Dante, ritrovati gli scritti di un poeta bolognese che rivelano un misterioso carteggio con Alighieri e l’incanto condiviso per Virgilio
Dante non finisce mai di stupire e di sorprendere. Echi del suo mondo creativo e gli incroci con le sue riflessioni personali continuano ad arrivare dal passato e ad aggiornare il suo infinito mondo creativo, declinato alla storia e alle frequentazioni epistolari che lo raccontano, restituendo un’immagine di sé e nuovi spunti sulle sue opere. Come dimostra, una volta di più, Giandomenico Tripodi, dottorando dell’Università di Siena, che ha trovato nella Biblioteca Vaticana e nella Biblioteca Universitaria di Padova i preziosi testi di Giovanni del Virgilio: maestro bolognese e corrispondente del Sommo Poeta.
Dante, ritrovate le opere perdute di un misterioso corrispondente bolognese
Opere dal valore inestimabile, considerate perdute e ritrovate, quelle del poeta e grammatico Giovanni del Virgilio, che si consideravano la motivazione principale della sua fama, ma che fino ad ora non erano mai state individuate. Autore della ragguardevole scoperta dei testi identificati nella Biblioteca Apostolica Vaticana e nella Biblioteca Universitaria di Padova, è Giandomenico Tripodi: ricercatore iscritto al Dottorato in Filologia e Critica del Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature antiche e moderne dell’Università di Siena. Tripodi, spiega l’Ateneo senese in un comunicato con cui oggi ha annunciato il ritrovamento, ha fatto l’inaspettata scoperta durante le ricerche relative al progetto sul commento inedito di Benvenuto da Imola alla Georgiche di Virgilio.
Un sensazionale ritrovamento di scritti che si consideravano perduti
Il sensazionale rinvenimento, sottolinea Tripodi, permette di accedere direttamente ai più ampi commenti sulle opere di Virgilio (Bucoliche, Georgiche ed Eneide) prodotti nell’intero Medioevo. E consente di dare un volto a questo misterioso personaggio, i cui scritti si credevano ormai perduti. Si riapre così la questione del rapporto fra il magister Giovanni e l’autore della Commedia sotto il segno della comune guida, il tanto amato Virgilio. Come spiega nel dettaglio l’Adnkronos, infatti, leggendo e catalogando i numerosi manoscritti medievali sparsi per le biblioteche d’Europa recanti testimonianze dei poemi di Virgilio, Tripodi ha individuato due esemplari straordinari. Il primo, fra i tesori della Biblioteca Apostolica Vaticana. Il secondo, nella Biblioteca Universitaria di Padova.
Il rapporto epistolare tra Dante e il “misterioso” poeta…
Prodotti attorno alla metà del Trecento, i due manoscritti tramandano i commenti alle tre opere virgiliane nella forma di appunti presi da studenti a lezione all’Università di Bologna. Dopo un lungo studio dei codici e un’analisi approfondita di elementi stilistici, linguistici, riferimenti intertestuali, autocitazioni e testimonianze indirette, lo studioso ha potuto attribuire questi commenti proprio al maestro Giovanni. «Finalmente possiamo toccare con mano quei testi che diedero il soprannome “del Virgilio” al corrispondente di Dante», commenta Tripodi. Ma che importanza aveva nella cultura dell’epoca lo studio di Virgilio che accomunava Giovanni e Dante? È proprio la figura di Virgilio a legare il professore bolognese all’Alighieri.
Tra il Sommo Poeta e il suo corrispondente un serrato scambio epistolare in versi latini
I due si erano incontrati a Bologna nei primi anni del Trecento e si erano in seguito confrontati in una serrata corrispondenza in versi latini: le Ecloghe. Giovanni consigliava a Dante di comporre un poema in latino per guadagnarsi la corona d’alloro. Ma Dante, come è noto, gli rispondeva ribadendo la sua fedeltà alla lingua volgare. Quel che di certo li vedeva d’accordo era invece la profonda ammirazione per il poeta latino per eccellenza. Quel Virgilio che aveva accompagnato Dante nel suo viaggio fra Inferno e Purgatorio. E che Giovanni commentava appassionatamente a lezione. Fino a ieri, tuttavia, nessuno di quei preziosi commenti del maestro pareva essere giunto fino a noi.
Dante, dalle teche del passato nuovi spunti di riflessione e analisi
Il ritrovamento ha naturalmente avuto grande risonanza, e non solo in ambito accademico. Giandomenico Tripodi ha già pubblicato la dimostrazione filologica della scoperta sull’attuale numero della rivista scientifica “Italia Medioevale e Umanistica” (LXIII, 2022). E pubblicherà le edizioni critiche dei tre commenti nei prossimi anni nella prestigiosa collana delle “Edizioni Nazionali dei Testi Mediolatini d’Italia” per i tipi della Sismel-Edizioni del Galluzzo. Il primo intervento pubblico sul tema si è tenuto all’Università di Siena nell’ambito dei prestigiosi Seminari del Martedì del Centro Ama del Dottorato in Filologia e Critica del Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature antiche e moderne. È poi seguita una giornata di studi promossa dall’Università di Bologna, dove aveva insegnato – corsi e ricorsi storici – lo stesso Giovanni del Virgilio…