Schlein chiama la piazza rossa anti-Meloni l’11 novembre. E rispolvera lo ius soli

2 Nov 2023 9:11 - di Sara De Vico

Si prepara la piazza rossa contro il governo Meloni. Contro tutto: manovra, presidenzialismo, politica sociale, politica estera. A lanciare l’appello svociato è Elly Schlein che, intervistata da La Stampa, invita tutti a piazza del Popolo l’11 novembre. “Per la pace e la giustizia sociale”. Sottotitolo: l’alternativa. Quella che la leader del Pd vorrebbe mettere in piedi ma che finora ha trovato molte resistenze.

Schlein chiama la piazza contro il governo: venite tutti

Si parte dalla manovra giudicata “fragile e senza visione”. Puntuale la critica per il commissariamento delle Camere. “Non s’è mai visto una manovra da 28 miliardi in cui il Parlamento non possa mettere becco”, dice Schlein dimostrando scarsa memoria. “È una deriva da contrastare. E magari al voto degli emendamenti vedremo sorprese…”. La speranza, visto i pochi numeri, è quella di rubare qualche deputato sul fronte avverso. Non va meglio con la riforma costituzionale che domani approda in consiglio dei ministri. “Ci hanno convocati per parlarne sei mesi fa, poi sono spariti nel nulla. E ora che arriva una manovra che tradisce tutte le promesse fatte, guarda un po’ che arriva la riforma! Direi che si chiama arma di distrazione di massa”. Nel merito il Pd non si muovo di un centimetro. “Avevamo già detto che siamo contrari al premierato, e la disponibilità a discutere c’è solo a patto che non procedano a spallate sull’autonomia differenziata”.

Il Pd rispolvera lo ius soli

Diritti civili, giustizia sociale e pace. La triade dem è sempre la stessa come un disco rotto. Senza idee Schlein recupera un argomento decisamente sfortunato, non esattamente una priorità degli italiani. “Da piazza del Popolo lo chiederemo con forza”. Che cosa? “Io penso allo ius soli. Ma penso in generale a una piazza aperta a tutti quelli che vogliono un Paese più giusto”. Sulla crisi mediorientale però le crepe interne sono difficili da nascondere. Schlein prova a mettere un pezza. “Chiediamo alla comunità internazionale di insistere sul cessate il fuoco umanitario. E la liberazione degli ostaggi senza condizioni. E il rispetto dei diritto internazionale. Non è accettabile il bombardamento di scuole o di un campo profughi, si fermi questa strage di civili. Vogliamo riprenda il percorso di pace, quello dei due popoli e due Stati, che hanno entrambi diritto di esistere in pace e sicurezza”. Non un parola su Hamas. Sul terreno dei diritti ancora a testa bassa sul salario minimo. Una battaglia persa che Schlein non vuole ammettere. “Abbiamo raccolto centinaia di migliaia di firme a favore con le altre forze di opposizione: la maggioranza ci deve dare una risposta”.

L’ossessione del campo largo, ce lo chiede la gente

Conte dovrebbe scendere in piazza con il Nazareno. “Sono contenta – dice Schlein  perché su molti temi dobbiamo unire le forze. Il nostro è un invito aperto a tutte le forze che vogliano costruire un’alternativa alla destra”. Dov’è l’alternativa. “C’è se la facciamo vivere insieme. E c’è tra le persone che incontro”. Per ora le cose non vanno bene per il campo largo: Calenda dice di no, Conte non si sbilancia. Per non parlare del governatore campano De Luca che lo ha definito “un’aggregazione di tribù”. Risposta telegrafica: “Le piccole beghe interne le lascio ad altri”.

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