
Il duo Chiara Valerio-Elly Schlein: più leggi più diventi antifascista. Capezzone le sbeffeggia: state su Marte
Dunque c’è questo video, in cui la dondolante (perché quando parla dondola) Chiara Valerio, domina indiscussa delle manifestazioni letterarie correttamente orientate (cioè “de sinistra”) chiede a Elly Schlein se secondo lei la cultura serve per sviluppare gli anticorpi dell’antifascismo. “Dipende”, risponde la segretaria dem. Sicuramente se leggi tanti libri ti “confronti con la diversità” e sviluppi pure gli anticorpi dell’antifascismo.
Il non detto, ovvio, è che chi non è antifascista non legge. Dunque rappresenta l’incultura, la rozzezza, l’analfabetismo politico. Daniele Capezzone, su Libero, prende in giro il duo Valerio-Schlein a cominciare dalla “cifra stilistica”: “Atmosfera spoglia, muro bianco alle loro spalle, niente luci, divanetto in similpelle. Bisogna soffrire e soprattutto far vedere che si soffre: chiaro, no?”.
Ma quali sarebbero le letture ammesse? “Per la teologia e comunque per prepararsi spiritualmente al Natale – scrive Capezzone – sono imprescindibili le opere di Luca Casarini (con o senza tuta bianca, ma già pronto per il Conclave): c’è chi garantisce che il Vangelo secondo Luca si debba a lui, non ad altri. Per un adeguato ripasso nonviolento, non si può fare a meno di recuperare l’opera omnia dell’appena scomparso Toni Negri, già in odore di santità. Mai dimenticare il trittico Saviano-Augias-Scurati: sistemati al posto dei Re Magi in un ideale presepe laico, faranno un figurone. «Cosa si deve inventare per poter riderci sopra», cantava Lucio Dalla. Ecco, abbiamo scherzato un po’ anche noi, amici lettori. Ma – pensandoci meglio – questi signori sono proprio impazziti. Continuano a vedere fez, stivaloni e camicie nere ovunque. E soprattutto continuano a ragionare da extraterrestri. Antifascisti su Marte. Auguri a loro, e soprattutto a noi”.
Ultima annotazione: Chiara Valerio è colei che ha risolto i problemi di identità della sinistra italiana (e forse anche di quella mondiale data la smisurata autostima di cui si ammanta) sostenendo, alla manifestazione di novembre del Pd, che i progressisti devono essere come la pasta aglio, olio e peperoncino. Una metafora culinaria di cui non si è capito nulla ma che tutti hanno applaudito con entusiasmo. Perché, a sinistra, più parli in modo incomprensibile più sei apprezzato. Ed ecco il seguito dell’interessante comizio di Chiara Valerio: “Si potrebbe parlare di polenta, di arancini, arancine, arancinu, porchetta e fave e cicoria. Nella cucina italiana non c’è segregazione, non c’è autonomia differenziata né premierato”. Ma va?
La Destra governerà almeno per vent’anni. pic.twitter.com/yWkOIDjTul
— Francesco 🇮🇹 (@SaP011) December 20, 2023