Inflazione ancora in calo a novembre, bene il “carrrello della spesa”: numeri amari per la sinistra

15 Dic 2023 12:59 - di Alberto Consoli
Inflazione

A novembre l’inflazione registra una ulteriore  diminuzione dello 0,5% su base mensile e un aumento di 0,7% su base annua.  Lo ha reso noto l’Istat, ricordando che la stima preliminare era del +0,8%. L’inflazione torna così a livelli vicini a quelli del febbraio 2021 (+0,6%). L’ulteriore calo del tasso “risente ancora del favorevole andamento dei prezzi dei beni energetici, che a novembre evidenziano una netta flessione sul piano congiunturale”, si legge nel rapporto dell’istituto di Statistica. Proprio mentre ad Atreju è in corso il dibattito sull'”Economia che torna a crescere”, la notizia va ad accrescere ed avvalorare un trend positivo su lavoro, Pil, Borsa. Gufi zittiti ogni giorno che passa.

L’andamento dei prezzi

Un contributo al rallentamento dell’inflazione, secondo i dati Istat, si deve inoltre alla dinamica dei prezzi di alcune tipologie di servizi (ricreativi, culturali e per la cura della persona e di trasporto) e alla nuova decelerazione dei prezzi degli Alimentari (+5,8%), in particolare della componente lavorata, che esercita un freno alla crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+5,4%). Infine, l’inflazione di fondo si attesta a novembre al +3,6% (da +4,2%)”. Sia la cosiddetta'”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sia quella al netto dei soli beni energetici continuano a rallentare (entrambe da +4,2%, registrato a ottobre, a +3,6%).

Un trend iniziato a fine ottobre

Dopo essersi annullata a ottobre, la dinamica tendenziale dei prezzi dei beni scende su valori negativi (a -1,4%), mentre quella dei servizi rimane su valori positivi; sebbene in ulteriore rallentamento (da +4,1% a +3,7%). Determinando un ampliamento del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+5,1 punti percentuali, dai +4,1 di ottobre). Continuano a rallentare in termini tendenziali i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +6,1% a +5,4%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,6% a +4,6%).

Bene il commercio con l’estero

A ottobre 2023 si stima una crescita congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero: più intensa per le esportazioni (+3,8%) che per le importazioni (+2,8%). L’aumento su base mensile dell’export è più ampio per i mercati extra-Ue (+6,5%) rispetto all’area Ue (+1,4%). Nel trimestre agosto-ottobre 2023, rispetto al precedente, l’export cresce del 2,4%, l’import dello 0,5%. A ottobre l’export cresce su base annua del 3,0% in termini monetari (era -6,4% a settembre) mentre registra una lieve riduzione in volume (-0,4%). La crescita dell’export in valore è sintesi di un aumento del 9,4% per i mercati extra-Ue e di una contrazione del 2,6% per l’area Ue. L’import segna una flessione tendenziale del 9,2% in valore, molto ampia per l’area extra Ue (-18,6%), modesta per quella Ue (-0,3%); in volume, cresce del 2,6%. E’ quanto emerge dalle rilevazioni diffuse dall’Istat.

Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano: macchinari e apparecchi non classificati altrove (n.c.a.) (+11,9%), autoveicoli (+34,5%), mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+26,8%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+9,1%). Flettono su base annua le esportazioni di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-9,1%), sostanze e prodotti chimici (-7,7%), computer, apparecchi elettronici e ottici (-6,7%) e carta e prodotti di carta, prodotti della stampa e della riproduzione di supporti registrati (-13,6%).

Su base annua, i paesi che forniscono i maggiori contributi alla crescita dell’export nazionale sono: paesi OPEC (+42,0%), Stati Uniti (+10,2%), Regno Unito (+10,9%) e Giappone (+25,3%). Per contro, si riducono le esportazioni verso Germania (-5,6%), Austria (-16,4%) e Belgio (-6,6%). Nei primi dieci mesi del 2023, l’export registra una crescita tendenziale dell’1,2%, cui contribuiscono in particolare le maggiori vendite di macchinari e apparecchi n.c.a. (+10,6%), autoveicoli (+24,7%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+6,8%), mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+9,4%) e articoli farmaceutici, chimico-medicali e botanici (+5,1%).

 

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