Intelligenza artificiale, l’Ue trova l’accordo sulla legge: sarà la prima al mondo. Breton: “Fatto storico”

9 Dic 2023 14:58 - di Federica Parbuoni
intelligenza artificiale

Una legge europea sull’intelligenza artificiale che da un lato garantisca la sicurezza dei cittadini e degli apparati e dall’altro favorisca la ricerca e la possibilità di cogliere le opportunità, anche economiche, che si aprono con questa nuova frontiera: è l’Ai Act su cui a Bruxelles è stato raggiunto un accordo politico definito “storico” dal commissario al Mercato interno, Thierry Breton. “L’Ue diventa il primo continente a stabilire regole chiare per l’uso dell’intelligenza artificiale. L’Ai Act è molto più di un regolamento: è un trampolino di lancio per startup e ricercatori dell’Ue per guidare la corsa globale all’intelligenza artificiale. Il meglio deve ancora venire”, ha scritto su X il commissario. L’accordo ora passa al vaglio dei governi degli Stati membri.

Gli obiettivi dell’Ai Act, la legge europea sull’intelligenza artificiale

L’Ai Act, come sottolineato da Breton, è il primo tentativo al mondo di stabilire un quadro normativo certo intorno all’intelligenza artificiale. Il suo obiettivo è quello di creare le condizioni per un uso sicuro ed etico di questo nuovo strumento, sia per quanto riguarda la tutela dei diritti individuali e delle imprese sia per quanto il funzionamento delle democrazie. L’Ai Act, inoltre, si propone di essere anche una cornice in cui favorire lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione, puntando a fare dell’Europa il leader globale del settore. La normativa guarda, poi, anche all’ambiente, indirizzando lo sviluppo dell’Ai in una direzione di sostenibilità.

Von der Leyen e Metsola: “Novità mondiale”; “Approccio pioneristico”

Si tratta, ha detto la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, di un approccio “pioneristico” che punta anche a fare da modello per il resto del mondo. “L’Ai Act europeo è una novità mondiale. Un quadro giuridico unico per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale di cui ti puoi fidare. E per la sicurezza e i diritti fondamentali delle persone e delle imprese”, ha commentato su X la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, sottolineando che si tratta di “un impegno che abbiamo assunto nei nostri programmi politici e che abbiamo mantenuto”.

Urso e Butti: “Un passo significativo. Il governo Meloni sostiene questo processo”

“L’accordo politico preliminare sull’Ai Act, raggiunto questa notte nel trilogo (negoziato informale, ndr) a Bruxelles, rappresenta un passo significativo per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale nella Ue ed in Italia”, hanno commentato in una nota congiunta il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti. “Da quando è entrato in carica, il governo Meloni – hanno ricordato – ha contribuito in modo significativo a questo processo legislativo, sostenendo un approccio basato su di una visione umanocentrica dell’Ia che dia impulso allo sviluppo delle nuove tecnologie, ponendo l’Europa al centro della trasformazione digitale globale nel rispetto delle prerogative che il trattato Ue riserva agli Stati membri”.

L’accordo passa ora al vaglio degli Stati membri

“L’accordo politico preliminare dovrà ora essere sottoposto all’esame dei governi europei, che ne valuteranno i dettagli in vista dell’approvazione finale da parte del Consiglio”, hanno quindi spiegato Urso e Butti, chiarendo che “l’Italia ribadirà la necessità di un quadro normativo semplice e chiaro, che rispecchi un equilibrio tra progresso tecnologico e salvaguardia dei principi etici costituzionalmente orientati e dei diritti dei cittadini, in grado di supportare adeguatamente lo sviluppo del mercato e della tecnologia, in perenne evoluzione”. “Il governo – hanno quindi concluso i due esponenti dell’esecutivo – auspica che la futura legislazione possa favorire un’innovazione responsabile e sostenibile, promuovendo sviluppo e investimenti da parte delle imprese nazionali ed europee, nel rispetto dei diritti dei cittadini e delle prerogative degli Stati membri a salvaguardia dell’interesse nazionale”.

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