Cesare Battisti ora vuole uscire dal carcere e chiede di incontrare i familiari delle vittime per riuscirci
Cesare Battisti cerca la strada per uscire dal carcere, accedendo ai benefici premiali. Condannato all’ergastolo per quattro omicidi e arrestato nel 2019 dopo 37 anni di latitanza, rispetto ai quali però si è sempre dichiarato “rifugiato politico”, Battisti non si è mai dissociato o pentito della militanza armata nei Proletari armati per il comunismo. Ora, come riferisce Repubblica, chiede di incontrare i parenti delle vittime nell’ambito delle procedure della mediazione penale, che fanno parte di un percorso di “redenzione” che punta alle misure alternative. Un risultato che a Battisti potrebbe riuscire anche se i parenti delle vittime decidessero di non incontrarlo, perché il giudice di sorveglianza potrebbe tener conto anche solo della sua richiesta di vederli.
I quattro omicidi per i quali Cesare Battisti è stato condannato all’ergastolo
Battisti, 68 anni, è stato condannato per gli omicidi del maresciallo di polizia Antonio Santoro, ucciso a Udine il 6 giugno 1978 e del quale è stato riconosciuto come esecutore materiale; quello del gioielliere Pierluigi Torregiani a Milano il 16 febbraio 1979, per il quale è stato condanno come co-ideatore; quello del commerciante e militante del Msi, Lino Sabbadin, avvenuto lo stesso giorno a Mestre, al quale partecipò attivamente; quello dell’agente della Digos di Milano, avvenuto il 19 aprile 1978, per il quale è stato riconosciuto come esecutore materiale. Oltre a questi omicidi, nel curriculum criminale di Battisti compaiono anche rapine e ferimenti.
La detenzione e il rischio di una “ennesima beffa” ai familiari delle vittime
Attualmente Battisti, la cui posizione è stata declassificata da alta sicurezza a detenuto comune si trova nel carcere di Massa, dove è stato trasferito da Parma su sua richiesta per avvicinarsi alla famiglia. Battisti, ricorda Lirio Abbate, che firma l’articolo, “è già nei termini per ottenere i permessi, e la mediazione penale potrebbe accelerarli. E rivederlo fuori dal carcere per i familiari delle vittime sarebbe l’ennesima beffa”.