La manovra del governo è positiva e razionale: può agganciare i timidi segnali di ripresa dell’economia
La manovra finanziaria varata dal governo Meloni è certamente positiva, razionale, realistica. Nessuno ha mai immaginato che potessero esserci spazi per interventi più incisivi. Siamo non solo nel bel mezzo di una fragile congiuntura economica, ma anche reduci da una galoppata inflattiva e da una pesante politica dei tassi BCE che, pur con le buone intenzioni di contrastare l’inflazione, ha avuto riverberi pesanti sulla nostra economia.
L’Europa tarda a distinguere il “debito buono”, per citare Draghi, da quello non sostenibile e questo riduce gli spazi di manovra.
Tuttavia, la maggioranza è intervenuta sui ceti più deboli e sul cuneo fiscale per garantire la tenuta del potere d’acquisto ai redditi medio-bassi.
L’inflazione sta calando e lo vediamo dal costo della benzina. In questo senso, sarà fondamentale monitorare il costo complessivo dell’energia. L’Italia si appresta ad approvare la costruzione del rigassificatore di Gioia Tauro che potrà garantire un grande apporto in termini di autosufficienza energetica e questo ha contribuito a ridurre al minimo la dipendenza dal gas russo.
L’anno che si chiude fa registrare un balzo evidente del mercato finanziario e il primo semestre è stato veramente di grande impatto.
La BCE dovrebbe inaugurare una stagione di diminuzione dei tassi di interesse, in grado di determinare effetti positivi sull’economia .
Governare nel mezzo di due guerre, che interessano peraltro aree che hanno diretta influenza su gas e petrolio, non è certo facile. Considerando anche che la Germania, motore storico dell’Europa, è in recessione. Ci sono segnali importanti che bisogna sapere cogliere. E per questo l’Italia va promossa.
*economista