Tolkien, Cilli, curatore della mostra: “Fu un gigante della letteratura, amato dalla destra e da Lotta Continua”

14 Nov 2023 15:33 - di Romana Fabiani

J.R.R. Tolkien amato dalla destra ma anche dai compagni di Lotta Continua. Un gigante della letteratura mondiale ma poco studiato nelle scuole. Appassionato dell’Italia e legato alla Chiesa cattolica ma senza aver mai visitato Roma. È l’identikit del padre de Il Signore degli Anelli tracciato da Oronzo Cilli, curatore della mostra che si aprirà domani a Roma, alla Galleria nazionale d’Arte moderna, fino all’11 febbraio. Un grande evento a cinquanta anni dalla scomparsa dello scrittore molto amato, va detto senza ostentazione di copyright, dalla destra giovanile fin dalla fine degli anni ’70. Entrato nell’immaginario di una comunità reietta che si riconosceva nell’epopea di Frodo, tanto da dare vita ai Campi Hobbitm  mentre la sinistra progressista stentava a decifrare il capolavoro tolkieniano, fino a bollarlo come favola reazionaria d’evasione.

Tolkien, Cilli: un gigante amato a destra e sinistra

L’iniziativa di Roma è il coronamento di una massiccia lista di eventi che in tutto il mondo nel 2023 celebrano mezzo secolo dalla morte del professore di Oxford. “Le prime tre grandi mostre su Tolkien, a Oxford, a Parigi e a Milwaukee negli Usa, hanno celebrato alcuni aspetti dell’opera letteraria e accademica dello scrittore”, dice Cilli intervistato da Enzo Bonaiuto (Adnkronos). “La mostra di Roma ha la particolarità di voler raccontare principalmente la personalità di ‘Tolkien. Uomo, professore, autore’ come appunto recita il titolo”. Questo il fil rouge della mostra, che ha già destato grande attenzione tra gli addetti ai lavori e curiosità.

La trilogia de “Il Signore degli Anelli”

La trilogia del film Il Signore degli Anelli ha certamente aiutato a rendere Tolkien famoso in Italia anche tra i giovani, malgrado nei licei resti poco più di un semisconosciuto. “È chiaro però – osserva Cilli – che il film ha un linguaggio diverso rispetto al libro. Ma possiamo dire che si sono aiutati a vicenda. Il film viene deciso partendo dalla fama dell’opera di Tolkien che, dopo la trilogia al cinema e nei dvd e alle serie tv, è divenuta ancora più popolare”. Un po’ “effetto Gattopardo”, anche il successo del capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa è dovuto principalmente al film di Luchino Visconti con un giovane Alain Delon e la divina Claudia Cardinale.

Come Tomasi di Lampedusa fu rifiutato da Vittorini

“Mi viene in mente un episodio che Tolkien e Tomasi condividono, sono stati entrambi rifiutati da Elio Vittorini dopo essere stati proposti alla casa editrice Mondadori. La nota è esposta in mostra”. Cilli racconta poi la seduzione giovanile per l’autore de Il Signore degli Anelli. “Successe a 19 anni, entrando in libreria con la mia fidanzata di allora, che oggi è mia moglie. E la mole del romanzo non mi ha mai spaventato. Anzi, mi ha incuriosito la vastità dei personaggi. I miei preferiti sono Gandalf e i due personaggi in uno di Gollum e Smeagol, con due personalità diverse e talora opposte”.

Il professore di Oxford fuori dagli schemi ideologici

Politicamente conservatore, fervente cattolico, la sua opera piace trasversalmente, sottolinea il curatore della mostra di Roma. “Ogni lettore   è libero di ritrovare in un autore le sue sensibilità. Tolkien è grande anche per questo. Per aver creato un mondo di cui ognuno riesce ad ‘appropriarsi’ di un pezzo, anche se poi non è in realtà il suo. Già negli anni Settanta, Tolkien era letto e amato sia dai ragazzi di destra che ad esempio dagli Indiani Metropolitani di Roma o da Lotta Continua. Una cosa è certa: Tolkien era fuori da tutti questi schematismi politici”. Dopo la Bibbia e il Corano il Signore degli Anelli è il libro più letto al mondo, tradotto in 71 Paesi e in 52 lingue, compreso il gaelico e il latino. “Mancano forse soltanto il greco antico e l’aramaico!”, sorride Cilli. Conoscitore del latino, era cattolicissimo e molto legato a francescani e domenicani. Aveva una particolare predilezione per l’Italia, che visitò due volte, a Venezia e ad Assisi. Ma, stranamente, non visitò mai Roma”.

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