Landini bifronte: predica il salario minimo e sigla contratti a 5 euro. Lavoratori truffati lasciati soli
Maurizio Landini come Giano bifronte. Il leader della Cgil chiama la piazza contro il governo a difesa degli ultimi, straparla di salario minimo ma in privato si comporta peggio del peggiore ‘padrone’. Chiude contratti a 5 euro l’ora e non risparmia licenziamenti in casa propria. Oppure, come nella causa dei lavoratori truffati dall’Inca-Cgil all’estero, si rifiuta di pagare i riscarcimenti con buona pace della retorica operaista grondante sudore e lavoro.
Landini parla di salario minimo e chiude contratti a 5 euro
I dettagli del ‘pasticciaccio svizzero’ sono rivelati dal Giornale. Premessa: l’Inca è il patronato del sindacato rosso, una macchina da soldi su cui Fratelli d’Italia vuole vederci chiaro, come risulta da un’interrogazione al ministro del Lavoro Marina Calderone. Il fattaccio riguarda la sede Inca-Cigl di Zurigo. “Tra il 2001 e 2009 – ricorda il quotidiano – va in scena una gigantesca truffa ai danni di 400 pensionati. Antonio Giacchetta, responsabile della sede Inca-Cgil della città elvetica, gestisce le prestazioni previdenziali di 480 italiani, quasi 35 milioni di franchi svizzeri. Quei soldi finiscono in buona parte sui conti privati di Giacchetta. Che è stato arrestato e condannato in primo e secondo grado alla pena definitiva di sette anni e tre mesi”.
Inca-Cigl: la truffa svizzera ai danni dei lavoratori
Ma il seguito è ancora peggio: di risarcimento per i pensionati truffati, tutti rigorosamente iscritti al sindacato, non se ne parla. Susanna Camusso, all’epoca segretaria della Cgil, e Landini negano il legame con l’attività all’estero svolta dai patronati Inca. Uno dei lavoratori truffati, Cosimo Covello, avanza per vie legali la richiesta di risarcimento. In primo grado il pensionato ha incassato un verdetto favorevole con la condanna dell’Inca-Cgil a pagare 348.797,88. Il sindacato dei lavoratori però, quello che a giorni alterni attacca il governo sovranista ‘affamatore’, ricorre in Appello sollevando un difetto di giurisdizione tra Italia e estero. Proprio così: “Il patronato Inca di Zurigo avrebbe operato come associazione autonoma non collegata all’Inca italiana”.
Il sindacato rosso si oppone al risarcimento
Landini bifronte, non solo non muove un dito a difesa dei lavoratori truffati con in tasca la tessera della Ggil, ma si rifiuta di risarcirli. Non si contano storie e aneddoti che fotografano l’indifferenza dell’ex leader della Fiom alla causa dei lavoratori. “I sindacalisti si sono comportati come i padroni. Vedova con i figli ancora a casa a me hanno tolto l’ossigeno” è lo sfogo di Adriana Petronzi al Giornale. Licenziata (insieme ad altre 5 persone) nel 2021 è stata esclusa dal direttivo dopo vent’anni di Cgil, a soli tre anni di distanza dalla pensione. Ma non è l’unica: Iginia Roberti, 56 anni anni, è stata sfrattata dalla Fillea Cgil di Taranto dopo 35 anni di lavoro. Divorziata, un fratello cerebroleso e una mamma con l’Alzheimer, ha provato a scrivere a Landini. Senza ricevere sostengo né risposta.