader del partito di estrema destra, Itamar Ben Gvir, ha parlato di rottura della tregua e criticato le scelte di Netanyahu. Al momento non si hanno notizie di una condivisione di questa posizione, mentre i negoziatori continuano a lavorare per una estensione del cessate il fuoco che stanotte è stato prolungato di 24 ore.
Hamas rivendica l’attacco a Gerusalemme e chiede una “escalation della resistenza”
Rivendicando l’attentato a Gerusalemme, secondo quanto riportato dal Times of Israel, Hamas ha anche chiesto una “escalation della resistenza”. “Gli eroi stanno mobilitando per vendicare il sangue dei martiri”, ha sostenuto Hamas, affermando che l’attacco è stato compiuto da due uomini armati del gruppo, i fratelli Murad (38 anni) e Ibrahim (30 anni) Nemer, di Sur Baher a Gerusalemme Est, definiti “martiri del jihad”. I due, che hanno ucciso le vittime esplodendo colpi di arma da fuoco contro una fermata dei bus e che erano già stati arrestati in passato per attività di terrorismo, sono stati a loro volta uccisi colpiti, secondo quanto ricostruito dalla polizia israeliana, da due soldati liberi dal servizio e da un civile armato.
Ben Gvir: “Hanno rotto la tregua. Dobbiamo fermare i patti col diavolo”
“Con una mano Hamas firma un cessate il fuoco, con l’altra manda terroristi a uccidere ebrei a Gerusalemme”, ha detto Itamar Ben Gvir, accusando il gruppo di aver rotto la tregua e criticando la politica del governo Netanyahu. “Questo non è un cessate il fuoco, ma un proseguimento dell’idea del contenimento (degli attacchi terroristici) e di concessioni che ci hanno portato persone uccise, che danno (al leader di Hamas a Gaza, Yahya) Sinwar la speranza di poter uscire da questo conflitto con la situazione in pugno”, ha insistito il ministro, in una dichiarazione diffusa dal suo partito Otzma Yehudit. “Dobbiamo fermare i patti con il diavolo e tornare immediatamente alla battaglia, con inusitata forza”, ha aggiunto Ben Gvir, che si era opposto al cessate il fuoco.
Mediatori al lavoro per la tregua: i paletti di Israele e gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas
Al momento, però, non ci sono altre dichiarazioni in questo senso e, anzi, da quanto emerge, i mediatori continuano a lavorare per una ulteriore estensione della tregua, che comunque per gli analisti non sarà più lunga di qualche giorno: il governo israeliano ha chiarito, infatti, di non essere disponibile a prolungarla oltre i 10 giorni complessivi, vale a dire oltre domenica. Dopodiché, Israele è determinato a riprendere la guerra dal momento che il suo obiettivo primario, la distruzione di Hamas, non è stato ancora raggiunto. Attualmente, secondo quanto dichiarato dal portavoce del governo israeliano, Eylon Levy, nelle mani di Hamas ci sono ancora 145 ostaggi, dei quali tre hanno meno di 18 anni e dieci più di 75. Finora sono stati rilasciati 102 ostaggi, tra cui 78 israeliani e 24 stranieri, ha affermato Levy.
Netanyahu: “Ho promesso di eliminare Hamas, nessuno riuscirà a fermarci”
”Abbiamo promesso, io ho promesso di eliminare Hamas. Niente e nessuno riuscirà a fermarci”, ha ribadito oggi Netanyahu in un incontro con il Segretario di Stato americano Antony Blinken a Gerusalemme. ”Continueremo la guerra fino a quando tutti gli obiettivi saranno raggiunti”, ha aggiunto il premier israeliano citato dall’emittente N12. ”Hamas cerca di ucciderci in ogni situazione, come dimostra anche l’attacco di oggi a Gerusalemme. Pertanto – ha sottolineato Netanyahu – continueremo ad agire con l’obiettivo di rimuovere Hamas dalla guida di Gaza e di liberare tutti gli ostaggi”.
Blinken al premier israeliano: “Imperativo tener conto delle esigenze umanitarie a Gaza”
Durante l’incontro con Netanyahu, Blinken, che ha ribadito al presidente Isaac Herzog il pieno sostegno Usa al “diritto di Israele di difendersi nel rispetto del diritto internazionale umanitario”, ha sottolineato la necessità di proteggere i civili nel sud di Gaza, dove molti sono fuggiti dopo che Israele ha iniziato ad attaccare il territorio. “Ha detto che è imperativo tenere conto delle esigenze umanitarie e di protezione civile nel sud di Gaza prima di qualsiasi operazione militare”, ha riferito attraverso una nota il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller, aggiungendo che Blinken “ha esortato Israele a prendere ogni misura possibile per evitare danni ai civili”. Dopo aver visto il premier israeliano, Blinken è ora a Ramallah per incontrare il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas.