La Borsa promuove il governo Meloni: un anno al di sopra delle più rosee aspettative
Un 2023 che supera le più rosee aspettative quello chiuso da Borsa italiana. Menagrami, gufi, anti-italiani prendano un Maalox. La sinistra e le opposizioni avevano puntato tutto sul crollo di Borsa e mercati e invece questo 2023 nel segno del governo Meloni vede i fondamentali economici su livelli più che soddisfacenti. L’andamento della Borsa è uno di tali indicatori che segna una buona salute del sistema Paese. Sui mercati nell’anno si sono registrate 39 ammissioni di cui 36 Ipo (più di metà dell’intera Euronext), quattro sul mercato principale Euronext Milan e 32 su Euronext Growth Milan. La capitalizzazione complessiva delle società quotate al 28 dicembre 2023 è salita a 761 miliardi di euro: pari al 39,4% del Pil. Il risultato più sorprendente è quello dell’indice Ftse Mib, che salendo per la prima volta dal 2008 sopra quota 30.000, archivia l’anno con un aumento del 28%, a 30.351,62 punti. Erano 24.158 – minimo del 2023 – nella prima seduta dell’anno, lo scorso 2 gennaio.
Borsa 2023, superate le più rosee previsioni
Una cavalcata in linea con i risultati record fatti registrare da Francoforte e Wall Street, ma difficilmente immaginabili un anno fa. “Dal punto di vista borsistico siamo rimasti tutti sorpresi, perché il contesto dello scorso anno non era premiante; quando le banche centrali erano ancora minacciosamente super-aggressive sul fronte dei tassi d’interesse”, commenta all’Adnkronos Vincenzo Longo, premium manager di Ig. Con i debutti nell’ultima seduta di Lemon Sistemi, Simone Spa e Yakkyo, raggiungono quota 64 le nuove ammissioni su Euronext: per una capitalizzazione di mercato aggregata alla quotazione di 50 miliardi di euro e 2,5 miliardi di euro di nuovo capitale raccolto. Le 64 quotazioni, pari al 40% del numero totale di nuove quotazioni di titoli azionari in tutta Europa, confermano Euronext leader europea nella quotazione di titoli azionari e leader globale nella quotazione di titoli di debito.
Borsa, Pnrr: l’anno si chiude positivamente
Tra venti di guerra e inflazione, contesto globale rattrappito da punto di vista economico, non ci possiamo lamentare. Questo non vuol dire che tutto va bene. Molto c’è da fare e migliorare tenendo la barra dritta: nessuno nel governo si siede sugli allori. Certo è che la direzione intrapresa- scelte responsabili, conti in ordine, pragmatismo, stop alle mancette – sono quella giusta da seguire. Del resto l’anno si chiude con un’altra bella notizia: «il risultato straordinario» ottenuto sul fronte del Pnrr. Che proprio ieri ha visto partire per Bruxelles la richiesta italiana del saldo della quinta rata. Primatisti in Europa. Lo ricordava Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, durante l’intervento sulla Manovra. “Tutti sostenevano che avremmo perso i soldi del Pnrr”. Verissimo. Anche in questo caso i gufi hanno toppato.
Serietà e stabilità del governo italiano tranquillizzano i mercati
Insomma, se l’Italia ha ritrovato una credibilità e una solidità nel contesto dei mercati lo si deve indubbiamente a una serietà dimostrata su più fronti: avere posto fine alle follie grilline su Reddito di cittadinanza e Superbonus, grazie a un’opera di razionalizzazione delle risorse che non scardionerà le casse dello Stato. E la Manovra appena approvata dimostra che senza voli pindarici, pur in un contesto generale sfavorevole, si possono centrare degli obiettivi, rimandando altri progetti ad un orizzonte di legislatura, come il governo si propone.
Lo Spread è crollato da 219 a 168
La linea della prudenza è stata apprezzata dalle agenzie di Rating, altro schiaffone a gufi e menagrami che aspettavano il governo al varco. La sintesi di questa serietà, unita alla stabilità dell’esecutivo trova la sua sintesi nella performance della Borsa Italiana proprio nel giorno dell’approvazione della manovra: nei 12 mesi lo spread Btp-Bund è crollato da 219 a 168; l’indice azionario di Piazza Affari è cresciuto del 28% tornando ai livelli del 2008; il valore totale delle 429 società quotate è balzato a 761 miliardi di euro (+21,6%); e 39 sono le nuove ammissioni al listino:il numero più alto nell’ambito di Euronext che raggruppa sette tra le principali Borse europee.