Fazzolari: «Il no di Schlein ad Atreju è l’immagine nitida di ciò che è diventata la sinistra»

14 Dic 2023 12:34 - di Paolo Sturaro
atreju

Il primo Atreju con Giorgia Meloni premier. Una importante manifestazione, che negli anni è cresciuta sempre di più e che adesso è centrale nel dibattito politico. Lo sottolinea Giovanbattista Fazzolari, in un’intervista alla “Voce del patriota”. «È il ritratto del percorso incredibile di un’intera comunità politica: quella che era una festa giovanile di ragazzi che sognavano di cambiare il mondo è diventata una grande kermesse politica nella quale quegli stessi ragazzi, oggi cresciuti, raccontano come stanno riuscendo a cambiare l’Italia e l’Europa». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio per l’attuazione del programma, risponde a chi gli chiede quale sia lo stato d’animo nei giorni di Atreju.

Fazzolari sul rifiuto della segretaria del Pd ad Atreju

Il  no della Schlein? «Ha tutta l’aria di essere un segnale di grande debolezza», dice Fazzolari. «È l’immagine più nitida di ciò che è diventata la sinistra che da tempo non si confronta più sul terreno delle idee ma trae la sua legittimazione solo nel demonizzare la destra. Il messaggio che la segretaria del Pd ha dato rifiutando il confronto va esattamente in questa direzione: non ho argomenti da contrapporre a quelli di Giorgia Meloni ma faccio felici i miei dicendo che con gli avversari non parlo. Noi invece abbiamo sempre fatto l’opposto, cercando ogni possibile occasione di confronto con tutti. Atreju lo dimostra dal 1998».

«Il referendum non ci spaventa»

Fazzolari sottolinea l’importanza delle riforme. «Abbiamo preso un impegno con milioni di italiani: realizzare una riforma che consenta agli elettori di scegliere direttamente da chi farsi governare, che dia stabilità ai governi legittimati dal voto e stronchi la pessima prassi degli esecutivi frutto delle trame di palazzo. È quello che abbiamo fatto con questa proposta di riforma costituzionale», spiega. «È una proposta che prevede l’elezione diretta del presidente del Consiglio e una norma anti-ribaltone che impedisce anche l’arrivo di nuovi governi tecnici. Non mi sorprende che ciò non piaccia per nulla al Pd e a tutti coloro che in questi anni hanno governato a discapito della volontà popolare. Saremmo ben felici se si raggiungessero i 2/3 dei voti parlamentari per approvare la riforma, ma non ci spaventa né sinceramente ci dispiacerebbe l’idea di chiedere agli italiani che cosa ne pensano. E non invidio affatto chi, durante una eventuale campagna referendaria, si troverà a dover difendere la possibilità di continuare a fare accordi in spregio alla sovranità popolare».

«Meloni, leader più forte sulla scena europea»

«A livello internazionale», continua Fazzolari, «sono sempre di più gli osservatori e gli attori che riconoscono la centralità di Giorgia Meloni. È di fatto il leader più forte sulla scena europea. È riuscita a riportare l’Italia al centro delle dinamiche di politica estera dialogando con i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente così come con i partner comunitari e con gli storici alleati del blocco atlantico. Ciò è dovuto principalmente al riconoscimento da parte degli attori internazionali della sua alta visione politica, anteposta a qualunque tipo di calcolo opportunistico o di convenienza elettorale. È proprio questa la caratteristica che distingue uno statista da un normale politico».

Fazzolari: «Dopo un anno l’Italia è cresciuta»

«Un’Italia più forte sotto molti punti di vista. Lo è nel contesto internazionale dove ora è considerata un interlocutore affidabile e credibile che difende con determinazione i propri interessi nazionali nel rispetto di quelli altrui. Una Nazione rafforzata agli occhi dei cittadini e delle imprese, dei mercati internazionali, degli investitori e anche delle agenzie di rating, come confermato dai temuti giudizi delle ultime settimane che hanno dato una sonora batosta a quanti tifano contro l’Italia. Questo primo anno ci consegna un’Italia con ottimi fondamentali macroeconomici, con i conti in ordine nonostante il periodo complicato, e comunque capace di dimostrare grande coraggio ricorrendo a deficit aggiuntivo per una manovra di bilancio espansiva a beneficio di cittadini e imprese. Un’Italia che sta ricreando un giusto rapporto tra fisco e contribuenti, un’Italia con un mercato del lavoro da record, con una borsa da record, con lo spread sotto controllo, con la fiducia dei cittadini e con l’orgoglio di essere italiani».

Pnrr: nel 2024 «continueremo a lavorare per la sua tempestiva attuazione»

«Le priorità per il prossimo anno sono quelle su cui abbiamo chiesto la fiducia agli italiani e rappresentano il fulcro della manovra. Proseguiremo quindi nel sostegno ai redditi medio bassi, alle imprese e al lavoro, favorendo le migliori condizioni per una crescita economica sostenuta e duratura. E ancora sostegno a famiglie, natalità e lavoro femminile, attraverso interventi interdipendenti e complementari dal forte impatto sociale oltre che economico. Continueremo a lavorare per un’efficace e tempestiva attuazione del Pnrr, anche alla luce del via libera arrivato da Bruxelles alla proposta di revisione presentata dal governo. Un successo importantissimo per l’Italia, che ha smentito quanti sostenevano fosse “impossibile” e addirittura “folle” modificarlo. Andremo avanti con l’attuazione della delega fiscale, già avviata con alcuni decreti nelle ultime settimane».  Vogliamo donare all’Italia – assicura Fazzolari – «una rivoluzione fiscale attesa da decenni, incentrata sulla semplificazione, su un rapporto più equo e collaborativo con cittadini e imprese, sulla riduzione progressiva della pressione fiscale, senza ovviamente abbassare mai la guardia sul fronte evasione. Ci sono poi i temi della sicurezza, dell’immigrazione, i diversi dossier internazionali: rispondendo mi accorgo che la domanda è davvero complicata perché stiamo lavorando alacremente su molti fronti».

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