Atreju, il duello sulla Giustizia tra Delmastro e Renzi infiamma la platea. Nordio: abbiamo fatto tanto

15 Dic 2023 17:00 - di Valter Delle Donne
giustizia, atreju

«Abbiamo dedicato la gran parte del nostro lavoro ministeriale in questo primo anno alla giustizia civile, all’efficienza della giustizia, al conseguimento degli obiettivi del PNRR. Queste sono notizie che non appaiono sui giornali perché non sono cattive notizie, o che provocano polemiche»: Carlo Nordio torna a parlare alla platea di Atreju da ministro della Giustizia, dopo i suoi interventi degli anni passati come semplice magistrato.

Delmastro: io non vado a trovare Cospito in galera

Un dibattito sulla Giustizia che ha infiammato la seconda giornata della festa di Atreju con un duello dialettrico tra il sottosegretario Andrea Delmastro e il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Ad accendere le polveri Renzi: «Sono orgogliosamente non uno di voi, ma che apprezza che ci siano tante ragazze e ragazzi che si impegnano nella cosa pubblica, anche avendo idee diverse dalle mie», esordisce l’ex premier ai giovani di Fratelli d’Italia, per poi punzecchiare il sottosegretario di FdI. «Se fossi stato in Delmastro, non avrei mai dato quel materiale a Donzelli, perché Donzelli lo conosco dai tempi dell’università e non si tiene un cecio in bocca».

«L’amico Renzi è il Maradona della battuta – replica Delmastro – e nessuno si può confrontare su quel terreno. Ma qualche risposta seria alla battuta che Donzelli non si terrebbe nemmeno un cecio in bocca la devo dare: perché se lo sarebbe dovuto tenere? Tutti auspicano la trasparenza, i cassetti che si aprono, si è detto che bisognava desecretare i segreti di Stato, qui non c’è un segreto e noi l’avremmo dovuto secretare? E perché, perché quelli con cui tu hai governato fino a poco fa fanno le cose e non vogliono che si sappia? Io non vado a trovare Cospito in galera».

Renzi a Delmastro: chi ti scrive le frasi? La replica: quello che scrive i tuoi discorsi in inglese

Ma il ping pong non finisce qui. Per Renzi che dice: «Ha detto “Spezzare le reni”, ma chi ti scrive le battute”?. E Delmastro replica con una battuta che incendia la platea di Atreju: «Lo stesso che scrive i tuoi discorsi in inglese».

«Quello che è giusto dire – dice Renzi – che dopo 30 anni da Mani Pulite è arrivato il momento di dire che non vanno messi sullo stesso piano garantismo e giustizialismo. Il garantismo è un principio costiituzionale, è un pilastro della Costituzione. Il giustizialismo tradisce i principi costituzionali ed è l’opposto della Costituzione».

«Siete in grado di parlare il linguaggio del garantismo? Non raccontate barzellette, nemmeno ai vostri. Voi avete infierito sulle vicende degli altri», attacca ferocemnte Renzi. «Quando è accaduto a noi, quando ci hanno indagato le famiglie, voi avete organizzato le manifestazioni di piazza sotto le nostre case».

Al di là delle schermaglie dialettiche, i punti di incontro non mancano sul tema della giustizia giusta.  «C’è un uso spropositato ma questo non ci deve portare a chiudere i rubinetti – dice la presidente della commissione Giustizia del Senato, Giulia Bongiorno – perché le intercettazioni sono state, sono e resteranno uno strumento investigativo indispensabile. Bisogna trovare un punto di equilibrio tra l’uso e l’abuso delle intercettazioni. Un punto di equilibrio che consenta l’utilizzo insieme con i vecchi mezzi investigativi», auspica la senatrice della Lega. «L’associazionismo nella magistratura – aggiunge la Bongiorno – non deve trasformarsi in una ricerca del potere. La magistratura deve essere libera da tutti i poteri, da qualsiasi tipo di condizionamento. Le persone devono avere la garanzia che il giudice sia sempre totalmente libero. E i politici in giudizio non possono temere le appartenenze dei magistrati a questa o quella corrente».

Nordio ad Atreju: per una riforma seria della Giustizia serve una revisione della Costituzione

Al di là delle varie visioni, sintetizza il Guardasigilli Nordio alla platea di Atreju, «una riforma seria della giustizia non può attuarsi senza una revisione della Costituzione. Per una ragione molto semplice: quando la Costituzione fu promulgata, i legislatori avevano di fronte non solo un mondo completamente diverso ma anche un sistema normativo profondamente differente, basato su un codice inquisitorio come il codice Rocco». «Quaranta anni dopo è entrato in vigore il codice Vassalli, accusatorio, di ispirazione anglosassone, ma la Costituzione è rimasta la stessa. Ma un codice moderno presuppone la separazione delle carriere, la discrezionalità e la retrattabilità dell’azione penale, la trasformazione del Csm: la riforma costituzionale del premierato ha la precedenza, dopo ci sarà quella della giustizia».

 

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