Pensioni, Meloni: “Nessuna penalizzazione, non solo per il comparto Sanità. Stiamo facendo il massimo”
Il governo rivedrà la norma che nella legge di bilancio taglia le aliquote di rendimento delle pensioni di diverse categorie di dipendenti pubblici: medici, infermieri, dipendenti di enti locali, maestri d’asilo e ufficiali giudiziari. È quanto emerso dall’incontro tra governo e sindacati a palazzo Chigi, durato oltre tre ore, che avevano contestato l’articolo 33 della manovra. Il governo è al lavoro per fare il massimo.
Meloni ai sindacati: “Nessuna penalizzazione, non solo per il comparto Sanità”
In particolare, il premier ha assicurato: “Stiamo lavorando per modificare la misura nel migliore dei modi, garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi si ritira con la pensione di vecchiaia; e garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi raggiunge al 31.12.2023 i requisiti attualmente previsti. Questo per tutti, non solo per il comparto sanità. Per il comparto sanità si sta valutando un ulteriore meccanismo di tutela in modo da ridurre la penalizzazione all’approssimarsi all’età della pensione di vecchiaia. Faremo del nostro meglio per risolvere e correggere”, ha detto con riferimento alle polemiche sulla pensione dei medici.
Pensioni, Meloni: fare il possibile per non scaricare i costi sui giovani”
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha tenuto a focalizzare un altro punto fondamentale: ossia, che se non si aumenta la base contributiva, si può fare poco. Il senso del ragionamento della premier -secondo quanto apprende l’Adnkronos da fonti sindacali- sarebbe il seguente: comprendo i diritti acquisiti su alcune pensioni che vengono calcolate in un certo modo. Ma dobbiamo stare attenti, perché se si assicurano delle condizioni troppo vantaggiose scarichiamo i costi sulle future generazioni. Il premier ha insistito proprio su questa sua preoccupazione. Ha definito un “problema enorme quello della pensione dei giovani”. E ha ricordato la norma “giusta” prevista in manovra a favore delle generazioni più giovani. “Il gioco di scaricare tutto il costo delle pensioni sulle generazioni che arrivano dopo non lo abbiamo fatto noi -ha spiegato-. Certo, è più redditizio sul piano del consenso occuparsi di chi è qui e ora, ma il costo è stato scaricato su chi non si poteva difendere e non era consapevole di quello che stava accadendo”.
“Oltre 500mila posti di lavoro in un anno”
Sul tema della precarietà, Meloni ha sottolineato che “tutte le misure adottate sono state concentrate sui contratti a tempo indeterminato. Nell’ultimo anno abbiamo avuto oltre 500mila nuovi posti di lavoro e 443mila di questi sono contratti a tempo indeterminato. Questo è il risultato del lavoro fatto in questo anno”. Inoltre, Meloni si è detta d’accordo sul tema della partecipazione dei lavoratori. “Secondo me è una grande questione e sono assolutamente aperta e disponibile a lavorarci. È una materia che considero chiave di volta nel sistema economico italiano”.
Mezzogiorno “Zona economica speciale”
Non solo manovra. Una cospicua parte della riunione è stata occupata dalla discussione sul Pnrr. E in particolare sulla revisione del Piano approvata dalla Commissione europea. A giorni dovrebbe arrivare l’ultima rata, ha confermato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Anche il Sud sul tavolo del colloquio: Meloni avrebbe parlato della possibilità che l’intero Mezzogiorno venga dichiarato ‘Zona economica speciale’. Al termine dell’incontro il presidente del Consiglio ha ringraziato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali per il confronto “franco e costruttivo”. E ha sottolineasto con franchezza le questioni sulle quali il governo si trova d’accordo con i sindacati a partire dal cuneo fiscale.
“Il governo ce la stamettendo tutta”
“Sarebbe bello -avrebbe sottolineato il premier- rendere la misura strutturale, ma diventa difficile in questo preciso contesto; quando non sappiamo ancora quali saranno le regole con le quali operiamo nei prossimi anni. Credo si possa riconoscere che il governo ce la sta mettendo tutta per arrivare a un nuovo patto stabilità e di crescita. Che sia sostenibile e orientato più alla crescita che non alla stabilità: l’unico modo per garantire stabilità è favorire la crescita, ma in questo momento diventa difficile fare scelte che ci impegnano per gli anni a venire. Ma ovviamente io sono d’accordo” a rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale.