La sinistra ha trovato il nuovo Cospito: chi è Ilaria Salis, l’anarchica che rischia 16 anni in Ungheria
La sinistra italiana (Bonelli, Fratoianni a Ilaria Cucchi in prima fila) ha trovato il suo nuovo Cospito: l’anarchica milanese Ilaria Salis, classe 1984, è reclusa in un carcere ungherese da 9 mesi. Oggi Repubblica la descrive come una “maestra elementare” finita coinvolta in una retata della polizia “fascista” di Orban. A leggere i giornali internazionali (a cominciare da quelli tedeschi, le cose stanno molto diversamente).
Secondo questo video era nel commando di Budapest
La militante antifascista, già presente nelle carte processuali a Roma nell’inchiesta anti terrorismo bialstok legata al Fai (Federazione anarchica internazionale a cui fa riferimento Cospito) è stata arrestata l’11 febbraio 2023. È accusata di almeno due “brutali aggressioni” (fonte Bild) ai danni di un tramviere ungherese, colpevoli di avere partecipato a una manifestazione di estrema destra.
Ecco il video di una delle due aggressioni per la quale Ilaria Salis è accusata. I militanti anarchici hanno ridotto in fin di vita un uomo armati di martelli e bastoni telescopici, spruzzandogli infine dello spray al peperoncino al volto quando era ormai a terra inerme. Secondo gli inquirenti ungheresi, la 39enne milanese sarebbe legata al gruppo tedesco di estrema sinistra Hammerbande, considerato in Germania una vera e propria associazione terroristica.
Ilaria Salis, la militante anarchica si dichiara innocente
I genitori della 39eenne hanno scritto alle autorità italiane per chiedere il trasferimento in Italia, direttamente agli arresti domiciliari. «Sulla scrivania della premier Giorgia Meloni, del presidente del Senato Ignazio La Russa, dei ministri degli Esteri e della Giustizia Antonio Tajani e Carlo Nordio, c’è la lettera di un padre disperato», scrive Repubblica.
Il 29 gennaio si aprirà il processo: per quelle due aggressioni, che potevano costare la vita alle vittime, rischia fino a 16 anni. Ilaria Salis, a differenza di Cospito, dichiara di essere innocente.
La 39enne milanese rischia fino a 16 anni di carcere
Dal carcere ungherese la donna ha scritto una lettera il 2 ottobre scorso. Si lamenta coi genitori delle condizioni in cui è detenuta: «Sono stata costretta a indossare abiti sporchi e un paio di stivali con i tacchi a spillo che non erano della mia taglia, ho dovuto partecipare all’udienza di convalida così abbigliata». E ancora: «Oltre alle manette qui ti mettono un cinturone di cuoio con una fibbia a cui legano le manette, anche i piedi sono legati tra loro: due cavigliere chiuse con due lucchetti e unite tra loro da una catena di 25 centimetri. Poi mettono un’ulteriore manetta a un solo polso, a cui è fissato un guinzaglio di cuoio tenuto in mano dall’agente della scorta, si rimane legati così durante tutta l’udienza e l’esame svolto dall’antropologo».
Ilaria Salis lamenta che in cella ci sono anche topi e scarafaggi in cella, il cibo scarso e lo spazio vitale a disposizione è poco. Repubblica ha raccolto la sua denuncia, così come alcuni esponenti della sinistra. Ma il caso, prima ancora che politico, è giudiziario. Coinvolgere il governo Meloni pare solo l’ennesima gratuita strumentalizzazione.