Atreju, l’orgoglio dei capigruppo del centrodestra: noi sempre uniti, dall’altra parte un’accozzaglia
«Noi vogliamo cambiare i colori dell’Europa, dobbiamo avere la pazienza» di aspettare «che gli elettori» dopo le elezioni europee «liquidino la partita con i socialisti dopodiché l’Europa cambierà colore ma fare alleanze prima delle elezioni è contrario alla politica della destra»: Tommaso Foti sul palco di Atreju per il dibattito «centrodestra al Governo: visione, coesione, condivisione», fa il punto sulla coalizione con gli altri capigruppo della maggioranza.
In vista del Consiglio Ue, ricorda il capogruppo di FdI alla Camera, «noi presentiamo un documento, una risoluzione, dove indichiamo alla presidente Meloni tutta una serie di impegni che secondo noi dovrebbe portare in Europa. Il centrodestra vota compatto. L’accozzaglia dell’opposizione cosa ha fatto? Ha presentato sei mozioni, una diversa dall’altra e non ce n’è stata una su cui hanno votato uniformemente tutti». «Ci fanno lezioni di credibilità – attacca Foti – persone che non hanno neanche la dignità di riuscire a trovare un minimo comune denominatore rispetto a un problema europeo».
Atreju: i capigruppo del centrodestra rivendicano i risultati ottenuti
Un concetto ribadito dal suo omologo in Senato, Lucio Malan, che ha fatto il punto sull’attività parlamentare. «Siamo al lavoro sulla manovra – ha ricordato il presidente dei senatori di FdI – Una manovra difficile in quanto la ristrettezza delle risorse ci impone di avere le idee chiare sulle priorità. I tassi elevati della Bce e lo sciagurato superbonus pesano decine di miliardi sui conti pubblici. Ma noi recuperiamo in qualità». «L’occupazione vola – ha aggiunto Malan – abbiamo avviato una seria riduzione tasse, abbiamo dimostrato attenzione alle famiglie. Questa è la nostra linea. Bisogna chiudere la manovra in tempo utile e questa è anche la prossima sfida che dobbiamo vincere. Per quanto riguarda la possibile candidatura di Draghi a Bruxelles, credo che lui stesso abbia smentito. Alle ultime elezioni Ppe e Socialisti hanno espresso i loro candidati per la presidenza della Commissione. L’ex presidente della BCE accetterà di candidarsi per l’uno o l’altro partito? Draghi designato senza candidarsi? Preferisco i presidenti eletti come Giorgia Meloni», ha tagliato corto Malan.
A stemperare le tensioni sull’unità del centrodestra in Europa, anche Maurizio Gasparri, da poche settimane capogruppo in Senato di Forza Italia. «Se la Le Pen diventasse Presidente della Francia non credo che il giorno dopo uscirebbe dalla Ue», ragiona Gasparri, che si concede una battuta paradossale sulla genesi del governo Draghi. «Pur di mandare a casa Conte avrei sostenuto il governo di Stalin, non solo il governo Draghi. Perché l’ignoranza grillina è stata la più grande ferita alla democrazia italiana».
Una posizione condivisa alla kermesse di Atreju dal capogruppo della Lega in Senato, Massimiliano Romeo. «Come ha detto prima Gasparri “pur di mandare a casa Conte, avrei sostenuto Stalin”, allora io dico: pur di mandare a casa questa Europa, uniamo le forze con tutti e poi sì che potremo pensare a un Rinascimento dell’Europa stessa come ha detto Matteo Salvini nei giorni scorsi a Firenze». E ha ribadito: «Costruire un’Europa diversa che tuteli i territori, dia spazio ai cittadini e agli interessi dei popoli e delle nazioni è assolutamente legittimo e sacrosanto ed è per questo che bisogna unire le forze di destra».