Violenza sulle donne, Pedrizzi: “Il progressismo ha fatto molti danni demolendo regole e famiglia”

22 Nov 2023 17:40 - di Redazione
pedrizzi

Riscoprire i valori dell’educazione e della famiglia come prima risposta ai fenomeni di violenza sulle donne. È questa la strada da percorrere secondo il presidente del Comitato Tecnico Scientifico dell’Unione cristiana imprenditori e dirigenti (Ucid) ed ex senatore, Riccardo Pedrizzi, che avverte sui danni causati dal “giustificazionismo sociale” e dalla “demolizione” dei valori familiari cavalcati dalla sinistra.

I danni del “giustificazionismo sociale” della sinistra

“Dell’attacco di Lilli Gruber alla Meloni e alla presunta cultura ‘patriarcale’ della destra – ha detto Pedrizzi – mi meraviglia, oltre al tentativo di speculazione politica su vicende molto gravi, il silenzio dei conservatori e degli intellettuali italiani moderati e cattolici sui veri guasti provocati, anche nell’approccio al tema femminile, dal progressismo di sinistra che da sempre predica e afferma il ‘giustificazionismo sociale’, demonizza le regole, manipola il concetto di educazione, anche quella familiare, che può e deve passare, anche ai nostri giorni, per la centralità della famiglia, la guida salda dei genitori e l’autorevolezza della figura paterna, che non significa né maschilismo né sopraffazione culturale”.

Un antico vizio progressista

“Dai tempi dell’Illuminismo – ha proseguito – il progressismo scarica le responsabilità dell’individuo sulla società in quanto tale e giustifica crimini, devianze e soprusi come effetto del contesto nel quale il giovane si forma, mettendo così in discussione i pilastri di una sana educazione che nulla hanno a che vedere con il patriarcato bensì con la centralità della persona e con il concetto di responsabilità del singolo. Già agli albori della Rivoluzione francese, l’illuminista Jean J. Rousseau, poi diventato riferimento culturale della sinistra intellettuale, nel suo Emilio proponeva un modello educativo ‘naturale’, da coltivare al di fuori del contesto sociale che avrebbe potuto corrompere il giovincello. Un errore gravissimo che – ha sottolineato Pedrizzi – tra i progressisti ancora oggi continua a produrre i suoi effetti anche nello smantellamento del ruolo della famiglia e del perno educativo genitoriale, della paternità, che nulla ha a che vedere con la deformazione del ruolo che sconfina nel patriarcato”.

La necessità di tornare all’educazione familiare

“La violenza sulle donne – ha quindi avvertito il presidente dell’Ucid – si combatte con la prevenzione delle regole e sui comportamenti, con l’affermazione dei principi culturali della tutela della vita e dei doveri sociali, in tutte le sue forme: la dignità della famiglia può ancora essere il perno sociale nel quale crescere individui responsabili individualmente, non assolti grazie ai guasti della società e genericamente degli altri, significa crescere i ragazzi rispettosi di sé stessi, delle persone con cui convivono, delle donne e anche dell’autorità dello Stato, che inizia proprio tra le mura di casa”. “La famiglia, purtroppo, anche a causa della sinistra – ha aggiunto –  è già abbastanza in crisi e distrutta dalla cultura della asocialità e dell’anarchia, ed è questo uno dei motivi dei guasti all’educazione sentimentale delle nuove generazioni. Le regole e le pene servono anche a controllare gli istinti ‘animali’ di ciascuno di noi, la malvagità purtroppo è anche frutto di inclinazioni personali e l’autorità serve a imbrigliare i comportamenti a rischio e indirizzare le relazioni sociali verso il rispetto degli altri, non verso il dominio sugli altri. Altro che patriarcato, altro che idea di destra. La verità – ha concluso Pedrizzi – è che sulla violenza di genere servirebbe un Paese la cui classe politica si unisca sulle soluzioni e non si divida sui qualunquismi ideologici e culturali”.

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