
Il lockdown ha accelerato il declino cognitivo degli over 50: lo studio inglese pubblicato su The Lancet
Nuove accuse dal mondo scientifico al lockdown. Il sistema imposto per combattere il Covid avrebbe infatti accelerato il declino cognitivo nella popolazione over 50. Lo sostiene uno studio dell’Università britannica di Exeter, intitolato “Project” e pubblicato su The Lancet. Ne ha dato notizia il Messaggero specificando che tale declino ha subìto un’accelerazione maggiore in chi aveva già manifestato alcuni sintomi della malattia.
Stando ai risultati della nuova ricerca, il declino cognitivo sembra essere stato esacerbato da diversi fattori durante la pandemia, tra cui un aumento della solitudine e della depressione, una diminuzione della pratica di esercizio fisico e un aumento del consumo di alcol.
«I nostri risultati suggeriscono che i lockdown e le altre restrizioni che abbiamo vissuto durante la pandemia hanno avuto un impatto duraturo sulla salute del cervello delle persone di 50 anni o più, anche dopo la fine degli interventi di distanziamento sociale», afferma la responsabile dello studio, Anne Corbett. «I nostri risultati – aggiunge – mettono anche in evidenza la necessità che i responsabili delle politiche considerino gli impatti a lungo termine sulla salute delle restrizioni come i lockdown durante la pianificazione di una risposta a una futura eventuale pandemia».
Anche in Italia diversi studi hanno confermato la tendenza a un peggioramento del decadimento cognitivo negli anziani predisposti durante il lockdown. Parlando degli effetti dell’isolamento sulla popolazione anziana la prof.ssa Alessandra Graziottin dell’ospedale San Raffaele di Milano aveva già commentato gli effetti delle rigide restrizioni.
“Il lockdown – spiegava – è stato una piovra maligna dai molti tentacoli, che ne hanno potenziato l’aggressività e la lesività. Accanto alla solitudine, un altro fattore pernicioso è stato l’inattività fisica. Ha causato un aumento di infiammazione sistemica, una maggiore ricerca di cibi-rifugio (“comfort food”), dolci in primis, con aumento di peso (ben il 48,6% degli italiani è ingrassato), comparsa o peggioramento di diabete, malattie cardiovascolari, e neuroinfiammazione, con maggiore vulnerabilità a disturbi del sonno, depressione, deterioramento cognitivo. E maggior rischio di osteoporosi e fratture da caduta, altra pandemia occulta di cui parleremo presto”.