Le urla di Schlein contro Meloni e Atreju: “Invece di pensare alle feste, pensino al Paese”
Punta nell’orgoglio, spiazzata, quasi invidiosa. “Invece di pensare alle loro feste, pensino a dare risposte a oltre tre milioni di lavoratori poveri. Che avranno ben poco da festeggiare a Natale”. Così Elly Schlein dal palco degli Studios della Tiburtina a Roma dove si svolge il forun del Pd sull’Europa. Una discreta gatta da pelare per il Nazareno.
Schlein attacca Meloni e Atreju. Come sempre
“Perché ho detto che il governo non arriva a fine legislatura?”, dice ai cronisti la segretaria dem. “Perché mi sembra che il governo sia molto fragile e stia mancando le risposte sui fondamentali. E non è questione di polemica politica ma contano le condizioni materiali dei cittadini. Mi trovate qualcuno che dica di star meglio di un anno e due mesi fa? Non lo trovate. Facciano un bagno di realtà. Capisco che la propaganda è la loro confort zone ma i problemi reali sono un’altra cosa”. Ma a fare propaganda è proprio la leader dem.
La premier si sta muovendo male
Pochi argomenti a favore, molti argomenti contro, come da copione. E urlati, per nascondere la povertà di progetti e le liti interne. Meglio sparare ad alzo zero sulla premier, leader del primo partito italiano. “Come si sta muovendo? Male perché questo governo è stato del tutto assente nel negoziato su una tematica così importante per l’Italia come la riforma del patto di stabilità per evitare di tornare all’austerità”.
La segretaria dem inaugura la campagna elettorale
Il linguaggio è lo stesso della campagna elettorale, perdente, monotono. Niente appeal. “Stanno rischiando di farci tornare indietro alla rigida austerità. E questo ci preoccupa molto. Hanno sempre scelto gli alleati più sbagliati in Europa. L’Italia è sola e rischia di fare un balzo indietro” Dentro gli Studios dalle pareti scure e le luci da set si parla di Europa, di lavoro, transizione climatica, diritti, dei temi dell’Ue del futuro. Fuori si parla di nomi. Del candidato del Pse che sarà lanciato al congresso di marzo, proprio nella Capitale.
Buio sul candidato: Schmit? Draghi? Gentiloni?
C’è chi scommette su Nicolas Schmit, commissario Ue, che domani sarà all’iniziativa dem. E poi delle suggestioni su un ruolo per Mario Draghi. E di quelle su Paolo Gentiloni, star della mattinata. Sarà il federatore del centrosinistra? “Povero Paolo, non glielo auguro proprio”, dice Carlo Calenda ad HuffPost. E si parla anche di liste e candidature, su cui anche i diretti interessati, gli ‘aspiranti’ candidati o ricandidati, sanno ancora poco o nulla. A partire dalle intenzioni di Elly Schlein, se sarà in campo o meno.
Se si candida capolista, fa un errore
Un membro della delegazione Pd in Europa la butta giù senza giri di parole. “Se Schlein si candida capolista, commette uno sbaglio. Così facciamo solo il gioco della destra. Le europee non sono un secondo tempo delle politiche. Questa volta meno che mai. Ma se si candidano i leader diventa una competizione tutta interna”.
“Gli altri hanno le cape, noi il progetto”
“Ci sono altre forze in cui c’è un capo o una capa che decide. Noi invece costruiamo un progetto per rendere migliore il futuro delle persone e lo facciamo insieme”, dice Schlein che salta da un tavolo tematico all’altro. Sono 6 e vanno avanti a oltranza. Inevitabile la freccia avvelata contro Paolo Corsini. “Noi siamo qui con più di 800 persone che si sono iscritte per parlare insieme di Europa. In altri palchi si susseguono figure per accreditarsi con chi comanda e mostrarsi ubbidienti alla linea di chi comanda”