I genitori di Filippo difendono la tesi del raptus per salvare il “bravo ragazzo” dall’ergastolo

22 Nov 2023 8:42 - di Redazione
genitori Turetta

I genitori di Filippo Turetta, Nicola e Elisabetta, appaiono sgomenti e devastati dalle notizie sul loro figlio. E in un’intervista al Corriere affermano di non darsi pace per quello che ha fatto il loro “bravo ragazzo”. “Mi sembra impossibile. Ma poi dicono dello scotch, del coltello, non so cosa pensare…forse voleva sequestrarla per non farle dare la tesi e poi la situazione è degenerata. Secondo noi, gli è scoppiata qualche vena in testa. Non c’è davvero una spiegazione”.

“Qualcosa nel suo cervello non ha più funzionato”

“Parlano di possesso, maschilismo, incapacità di accettare che lei fosse più brava di lui. Non è assolutamente niente di tutto questo. Io sono convinto che qualcosa nel suo cervello non abbia più funzionato” aggiunge il papà, l’unico tra i due che riesce davvero a parlare. “Proviamo un immenso dolore per la povera Giulia. Siamo vicini alla sua famiglia, siamo devastati per quello che è accaduto. Pensiamo in continuazione a lei. Ci fa male vederci additare come genitori inadeguati, come una famiglia simbolo del patriarcato” aggiunge il padre del 22enne.

“Dormiva con l’orsacchiotto pensando a Giulia”

Sui segnali di sofferenza del figlio il padre ha minimizzato: «Sì, soffriva. Ma continuavano a vedersi. I ragazzi a quell’età si lasciano, si mettono assieme. Lui, negli ultimi tempi, sembrava tranquillo. In questi giorni mi hanno detto che dovevo preoccuparmi se quando andava a letto abbracciava l’orsacchiotto pensando a Giulia. Io davvero non ho dato peso a questa cosa. Avrei dovuto?».

“Resta nostro figlio, noi siamo i suoi genitori”

Quando è stato fermato “secondo noi era in stato confusionale. Ha vagato senza una meta, non è tornato perché probabilmente aveva paura. Segno che non aveva un piano”. In attesa dell’udienza per decidere sulla consegna, “non ci hanno fatto ancora parlare con lui. Ci hanno detto che è molto provato. Se non lo riporteranno in Italia nei prossimi giorni, ci organizzeremo per andare noi in Germania. Resta nostro figlio. Cosa dobbiamo fare? Pagherà per quello che ha fatto. Noi siamo pur sempre i suoi genitori”.

Ad aspettarli a casa c’è un altro figlio. “Non è facile, soffre molto. Ieri sera era a tavola e ha sentito al telegiornale che ‘il killer’ era stato fermato in Germania. È dura sentir parlare così di un fratello. Filippo in casa non è mai stato un ragazzo violento. Siamo tutti sgomenti” conclude Nicola Turetta.

Il legale: valutiamo la perizia psichiatrica

L’intervista dei genitori sembra finalizzata a sostenere la tesi del raptus: qualcosa è scoppiato nel cervello di Filippo. Infatti il legale di Filippo già mette le mani avanti: “Una perizia psichiatrica può essere utile per verificare cosa sia successo. E’ molto presto per pensarci, però è ovvio che se ce ne sarà bisogno la faremo. È un aspetto che va indagato perché nessuno finora aveva avuto alcun sospetto su Filippo, decritto come un giovane dedito allo studio e allo sport, un ragazzo d’oro che aiutava gli altri”.

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