L’accordo Italia-Albania fa venire una crisi isterica alla sinistra che strepita: “Aiuto, è la Guantanamo italiana”

6 Nov 2023 19:17 - di Francesco Severini

L’accordo tra Italia e Albania per creare due centri di ricovero per i migranti salvati in mare ha fatto perdere la testa alla sinistra. Una sinistra che, è bene ricordarlo, lamenta il fatto che il governo non abbia fermato gli arrivi illegali ma poi si straccia le vesti per qualunque soluzione adottata. Insomma la solita piagnucolosa sinistra di sempre. Sono quelli dell’accoglienza indiscriminata. E non recedono da tale posizione. Il caos degli arrivi a loro sta benissimo. Non hanno alcuna intenzione di cambiare registro.

Dove sorgeranno le due strutture previste dall’accordo Italia-Albania

Perché se no infuriarsi così per l’intesa tra il governo italiano e quello di Edi Rama che peraltro è anche un socialista? Le strutture di cui si parla nell’accordo sorgeranno «nel porto di Shengjin (lo scalo marittimo situato a nord dell’Albania) e ci si occuperà delle procedure di sbarco e identificazione, mentre in un’altra area più interna si realizzerà un’altra struttura sul modello dei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr)», come ha spiegato Giorgia Meloni, aggiungendo che le forze di polizia albanesi coopereranno per garantire «la sicurezza e la sorveglianza esterna delle strutture». Quando tutto funzionerà a pieno regime le strutture in Albania potranno gestire fino a 36mila arrivi (esclusi donne, bambini e soggetti fragili).

Accordo Italia-Albania: è l’attuazione della “dottrina Meloni”

“Un accordo storico quello annunciato oggi dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni con il primo ministro dell’Albania Edi Rama – commentano i due capigruppo di FdI, Tommaso Foti e Lucio Malan –  che segna un passaggio fondamentale nel contrasto all’immigrazione clandestina. Per la prima volta, infatti, l’Italia realizzerà in un Paese straniero dei centri per l’identificazione e l’accoglienza dei migranti. E’ l’attuazione della ‘dottrina Meloni’ sulla gestione dei flussi e cioè non un’accoglienza indiscriminata ma soltanto nei confronti di chi davvero ne ha diritto; stabilire una collaborazione tra Nazioni, evitando quindi di lasciare gli Stati da soli a reggere il peso delle ondate migratorie; impedire le partenze dei migranti che da sempre rappresentano una ricchissima fonte di guadagno per i trafficanti di uomini e la ragione delle tantissime tragedie in mare di cui finora siamo stati testimoni.

“E’ un altro successo sul piano internazionale – concludono i due – del nostro presidente del Consiglio, del ruolo sempre più strategico che in questo anno si è conquistata l’Italia e che ha permesso di giungere a questo storico accordo. Siamo certi che questo sarà da esempio e punto di riferimento per gli altri Paesi e per l’Unione europea stessa”.

Crisi isterica a sinistra

Dal Pd arrivano come al solito solo critiche e nessuna proposta concreta: “L’accordo che il Governo Meloni ha raggiunto con il governo albanese sembra configurarsi come un pericoloso pasticcio, parecchio ambiguo. Se infatti si è, come sembra, di fronte a richiedenti asilo, appare assolutamente inimmaginabile compiere con personale italiano e senza esborso di risorse, come annunciato, le procedure di verifica delle domande d’asilo”. Lo dice Pierfrancesco Majorino. Perché impossibile? Non lo spiega.

Quindi arriva Riccardo Magi (+Europa) che deve avere avuto quasi un travaso di bile all’annuncio dell’accordo: “Praticamente – sentenzia – si crea una sorta di Guantanamo italiana, al di fuori di ogni standard internazionale”.

Peggio di lui fa solo il verde Angelo Bonelli: “Quello che il governo ha definito come un ‘importantissimo protocollo di intesa’ non è altro che una politica di respingimento mascherata da cooperazione internazionale”.

Il ministro degli esteri Antonio Tajani riassume su X l’intento del governo: “L’accordo firmato con l’Albania rafforza il nostro ruolo da protagonista in Europa ed apre nuove strade di collaborazione nell’Adriatico. Contrasto all’immigrazione irregolare e bloccare la tratta di esseri umani. Queste le priorità della nostra politica estera”.

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