Iran, giustiziata l’ex sposa bambina Samira Sabzian: era accusata di aver ucciso il marito

20 Dic 2023 9:54 - di Gigliola Bardi
samira sabzian

Sono state spazzate via all’alba di stamattina le speranze per l’iraniana Samira Sabzian, l’ex sposa bambina che otto anni fa aveva ucciso il marito violento. Samira, secondo quanto riferito dalle organizzazioni per i diritti umani, è stata impiccata all’alba, dopo che un rinvio dell’esecuzione, inizialmente prevista per il 13 dicembre, aveva creato qualche aspettativa su una possibile grazia da parte del regime di Teheran. L’auspicio era che le pressioni interne e internazionali potessero portare a un ripensamento.

Samira Sabzian è la 18esima donna messa a morte in Iran quest’anno

“Samira Sabzian, come temevamo, è stata messa a morte questa mattina in Iran appena dopo la preghiera dell’alba”, ha fatto sapere Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “La sposa bambina che otto anni fa aveva ucciso il marito violento è la diciottesima donna messa a morte quest’anno in Iran su un totale di ormai 800 impiccagioni. Le leggi iraniane – ha spiegato ancora Noury – consentono matrimoni forzati e precoci dall’età di 13 anni per le bambine, non proteggono le donne dalle violenza domestica e poi le ammazzano quando si ribellano”.

La prigionia dell’ex sposa bambina, costretta al matrimonio quando aveva 15 anni

Samira era in carcere con l’accusa di aver ucciso il marito che le era stato imposto quando aveva solo 15 anni. Da quell’unione forzata erano nati due figli, che avevano all’epoca sette anni e pochi mesi e che nei lunghi anni di carcere non aveva mai potuto vedere. Il primo incontro era stato reso possibile solo la settimana scorsa, a ridosso dell’annunciata e poi posticipata esecuzione.

Iran Human Rights: “Khamenei e gli altri leader della Repubblica islamica devono rispondere di questo crimine”

Secondo quanto riferito dalla Ong Iran Human Rights, Samira è stata giustiziata nel carcere di Qeezel Hesar a Karaj. “La Repubblica islamica ha impiccato oggi Samira Sabzian con il mondo intero come testimone. Samira è stata vittima di anni di apartheid di genere, matrimoni infantili e violenze domestiche, e oggi è stata vittima della macchina omicida di un regime incompetente e corrotto. Un regime che si è sostenuto unicamente uccidendo e instillando paura”, ha scritto su X il direttore di Iran Human Rights, Mahmood Amiry-Moghaddam . “Ali Khamenei e gli altri leader della Repubblica islamica devono rispondere di questo crimine. Come altre vittime della macchina esecutiva del regime, Samira era tra i membri più vulnerabili della società e non aveva voce. Una campagna di una settimana non è stata sufficiente a salvarla. Dobbiamo lottare ogni giorno per salvare le migliaia di altre persone in fila per essere vittime della macchina di morte, al fine di preservare la sopravvivenza del regime”.

L’appello alla comunità internazionale: “Non spegnete la luce sul nostro Paese”

Parlando con il Corriere della Sera, Amiry-Moghaddam ha aggiunto che “il silenzio degli ultimi giorni è stato fatale per Samira. “La comunità internazionale sembra non capire che quando spegne la luce sul nostro Paese, la dittatura fa quello che vuole”, ha aggiunto, sottolineando che “in queste storie, è importante non incolpare la famiglia della vittima. Così facciamo il gioco della Repubblica islamica che scarica la responsabilità sui cittadini. Gli unici boia sono loro che usano le impiccagioni per terrorizzare il popolo”.

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