Salta un altro beniamino del Pd: si dimette Costa, premier del Portogallo. È indagato per corruzione

7 Nov 2023 17:53 - di Laura Ferrari

Antonino Costa, premier socialista del Portogallo, ha confermato di aver presentato le sue dimissioni al presidente Marcelo Rebelo de Sousa, dopo essere stato coinvolto in uno scandalo di corruzione. “La dignità delle funzioni di primo ministro non è compatibile con sospetti sulla propria integrità”, ha affermato Costa, sottolineando di non volersi ricandidare.

Il premier socialista che, nel gennaio 2022, dopo la vittoria venne salutato dal segretario del Pd Enrico Letta come un punto di riferimento della sinistra europea, si è detto “sorpreso” dell’inchiesta della magistratura che lo coinvolge. Tuttavia ha aggiunto di avere la “coscienza tranquilla” e di essere pronto a collaborare con la giustizia. Al centro dello scandalo vi sono le concessioni per le miniere di litio nel nord del Portogallo, un progetto per un impianto per l’idrogeno verde e un centro dati nella città costiera di Sines. La polizia ha oggi fatto irruzione in diversi edifici privati e pubblici, fra cui i ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture e la sede del comune di Sines, nell’ambito di un’ampia indagine per corruzione e traffico di influenze.

Costa era al governo del Portogallo dal 2015

Il capo dello staff di Costa, Victor Esaria, il sindaco di Sines e altre tre persone sono state arrestate su ordine della magistratura, ha reso noto la procura. Ma fra i sospettati vi sono anche il ministro delle Infrastrutture, Joao Galamba, e il capo dell’agenzia portoghese per l’Ambiente. Secondo le accuse, i sospetti usavano il nome del primo ministro nei loro traffici illeciti. Più volte ministro, ex sindaco di Lisbona, il 62enne Costa guidava il Portogallo dal 2015. Attualmente governava con la maggioranza assoluta del suo partito socialista in Parlamento, un’eccezione in un’Europa con i parlamenti sempre più frammentati.

Costa era uno dei leader di riferimento del Pd. Sui social ancora campeggiano i commenti che ne esaltano la sua purezza rossa. Costa è uno di quelli che ancora alza il pugno chiuso ai congressi e alle manifestazioni pubbliche. Gesto che infiamma da sempre i nostalgici del Pd. Dal Nazareno avevano visto come una sponda sicura il governo portoghese. Appena un mese fa, esattamente il 28 settembre scorso, il premier portoghese e la segretaria del partito Elly Schlein si sono incontrati a Roma, nell’ambasciata del Portogallo. “Battaglie comuni”, titolava speranzoso il quotidiano comunista il Manifesto. Non a caso la stessa segretaria Pd recentemente ha indicato il governo portoghese come modello virtuoso, in relazione al voto all’Onu sulla crisi in Medio oriente. Una benedizione che pare non abbia portato bene a Costa e al suo esecutivo.

Dopo la grande vittoria elettorale del 30 gennaio 2022, che gli aveva dato quella maggioranza assoluta che avrebbe dovuto garantire la stabilita’ del suo governo, Costa ha visto la sua popolarita’ crollare a causa dei ripetuti scandali. In queste ore la mazzata finale: per lui, ma indirettamente anche per la sinistra italiana.

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