Sciopero, Ichino stronca i sindacati: “Ne abusano. I trasporti sempre di venerdì? Una caricatura”

13 Nov 2023 11:41 - di Natalia Delfino
sciopero ichino

Anche un giuslavorista ed ex parlamentare di sinistra come Pietro Ichino boccia lo sciopero dei trasporti di venerdì prossimo, parlando dell’insostenibilità dei disagi, della “certa dose di opportunismo” che c’è dietro la scelta del giorno e avvertendo sul fatto che esiste “un comportamento sindacale che sta svuotando di significato questo strumento di lotta”. Siamo, per il professore di Diritto del lavoro con un passato nella Cgil, alla “caricatura dell’esercizio del diritto di sciopero”.

Ichino: “Il comportamento sindacale svuota di significato lo sciopero”

Intervistato dal Corriere della Sera, Ichino ha chiarito che le critiche del Garante allo sciopero riguardano “soprattutto lo stillicidio di scioperi in settori di servizi pubblici essenziali, come i trasporti, l’igiene ambientale e i vigili del fuoco, che contrasta con quanto prescritto dalla legge”. Il Garante “mette il dito nella piaga di un comportamento sindacale che sta svuotando di significato questo strumento di lotta”, ha quindi aggiunto il giuslavorista, ricordando la lezione di Giuseppe Di Vittorio, segretario generale della Cgil, che “alla Costituente disse che lo sciopero è un atto grave e solenne, da usare con grande parsimonia per difenderne il valore civile e morale”.

Le proteste sempre di venerdì sono “una caricatura dell’esercizio di un diritto”

Ma se “diventa una routine”, come è diventato quello dei trasporti, lo sciopero “perde questo carattere, e dunque la sua efficacia”. Ichino, poi, si è soffermato sulla prassi di indire le proteste il venerdì: c’è “anche da una certa dose di opportunismo. Collocandosi al venerdì – ha sottolineato – mira ad avvalersi dell’adesione opportunistica di chi vi partecipa solo per aggiungere un giorno di vacanza al fine-settimana”. “Lo sciopero avrebbe molto più valore, prestigio, peso politico, se fosse fatto nei giorni centrali della settimana; ma chi lo proclama sa che avrebbe molta meno partecipazione”, ha proseguito, parlando della “impressionante serie pressoché continua degli scioperi dei trasporti del venerdì” come di “una caricatura dell’esercizio del diritto di sciopero”.

La necessità di “preavvertire gli utenti su ciò che funzionerà e non funzionerà”

Per Ichino, poi, non sta in piedi l’idea di condizionare la proclamazione dello sciopero alla rappresentatività dei sindacati, sulla quale gli ha chiesto un parere Rita Querzè, che firma l’intervista. “Lo sciopero deve poter essere proclamato anche da un sindacato minoritario”, mentre “nel settore dei servizi pubblici essenziali si potrebbe introdurre la regola che si applica in molti grandi Paesi europei per cui la proclamazione deve essere approvata da una certa percentuale dei lavoratori interessati”. Per il professore, inoltre, “occorrerebbe applicare correttamente una regola che c’è già”, vale a dire “quella che obbliga tutte le parti, imprenditori, sindacati e lavoratori, a preavvertire gli utenti di ciò che funzionerà e ciò che non funzionerà durante lo sciopero”.

“Oggi i lavoratori del settore vengono indebitamente esonerati dal dichiarare, con l’anticipo previsto dalla legge, la propria adesione o no allo sciopero”, ha chiarito, sottolineando che “il nostro diritto del lavoro è severissimo e predispone misure giudiziali rapide ed efficacissime contro l’imprenditore che discrimini le persone perché aderiscono a un sindacato o partecipano a uno sciopero”. Dunque, una dichiarazione preventiva non costituirebbe un rischio per i lavoratori, la cui adesione allo sciopero per altro “alla fine è comunque palese”. “Viceversa, la conoscibilità preventiva dell’adesione delle singole persone consentirebbe di rispettare un diritto che la legge attribuisce ai cittadini, nel campo dei servizi pubblici essenziali: il diritto a conoscere almeno con cinque giorni di anticipo i treni che viaggeranno, le classi di una scuola i cui insegnanti saranno al lavoro, e così via”, ha concluso Ichino.

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