La Russa: “L’allarme di Crosetto sulla magistratura? In passato è intervenuta a gamba tesa”
«Crosetto avrà più notizie di me, per quello che so, registro il suo allarme»: il presidente del Senato, Ignazio La Russa non elude il tema del giorno. Rispondendo a una domanda di un giornalista sulle parole del ministro Guido Crosetto sulla magistratura, scandisce che, se l’allarme di Crosetto «è teorico, e se riguarda il passato e la storia, lo condivido e lo capisco» visto che «la magistratura qualche volta è entrata a gamba tesa. Guardo ai magistrati che volevano fare politica a colpi di sentenze e capisco quello che dice». Allo stesso tempo, puntualizza il presidente del Senato, «se guardo al presente non ho elementi per aiutare».
Il paradosso di Russa: “La Schlein è la miglior alleata all’opposizione”
Le domande dei cronisti spaziano a tutto a campo e La Russa, ospite di Italia Direzione Nord-Riflessioni sulla Leadership, presso la Fondazione Stelline di Milano, non si sottrae. A cominciare dal suo ruolo istituzionale. In questa legislatura, in Senato, «al di là del teatro – ricorda La Russa citando la verità dei numeri – il 90% delle riunioni dei presidenti dei gruppi che avvengono almeno una, o spesso due volte a settimana, si è conclusa con l’unanimità. Questo vuol dire che sia la maggioranza che l’opposizione hanno dimostrato capacità di mediazione. La voce delle opposizioni è più forte in decibel». E proprio sull’opposizione al governo, non manca un’osservazione sulla leader del Pd. «Sicuramente il nostro migliore alleato all’opposizione è Elly Schlein», precisa La Russa senza ironia. Argomentando il senso di questa affermazione. La Schlein, infatti, «involontariamente avvicina a un bipolarismo di idee che noi abbiamo sempre voluto. La Schlein, piaccia o non piaccia, ha delle idee, secondo me non condivisibili, ma abbastanza nette».
“Sull’elezione diretta del premier da 50 anni erano tutti d’accordo”
Non manca una considerazione sulla riforma del premierato, definita dal presidente del Senato la «scelta meno invasiva, conservando il diritto degli elettori di esprimere direttamente il capo di chi governa». Quindi, aggiunge La Russa, «credo sia un accorgimento prudente e rispettoso della varie anime della maggioranza e anche dell’opposizione». Per poi tracciarne una definizione sintetica: «Trovo questa riforma, per chi vuole l’elezione diretta, estremamente prudente, ma efficace». Agli smemorati di sinistra, La Russa rammenta: «D’Alema era capo della bicamerale che voleva il presidenzialismo, poi «tatticamente si possono prendere altre linee», ma sull’elezione diretta «quasi tutti sono stati d’accordo negli ultimi 50 anni e Meloni ha fatto la scelta meno invasiva».
Per poi rivendicare la sua più grande soddisfazione da quando è presidente del Senato. «Faccio politica da una vita ma il mio più grande successo è aver messo d’accordo Matteo Renzi e Carlo Calenda».