Un “selfie” per svelare un mistero e un po’ di noi stessi nell’ultimo libro di Miryam Ambrosini

10 Nov 2023 10:53 - di Redazione

«”Ci facciamo un selfe?”, esclamò ad un tratto Cinzia, corroborata da una buona dose del forte liquore ingerito. “Buona idea!” commentarono sia Antonio, il suo compagno, che gli altri amici, a loro volta euforici per l’alcol ingerito. L’unica eccezione fu rappresentata da Myriam, che se ne rimaneva invece assorta, la testa curiosamente piegata da un lato, come in ascolto di qualcosa…». La Myriam perplessa è la protagonista del libro scritto dalla sua omonima nella quale un selfie fa da sfondo a un fanta-giallo ricco di misteri e di metafore, al punto che qualcuno potrebbe chiedersi cosa sia reale davvero, la furba signora che assume la leadership del gruppo di amici alla ricerca di un laboratorio segreto all’interno di una villa tra i boschi, o la paziente scrittrice che ricama con anelli concentrici la sua prima novella a sfondo mistico e un po’ esoterico?

Myriam Ambrosini esiste, chi scrive ci ha parlato davvero, anche se il suo “Selfie” (La Bussola, pp. 161, euro 18) gioca su equivoci, doppioni e fantasmi. E mentre tesse la sua tela polverosa, guarda all’attualità con la metafora dello specchio in copertina, che rimbalza il nostro narcisismo sui social, così come quel selfie di gruppo che a metà del testo immortala un gruppo di varia umanità alla ricerca del segreto di uno zio geniale dell’erede della villa, esplorazione di un luogo fisico che si dipana parallelamente a quella di se stessi e del’immortalità che aspiriamo ad affidare al Dio dei social.

«Scherzando tra loro, si riunirono tutti in gruppo compatto, i corpi a sfiorarsi, le teste ravvicinate e le labbra atteggiate al finto sorriso che si riserva di solito alle foto. “ClicK… click… click… ed il selfie di gruppo fu immortalato in diversi scatti, dove, accanto al sorriso un po’ ebete, comparvero anche smorfie e sberleffi. “Avete riflettuto sull’evidenza che il selfe presenta molte analogie con il fenomeno dei doppi?” la voce di Myriam, novello quanto scomodo grillo parlante, a frantumare quella gaia, ma anche un po’ infantile atmosfera. Il sorriso ebete scomparve da tutti i volti. “Cosa intendi dire?” chiese Giulio. Non solo, ma vogliamo esserlo costantemente… quasi istante per istante, e quest’era altamente tecnologica ce lo ha reso possibile. Un’idea d’immortalità, una dichiarazione di esserci… di esistere comunque, da mettere in atto ostantemente, quasi senza interruzione. Un ricordo perenne per il futuro – per noi e per chi ci sarà dopo di noi–, da sfogliare quasi alla maniera di un cartoon, foglio per foglio, momento per momento. E non era forse un’ipotesi d’immortalità quella che voleva ottenere Eduardo con l’invenzione “dei doppi”? concluse Myriam…».

I “doppi” sono il mistero del libro, o forse il pretesto per parlare della natura ambivalente dell’uomo, che ama proporsi forte e odia scoprirsi fragile, come quando nella villa, durante la ricerca del fanta-laboratorio dello zio Eduardo, si spegne la luce, e vengono fuori le ombre personali.

Ma “Selfie” di Myriam Ambrosini è anche un tributo al comprensorio della Semprevisa, nella catena dei Monti Lepini dell’Appennino centrale, dove l’autrice individua l’antico Eremo di Sant’Erasmo in cui su svolge la “caccia al macchinario genetico misterioso” dello zio che tutti abbiano sognato di avere, forse la stessa Myriam. Ma quale? La leader del gruppi di ricercatori o la scrittrice alla ricerca di un finale a sorpresa? La teoria dei “doppi” vive fino all’ultima pagina, come l’attesa dei lettori. Ma quali lettori? Quelli del testamento dello zio morto o del libro della Ambrosini?

Commenti

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  • Maria Bunjevac 18 Novembre 2023

    Selfie: uma storia originalissima e avvincente,che costringe a non abbandonare la lettura fino all’ultima pagina.Un fanta thriller psicologico che insinua dubbi anche sulla nostra percezione della realtà e sulla nostra vera dimensione, in un mondo in cui l’immagine acquista a volte valore assoluto.
    Come magistralmente ha sintetizzato nel titolo della recensione Luca Maurelli:
    “un selfie per svelare un mistero e un pò di noi stessi”.

  • Nadia Cassoni 17 Novembre 2023

    Un libro che mi ha preso sin dalla prima pagina , molto coinvolgente anche perché conosco i posti dove è ambientato e mi sono immedesimata completamente.
    Consiglio di leggerlo perché rispecchia la realtà dei nostri tempi ma con una grande fantasia che solo una grande scrittrice come Myriam Ambrosin poteva scrivere ✍️ ❤️

  • Achille Lucio Gaspari 17 Novembre 2023

    Il fascino di questo racconto risiede nel mistero che aleggia in ogni pagina e stimola la curiosità del lettore che viene continuamente sorpreso dall’evolversi della misteriosa vicenda

  • Davide 17 Novembre 2023

    Un libro “Selfie” della scrittrice Myriam Ambrosini da leggere senza esitazione e tutto d’un fiato.
    La trama è misteriosa ed affascinante, il ritmo è incalzante ed avvincente.
    I personaggi descritti, con dettaglio e profondità psicologica, ti permettono di vivere le loro avventure.
    La scritture oltre che estremamente originale e chiara, è ancor più trascinante.
    Iniziare la lettura di questo fanta-thriller, che scandaglia con sagacia e maestria il rapporto non sempre facile con la nostra immagine, non consente di distogliere lo sguardo dalle righe fino alla sua conclusione.

  • Antonella Pietrosanti 16 Novembre 2023

    Libro molto avvincente e interessante dal contenuto misterioso e un po’ fiabesco ambientato in un paesaggio incantato..complimenti alla scrittrice che conosco e ammiro molto

  • Myriam Ambrosini 16 Novembre 2023

    Come non essere grata per un articolo/, recensione che è riuscito a cogliere il cuore e l’essenza stessa di questo mio fanta thriller psicologico. Un articolo che, si evince facilmente, va molto al di là della semplice lettura di cortesia, ma è riuscito a scavare nelle sensazione e nelle emozioni più profonde e nella stessa psiche dell’autrice … Nella fattispecie: me stessa!