Violenza sulle donne, non c’è tregua: frattura il naso alla moglie e va a comprarsi le sigarette, come niente fosse

27 Nov 2023 19:58 - di Greta Paolucci
violenza sulle donne

Violenza sulle donne, non c’è fine e non c’è tregua. Neppure quando il dibattito infiamma i media e irrompe prepotentemente nella cronaca. In una settimana, dal giorno del ritrovamento del corpo senza vita della povera Giulia Cecchettin, al 25 novembre, non si contano più gli appelli, gli allarmi, le denunce, e il lancio di petizioni online su femminicidi e della violenza sulle donne. Tra le proposte più ricorrenti avanzate tramite la raccolte firme sul web, allora, si spazia dall’introduzione dell’educazione sentimentale-affettiva e sessuale nelle scuole, ai corsi di autodifesa gratuiti per le donne offerti dallo Stato. Passando per lo “stop” ai programmi televisivi accusati di sessualizzare l’immagine femminile, fino all’abiura dei testi violenti nei confronti delle donne nella musica trap. Eppure, nonostante cronaca e media rilancino allarmi e allerta sul tema, stando dall’imperversare del fenomeno che report giornalieri riferiscono su quotidiani e tv, la strada da compiere per arrivare a risultati concreti è davvero ancora molto lunga e impervia. Perché per estirpare il seme della violenza e sradicare il vizio inalienabile dei maltrattamenti e della sopraffazione gratuita servirà molto di più dei cortei. Delle polemiche politiche e dei fiocchi rossi sui risvolti delle giacche. Lo testimoniano, ancora una volta, gli ultimi due casi di violenze e maltrattamenti che arrivano da Caserta e da Catania.

Violenza sulle donne, Caserta: con un pugno rompe il naso alla moglie, poi va a comprare le sigarette

Nel primo, denuncia l’Adnkronos, un 41enne di Piedimonte Matese ha picchiato la moglie davanti ai figli minorenni. le ha fratturato il naso. Poi è uscito di casa per comprare le sigarette, come se nulla fosse. Al ritorno, però, ha trovato i carabinieri che lo aspettavano per arrestarlo. Ad allertare i militari dell’Arma nel cuore della notte per una lite in famiglia è stata una telefonata al 112. Quando i carabinieri sono arrivati sul posto, mentre cercavano di capire dove si stesse verificando la lite, hanno visto giungere un uomo che, interpellato al riguardo, ha subito ammesso di aver, poco prima, litigato con la moglie. E che si era poi allontanato da casa per comprare le sigarette.

Al suo rientro trova i carabinieri ad aspettarlo: arrestato

Raggiunta con l’uomo l’abitazione, appena arrivati davanti la porta d’ingresso, i carabinieri sono stati accolti dalla vittima con il volto tumefatto che, sebbene ancora impaurita, ha raccontato di essere stata malmenata con calci e pugni dal marito per futili motivi. E che all’aggressione avevano assistito anche le figlie minorenni.  A quel punto poi, chiamato il 118, il personale sanitario intervenuto ha provveduto a portare la donna in ospedale, dove i medici le hanno riscontrato la frattura delle ossa nasali, con prognosi di 30 giorni. Non solo. In base a quanto ricostruito dai carabinieri, quest’ultima aggressione che l’uomo ha inferto alla moglie non ha rappresentato che l’ennesimo episodio di violenze fisiche e psicologiche che il 40enne ha inflitto alla moglie. Il culmine di reiterati episodi di maltrattamenti, iniziati da diversi mesi e mai denunciati dalla donna. Ecco, anche su questo bisognerà fare di leva di più. Perché sono ancora troppi i casi di vittime silenti, costrette a incassare e incapaci di denunciare. L’uomo comunque è stato arrestato in flagranza e trasferito presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere.

Violenza sulle donne, Catania: nonostante il divieto d’avvicinamento, 20enne continua a infierire sulla compagna

E veniamo così al secondo caso in oggetto. Quello che vede un 20enne di Paternò, indagato per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, per cui la Procura della Repubblica di Caltagirone ha chiesto al Gip del Tribunale di Catania – e ottenuto – di sostituire la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa con la custodia in carcere. Provvedimento che i carabinieri della Stazione di Paternò hanno prontamente eseguito. Del resto, come riferisce sempre l’Adnkronos, le indagini hanno fatto luce sulle reiterate condotte vessatorie del giovane nei confronti della convivente 33enne. Alla quale avrebbe imposto un regime di vita oppressivo ed umiliante. Al punto tale da farle temere per la propria incolumità, e non da ieri. Da quanto è emerso, infatti, sin dal 2020 aggressioni fisiche ed atteggiamenti prevaricatori nei confronti della donna avevano già determinato l’emissione nei confronti dell’indagato del divieto di avvicinamento alla persona offesa.

Continue aggressioni fisiche e atteggiamenti prevaricatori: il giovane è finito in carcere

Eppure, proprio nel periodo in cui il giovane era sottoposto all’interdizione, la convivente sarebbe tornata a vivere con lui. Salvo poi denunciarlo dopo altri tre episodi di violenza. Tra i quali uno che risalirebbe alla fine del maggio scorso, quando la donna andò dalle forze dell’ordine dopo un’ennesima aggressione da parte del giovane. Arrivando persino a metterle un cuscino sul volto rischiando di soffocarla. E fermandosi solo per l’intervento della madre. Pochi mesi dopo, a fine ottobre, la vittima è tornata nuovamente a richiedere l’intervento dei carabinieri a causa di un litigio con il compagno, ma in quel caso la vittima non aveva formalizzato nessuna denuncia. Poi, giusto i primi di novembre, dopo un ennesimo litigio sfociato in violenze inaudite, la vittima aveva presentato una nuova querela. Ma, come i fatti raccontano, non sarebbe stata l’ultima…

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