Case green, euro blitz fallito e successo dell’Italia: pannelli solari solo su edifici pubblici e stop caldaie a gas dal 2040

8 Dic 2023 10:03 - di Redazione
case green

L’Italia ha lavorato alacremente in Europa per arrivare entro dicembre a un accordo definitivo alla Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici, anche nota come “case green”. E alla fine l’intesa è arrivata: gli eurodeputati e la presidenza di turno del Consiglio Ue hanno trovato la quadra sui piani per ridurre il consumo energetico e le emissioni di gas serra degli edifici. Lo comunica il Parlamento Europeo. Blitz fallito dunque, e successo per l’Italia che sulla trattativa ha fissato paletti dirimenti.

Case green, c’è l’accordo Ue

E allora: pannelli solari soltanto su edifici pubblici. E stop alle caldaie a gas, ma solo dal 2040: c’è l’accordo Ue sulle nuove regole. La proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia mira a ridurre in modo “significativo” le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di energia nel settore edilizio dell’Ue entro il 2030 e a renderlo climaticamente neutro entro il 2050. Mira anche a ristrutturare gli edifici ad alta intensità energetica e a migliorare le informazioni sulla prestazione energetica.

L’intesa raggiunta sigla il successo italiano

Dunque, il compromesso sugli ultimi punti rimasti in sospeso dopo la maratona negoziale di ottobre si è concretizzato dopo circa due ore di negoziato. La nuova direttiva traccia un percorso Ue per raggiungere un parco edifici neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Nell’ambito della trattiva, su cui si era accesa un’aspra contesa dopo la prima approvazione del Parlamento europeo a marzo scorso, il governo italiano ha ottenuto il superamento degli standard minimi di prestazione energetica.

Fissata una cornice meno rigida rispetto le proposte iniziali

L’adozione di una cornice molto meno rigida rispetto alla versione iniziale era maturata all’ultima riunione tra i negoziatori del Consiglio Ue, del Parlamento e della Commissione. Si è deciso, in pratica, di accantonare i ferrei criteri comuni sulla prestazione energetica degli immobili (art. 9 della proposta di Bruxelles) per privilegiare le medie di riferimento di ciascun Paese sul proprio patrimonio edilizio.

Requisiti di ristrutturazione e date secondo i paramenti richiesti dal governo italiano

Sul punto più controverso della direttiva un’intesa era già stata raggiunta in ottobre: invece dei requisiti di ristrutturazione Ue per i singoli edifici basati su classi energetiche armonizzate, il testo di compromesso prevedeva un approccio basato sulla media sull’intero patrimonio edilizio. In questo ambito, l’Europarlamento manteneva il principio che gli Stati membri dovessero intervenire prima sugli edifici più inefficienti. Ma gli Stati portavano a casa la flessibilità richiesta nella loro posizione negoziale.

Ecco cosa prevedono le nuove regole

Gli obiettivi intermedi di risparmio di energia per l’intero patrimonio edilizio dei Paesi membri sono stati invece decisi oggi. Gli Stati membri garantiranno che il patrimonio edilizio residenziale riduca il consumo medio di energia del 16% nel 2030 e del 20-22% nel 2035. Il 55% della riduzione energetica dovrà essere raggiunto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni peggiori. Dall’obbligo di installare pannelli solari sugli edifici vengono esclusi quelli residenziali, mentre restano contemplati gli edifici pubblici e quelli non-residenziali di grossa stazza, con eccezioni. La fine degli impianti di riscaldamento a combustibili fossili nelle abitazioni è stato invece posticipato al 2040.

Case green, l’intesa nel dettaglio dei parametri

Ma cosa dice esattamente l’accordo? Dunque: tutti i nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni a partire dal 2030. I nuovi stabili occupati o di proprietà delle autorità pubbliche dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Gli Stati membri potranno tenere conto del potenziale di riscaldamento globale durante l’intero ciclo di vita dell’edificio, che comprende la produzione e lo smaltimento dei prodotti da costruzione. Per gli edifici residenziali, gli Stati membri dovranno attuare misure per garantire una riduzione di almeno il 16% entro il 2030. E almeno tra il 20 e il 22% entro il 2035 dell’energia primaria media utilizzata.

Case green, pannelli solari soltanto sugli edifici pubblici

Gli Stati membri dovranno ristrutturare il 16% meno efficiente degli edifici non residenziali entro il 2030 e, entro il 2033, il 26% meno efficiente, attraverso requisiti minimi di prestazione energetica. Se tecnicamente ed economicamente idonei, gli Stati membri dovranno installare gradualmente gli impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, a seconda delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030.

Stop alle caldaie a gas posticipato al 2040

Gli Stati membri dovranno adottare misure per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento ed eliminare gradualmente i combustibili fossili dal riscaldamento e dal raffreddamento. Con l’obiettivo di eliminare gradualmente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040. Gli Stati membri dovranno inoltre smettere di sovvenzionare le caldaie a combustibili fossili autonome a partire dal 2025.

Incentivi finanziari ancora possibili: ecco in quali termini

Incentivi finanziari saranno ancora possibili per i sistemi di riscaldamento ibridi, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore. Gli edifici agricoli e gli edifici storici potranno essere esclusi dalle nuove regole, mentre i Paesi dell’Ue possono decidere di escludere anche gli edifici protetti per il loro particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, nonché le chiese e i luoghi di culto.

Il lungo piano di decarbonizzazione della Ue

Per il relatore per la direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia, Ciarán Cuffe (Verdi/Ale, Irlanda), «con questo piano, aggiungiamo un pilastro essenziale ai piani di decarbonizzazione dell’Ue e iniziamo il lungo viaggio verso la riduzione delle emissioni di Co2 dell’Europa del 36%. Questo percorso inizierà dagli edifici che sprecano più energia. Sprecare energia significa soldi sprecati in bolletta. Dobbiamo aiutare i cittadini a risparmiare e tutelarli dalla volatilità dei prezzi dell’energia. Per questo abbiamo scelto un percorso in grado di ridurre bollette energetiche per tutti, proprietari e inquilini, e che affronta le cause profonde della povertà energetica».

Il voto del testo a gennaio

L’accordo informale raggiunto in trilogo dovrà ora essere approvato dal Parlamento e dal Consiglio per diventare legge. La commissione Itre voterà il testo il 23 gennaio. Secondo la Commissione Europea, gli edifici nell’Ue sono responsabili del 40% del nostro consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *