No alla carne sintetica, il “Secolo” intervista il ministro Schillaci: “Puntare sulla dieta mediterranea”
Con 159 voti a favore, 53 contrari e 34 astenuti la Camera ha approvato in via definitiva la legge che vieta la produzione e l’immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché la denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali. Ne parliamo con il ministro della Salute Orazio Schillaci.
Ministro Schillaci con l’approvazione della legge sulla carne coltivata che segnale diamo agli italiani?
“Diamo un segnale di grande attenzione alla salute attraverso un provvedimento che si fonda sul principio di precauzione. La carne coltivata, o quello che viene definito ‘cibo sintetico’, a oggi non ha una storia alimentare né evidenze scientifiche riguardo all’impatto sulla salute. E’ nostro dovere assicurare la massima trasparenza e informazione ai cittadini e soprattutto promuovere un modello alimentare che resti ancorato alla nostra dieta tradizionale. Oggi si celebra l’anniversario dell’iscrizione della dieta mediterranea nel patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Troppo spesso dimentichiamo che gli italiani hanno la fortuna di disporre di tutti i nutrienti della dieta mediterranea. Eppure solo una parte minoritaria della popolazione adotta questo modello alimentare che ha un impatto positivo sulla salute”.
Quali sono i benefici della dieta mediterranea?
“Molti studi dimostrano che la dieta mediterranea è associata alla riduzione della mortalità complessiva e della mortalità per patologia cardiovascolare (-9%), per tumore (-6%), malattie di Parkinson (-13%) e Alzheimer (-13%). Aiuta a contrastare l’insorgenza di malattie cardio-vascolari, di diabete di tipo 2, delle malattie neuro-degenerative e anche di numerose neoplasie. Ma seguire la dieta mediterranea ha anche ricadute positive sull’ambiente perché correlata all’uso di materie prime legate al territorio, provenienti da coltivazioni e colture a basso impatto, basate sul rispetto dei cicli della natura. In questo modo, si riduce l’impronta ambientale dei sistemi alimentari e si contribuisce a salvaguardare la biodiversità vegetale e animale. Una sostenibilità ambientale, dunque, ma anche economica”.
La dieta mediterranea aiuta a ‘risparmiare’?
“Esattamente. Dobbiamo considerare il contesto demografico ed epidemiologico della nostra Nazione: una popolazione particolarmente longeva, con un’elevata percentuale di over 65 che è destinata ad aumentare. L’invecchiamento porta con sé un incremento dell’incidenza di malattie croniche non trasmissibili e per questo è importante agire sulla prevenzione. Prevenire malattie croniche non trasmissibili attraverso la dieta mediterranea, intesa come corretto stile di vita, si traduce in un’importante riduzione della spesa sanitaria per la cura e le terapie di queste patologie e della disabilità che spesso ne deriva. Ecco perché il nostro impegno è fortemente orientato a promuovere e consolidare il modello tradizionale di dieta mediterranea che assicura meno malati in futuro e più sostenibilità. E’ importante che i cittadini accrescano questa consapevolezza consumando i prodotti di qualità del nostro territorio e rafforzando una tradizione alimentare che è parte della nostra cultura”.