Crosetto: “Pronti a ogni scenario, ma dobbiamo essere ottimisti: lavoriamo per la pace”
Difendere la pace, ma essere pronti a ogni scenario. Sono rispettivamente il “compito primario” e l’obbligo delle Forze armate, ribaditi dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel corso delle celebrazioni per il 4 novembre a Cagliari, alla presenza tra gli altri del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dei vertici militari. “Il compito primario delle Forze armate è la difesa della pace, in Patria e all’estero”, ha ricordato Crosetto, sottolineando che questo compito è “diventato, ora, ancora più impegnativo e complesso”. “Vi è una sfida cruciale da vincere: impedire che quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza scateni una nuova Lepanto, una nuova, assurda, guerra di civiltà religiosa, politica, ideologica, tra cristianesimo e Islam, tra Occidente e Oriente, Europa e Stati arabi”.
L’impegno per evitare che Gaza diventi “una nuova Lepanto”
“Lo scontro deve rimanere tra Israele che è stato aggredito da un’organizzazione terroristica e che in questo momento sta combattendo una guerra per la sua sopravvivenza”, ha proseguito il ministro, ricordando che “abbiamo invitato Israele a rispettare le regole che devono contraddistinguere i Paesi democratici. Abbiamo ricordato una cosa che sempre vale per le forze armate e militari: i civili devono essere lasciati al di fuori della guerra”. Un impegno che da subito ha visto l’Italia in prima linea, “dando segnali diversi dalla guerra”.
Crosetto: “Quando c’è una guerra, bisogna che qualcuno parli di pace”. L’Italia lo sta facendo
“Stiamo portando aiuti umanitari, stiamo portando medicinali, stiamo attrezzando un ospedale su una nave e lo porteremo là per curare i civili che sono le vittime inermi di questa guerra. Stiamo pensando a costruire un ospedale sulla terra e siamo la prima Nazione che è partita in questo senso e ho invitato tutte le altre Nazioni a venirci dietro”, ha ricordato quindi Crosetto parlando coi cronisti. “Quando c’è una guerra – ha avvertito – bisogna che qualcuno parli di pace. Noi, dando un segnale a Gaza con gli aiuti umanitari, diamo un segnale che non vogliamo uno scontro tra Islam e Occidente, tra Paesi arabi e Occidente”.
L’obbligo per la Difesa di “prepararsi a tutti gli scenari”
Epperò, ha precisato ancora il ministro rispondendo a una domanda sul rischio di un’escalation che coinvolga anche l’Europa, “la Difesa deve prepararsi a tutti gli scenari”. “Molto spesso nella nostra vita evitiamo di pensare agli scenari peggiori. Nella nostra vita privata, magari per non deprimerci, va bene. Ma quando fai il ministro della Difesa, quando ti occupi della sicurezza di una Nazione, tu devi pensare a qualunque scenario possa trovarsi davanti a te e lavorare per fermare o evitare che arrivi quello peggiore”.
La “comunità d’intenti” tra Occidente e Paesi arabi per evitare l’escalation
“L’escalation adesso stiamo facendo di tutto per evitarla, non soltanto l’Italia, ma tutto il mondo. Io – ha chiarito Crosetto – non ho mai visto una tale comunità d’intenti tra l’Occidente e i Paesi arabi. Gli Stati Uniti sono quelli che si stanno muovendo più di tutti per la pace e anche la visita di Blinken a Netanyahu è stato un chiaro segnale. Così come ho visto muoversi Paesi arabi che tra di loro magari non si parlavano da anni: tutti per cercare di fermare questa escalation. Se si può essere ottimisti – ha quindi concluso il ministro – proviamo a esserlo”.