I virus che verranno, dall’influenza suina ai super batteri, le minacce e le sfide in agenda per il 2024

30 Dic 2023 15:09 - di Prisca Righetti
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Non di soli virus muore l’uomo, è vero: eppure le sfide che ci attendono per il 2024 chiamano addetti ai lavori e pazienti ad affrontare la battaglia contro i nuovi virus che si moltiplicano. Anche perché, se da un lato è vero che ad oggi l’uomo è sicuramente debitore della sua longevità allo sviluppo (nella seconda metà del XX secolo) degli antibiotici, è altresì evidente ormai che il loro utilizzo prolungato ha finito per selezionare l’emergenza, la moltiplicazione e la diffusione di ceppi batterici che producono enzimi in grado di vanificarne l’azione. E allora è proprio questa la sfida più ardua in calendario a partire dall’anno che verrà: la lotta all’antibiotico resistenza (AMR, Antimicrobial Resistance). Un fenomeno che è via via aumentato, soprattutto a livello ospedaliero ma anche nelle comunità, fino a richiedere la messa a punto di interventi istituzionali per monitorarlo.

I virus che verranno: le sfide in agenda per il 2024

Non solo Covid, allora. Nell’anno che stiamo per inaugurare le sfide ai nuovi virus si moltiplicano. Oggi, suggerisce non a caso l’Adnkronos, con il cambiamento climatico il fronte delle malattie infettive si è arricchito di zoonosi (Dengue West Nile, ad esempio) un tempo sconosciute in Italia. E poi ci sono per l’appunto i “super bugresistenti agli antibiotici. In Italia si contano 40mila morti per l’antibioticoresistenza. E ancora: c’è l’influenza suina che spesso fa capolino dal Sud Est Asiatico, e l’aviaria. A tracciare le sfide che ci attendono sono allora Francesco Vaia, direttore della Prevenzione del ministero della Salute. Roberto Parrella, nuovo presidente della Simit, Società italiana di malattie infettive e tropicali e direttore Uoc Malattie infettive a indirizzo respiratorio dell’Ospedale Cotugno di Napoli. E Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive ospedale policlinico San Martino di Genova. Infine, sappiamo che nel 2024 l’Italia ospiterà il G7: non potrà mancare tra le priorità l’impegno sulle strategie per affrontare queste nuove sfide in agenda.

Parrella (Simit): «Oggi il Covid e altri virus respiratori si possono confondere e sovrapporre»

«Nel momento in cui l’Oms ha dichiarato la fine dello stato di emergenza per Sars-CoV-2 è stata eliminata una serie di misure e obblighi – spiega Parrella –. E questo può aver generato una falsa aspettativa nella popolazione. Il virus gira e si mescola con altri virus respiratori come l’influenza. I dati a novembre sono aumentati, arrivando a 1.000 ricoverati con sintomi e 307 decessi: quindi circa 40 al giorno. Sono numeri che però non devono spaventare. Ma portarci ad affrontare una situazione che oggi è più delicata per i fragili che sono esposti a più rischi rispetto all’intera popolazione. Da qui nasce la necessità di vaccinare con il rischiamo aggiornato queste categorie insieme agli immunodepressi. Oggi il Covid e altri virus respiratori si possono confondere e sovrapporre». Come accade spesso con malattie respiratorie attribuite a vari agenti infettivi, virali e batterici: parliamo di Mycoplasma pneumoniae e bronchioliti da virus respiratorio sinciziale (Rsv) nei bambini.

Bassetti sulle infezioni da batteri resistenti

Ma non è ancora tutto. «Sicuramente il problema più grande che dobbiamo affrontare è quello delle infezioni da batteri resistenti agli antibiotici che rappresenta una vera piaga. Oggi si contano ogni anno quasi 5 milioni di morti nel mondo e almeno 40 mila in Italia, tra chi muore in ospedale e chi muore fuori per le infezioni da batteri multiresistenti – osserva Bassetti –. E’ un tema che mette insieme tanti diversi settori, da quello della medicina umana, quello della veterinaria, quello dell’agricoltura, perché gli antibiotici sono utilizzati in molti diversi ambiti e ci vuole una nuova consapevolezza da parte di tutti che questo è il vero problema da oggi ai prossimi 20-25 anni. All’orizzonte ci sono pochi nuovi antibiotici attivi sui superbug, batteri che sono diventati ormai veramente fortissimi e che resistono a ogni tipo di terapia. Dobbiamo fare tesoro di ciò che abbiamo a disposizione. Cercando di utilizzarli al meglio quando servono, con tutta una serie di raccomandazioni anche alla popolazione di usarli al dosaggio. Al ritmo di somministrazione corretto. Quando realmente servono».

Vaia e l’appello a «un cambiamento culturale, una visione sistemica che coinvolga ampi settori della società»

Un approccio non solo medico-sanitario ma – sottolinea il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Francesco Vaia, già direttore dell’Inmi Spallanzani di Roma – è necessario «un cambiamento culturale» «possibile» e che è «indispensabile adottare. Una visione sistemica, che coinvolga ampi settori della società: dalla scuola alla famiglia. Dai luoghi di lavoro al mondo del Terzo settore. Un approccio proattivo – prosegue Vaia – che tenga conto della complessità degli interventi richiesti. E che si muova attivamente per la promozione della salute dei cittadini durante tutto il corso della nostra vita (life-course). Non è mai troppo presto. Ma non è mai nemmeno troppo tardi, e non è mai abbastanza per la prevenzione!» evidenzia Vaia. «A partire dai più piccoli, perché è stato dimostrato che le abitudini acquisite durante l’infanzia hanno ripercussioni durature sulla salute, per tutta la vita dell’individuo (si pensi al problema del sovrappeso e dell’obesità infantile). Fino ai grandi anziani».

Sos influenza suina

Quest’anno, ricordano gli esperti e rimarca l’Adnkronos, c’è stato il primo caso di influenza suina da H2N1 in Inghilterra. «Proprio recentemente – ricorda Bassetti in particolare – l’influenza suina ha già causato una pandemia nel 2009 che ha provocato numerosi casi. Milioni di casi nel mondo con veramente tanti morti: è stata un’emergenza. H2N1 non sembrerebbe avere le caratteristiche di diventare un virus pandemico. Ma anche questo va assolutamente tenuto sotto stretta osservazione perché si tratterebbe per quanto riguarda l’influenza suina di un’infezione che evidentemente arriva dal mondo animale. Pertanto le zoonosi, in generale, sono un problema importante perché sono le infezioni che passano all’uomo dal mondo animale. E su questo bisogna attentamente vigilare».

Dengue, West Nile e i virus “climatici”

Infine, ci sono altre emergenze su cui stare in allerta: per esempio quelle rappresentate dai cambiamenti climatici. «Le temperature a cui ci siamo abituati negli ultimi anni hanno fatto sì che le zanzare siano presenti non solo nei mesi estivi, ma anche in tanti altri mesi, sia primaverili che autunnali. Un problema che riguarda la Dengue e anche la West Nile – avverte Bassetti – che è un’altra malattia trasmessa dalle zanzare. Anche in questo caso, allora, ci troviamo di fronte a una zoonosi che arriva tramite un ospite intermedio. Inoltre, tra i problemi virali potenziali, quello su cui vigilare più attentamente è l’aviaria: continuano a essere riportati casi di aviaria in animali diversi, in mammiferi e altri tipi di animali, è chiaro che ogni volta che questo virus colpisce un nuovo animale. Muta. E sappiamo cosa vogliono dire i cambiamenti di questo tipo di virus. Lo scenario futuro, quindi, è purtroppo pieno di problematiche infettive».

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