Soumahoro, predicozzo buonista a parte pure Vendola lo scarica: che tristezza. Fossi in lui mi dimetterei (video)
Supercazzola sull’accoglienza a parte, pure Vendola dal pulpito tv scarica Soumahoro. Che tristezza, fossi in lui mi dimetterei: è questo il succo del suo intervento in qualità di ospite dalla Berlinguer su Rete4.E nonostante l’ex governatore della Puglia indori la pillola con barocchismi retorici, risulta evidente l’intenzione di prendere le distanze – come gli altri colleghi di sinistra in fuga dopo lo scandalo – da un caso che ha mandato in tilt la narrazione immigrazionista dei buonisti dem.
Soumahoro, anche Vendola scarica l’ex sindacalista dei braccianti
Mentre lady Soumahoro, Liliane Murekatete si “riprende” dalla “sorpresa” della svolta giudiziaria e dallo choc degli arresti domiciliari – dove è finita con l’accusa di bancarotta fraudolenta e auto-riciclaggio, in seguito alla misura disposta dal gip di Latina nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione di cooperative che si occupavano dell’accoglienza dei migranti e di minori non accompagnati – la sinistra “dura e pura” che aveva arruolato Aboubakar Soumahoro continua a sbrigarsi a scendere dal carro in panne dell’ex punta di diamante tutto pugno chiuso e stivali infangati. L’ultimo a scaricare l’ex onorevole di AVS e famiglia è Nichi Vendola.
Supercazzola sull’accoglienza a parte, la presa di distanza dal parlamentare simbolo di Fratoianni e Bonelli
L’ex governatore della Puglia, in studio da Bianca Berlinguer, ospite di È sempre Carta Bianca su Rete 4, torna in tv e si unisce alla cordata degli ex compagni, sponsor indefessi nella prima ora del parlamentare “simbolo” della causa immigrazionista. E adesso repentinamente in fuga in ordine sparso, ansiosi di allontanarsi il più velocemente possibile dal deputato finito nel gruppo Misto dopo che Bonelli e Fratoianni si sono sganciati da lui a pochi mesi dalla sua elezione spot. «La storia della moglie di Soumahoro è molto triste – spiega Vendola nello studio Mediaset –. È l’espressione di un cortocircuito per chi si è fatto paladino dei diritti dei migranti. È un danno alla cultura dell’accoglienza, presentata sotto forma di malversazione e opacità».
Soumahoro, Vendola e la narrazione buonista andata in frantumi
Un cono d’ombra, più che un’area opaca, quella a cui fa riferimento Vendola. Che con con un’incipit perifrastico e in nome della solita supercazzola buonista, allude alle vicende che hanno travolto moglie e suocera di Soumahoro, arrestate con l’accusa di aver creato, attraverso la loro coop per migranti e altre associazioni, un «collaudato sistema fraudolento», attraverso il quale a detta degli inquirenti al lavoro sul caso, avrebbero anche dirottato all’estero denaro pubblico che era stato invece stanziato per le strutture destinate all’accoglienza e all’assistenza di profughi e minori non accompagnati.
«Se fossi in Soumahoro mi dimetterei, perché si è ferito il rapporto di fiducia»
«Se fossi in Soumahoro – aggiunge allora Vendola – mi dimetterei, perché si è ferito il rapporto di fiducia con un popolo grande, quello che crede nella battaglia per difendere i diritti dei più fragili e vulnerabili. L’accoglienza – sottolinea ancora – è la forma più forte per garantire la sicurezza. Nell’integrazione, nell’abbraccio si determina la sicurezza vera, non dove ci sono le gabbie». Un tentativo di distrazione di massa che tra retorica e buonismo d’accatto, non distoglie neppure il meno smaliziato tra i telespettatori: la morale della favoletta pro-immigrazionista è che anche Vendola alla fine scarica ‘ex sindacalista dei braccianti. Barocchismi o meno evocati per mimetizzare la presa di distanza…
Matone tuona su Fratoianni e Bonelli: «Dopo la candidatura di Soumahoro non salgano sul pulpito»
Il predicozzo sull’accoglienza coatta non funziona più. E non lo dimostra solo Vendola, ultimo a salire sul carro dei compagni in fuga da Solumahoro. La Lega, e in particolare la deputata del Carroccio Simonetta Matone, impegnati nello smascheramento mimetizzato dei principali sponsor politici dell’ex sindacalista dei braccianti, tornano a concentrare i loro strali sul leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, che lo ha fatto candidare ed eleggere alla Camera. E non solo lui… «Fratoianni, che con Bonelli ha deciso di candidare Soumahoro – ha tuonato ieri la Matone centrando il punto su cui la sinistra cerca di divagare – dovrebbe evitare di salire sul pulpito e tentare la strada della predica. Lasci stare la Tunisia e ci dica: i migranti accolti in strutture fatiscenti. Senza servizi essenziali. Fondi che dovevano essere usati per l’accoglienza trasformati in beni di lusso per soddisfare il “diritto all’eleganza” di qualcuno, erano al sicuro? Parlino di questo. Lascino perdere il resto». Non serve aggiungere altro… (Sotto, un estratto video dell’intervento di Vendola a È sempre Carta Bianca dalla pagina Facebook del programma di Rete 4)