Mattarella: la democrazia è andare a votare, non stare sui social. “Noi italiani uniti siamo più forti”
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato il suo discorso di fine anno e di auguri per il 2024 in piedi, con un grande albero di Natale sullo sfondo. Come ampiamente anticipato, ha esordito sottolineando la preoccupazione e l’angoscia portati della violenza della guerra. Ha citato la ferocia di Hamas e anche le devastazioni in Ucraina e ha aggiunto che la reazione del governo israeliano ha provocato a sua volta migliaia di vittime civili.
Dinanzi a questo scenario va coltivata la cultura della pace. La guerra infatti è generata dalla mentalità degli uomini che vogliono prevaricare e asservire “rifiutando il progresso della civiltà umana”. Il rischio è di “abituarsi a questo orrore”.
la violenza si vede anche nella nostra vita quotidiana, ha detto ancora il presidente accennando al tema della violenza sulle donne. “Cari ragazzi – è stato il suo messaggio – ve lo dico con parole semplici: l’amore non è egoismo, possesso, dominio, malinteso orgoglio. L’amore –quello vero– è ben più che rispetto: è dono, gratuità, sensibilità”.
“Rispetto allo scenario in cui ci muoviamo – ha continuato – i giovani si sentono fuori posto. Disorientati, se non estranei a un mondo che non possono comprendere; e di cui non condividono andamento e comportamenti. Un disorientamento che nasce dal vedere un mondo che disconosce le loro attese. Debole nel contrastare una crisi ambientale sempre più minacciosa. Incapace di unirsi nel nome di uno sviluppo globale”.
Ha poi invitato gli italiani a partecipare alla vita della comunità nazionale: la democrazia – ha detto – è esercizio del diritto di voto e non stare sui social. ha chiesto più attenzione per i fragili e per gli anziani contro “la cultura dello scarto” come l’ha definita papa Francesco, cui Mattarella ha rivolto i suoi auguri.
“Contribuire alla vita e al progresso della Repubblica, della Patria, non può che suscitare orgoglio negli italiani – ha affermato in conclusione – Ascoltare, quindi; partecipare; cercare, con determinazione e pazienza, quel che unisce. Perché la forza della Repubblica è la sua unità”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nel tradizionale messaggio di fine anno.
“L’unità -ha spiegato il Capo dello Stato- non come risultato di un potere che si impone. L’unità della Repubblica è un modo di essere. Di intendere la comunità nazionale. Uno stato d’animo; un atteggiamento che accomuna; perché si riconosce nei valori fondanti della nostra civiltà: solidarietà, libertà, uguaglianza, giustizia, pace. I valori che la Costituzione pone a base della nostra convivenza. E che appartengono all’identità stessa dell’Italia”.
“Questi valori –nel corso dell’anno che si conclude- li ho visti testimoniati da tanti nostri concittadini. Li ho incontrati nella composta pietà della gente di Cutro. Li ho riconosciuti nella operosa solidarietà dei ragazzi di tutta Italia che, sui luoghi devastati dall’alluvione, spalavano il fango; e cantavano ‘Romagna mia’”.
“Li ho letti -ha proseguito il Capo dello Stato- negli occhi e nei sorrisi, dei ragazzi con autismo che lavorano con entusiasmo a Pizza aut. Promossa da un gruppo di sognatori. Che cambiano la realtà. O di quelli che lo fanno a Casal di Principe. Laddove i beni confiscati alla camorra sono diventati strumenti di riscatto civile, di impresa sociale, di diffusione della cultura. Tenendo viva la lezione di legalità di don Diana. Nel radunarsi spontaneo di tante ragazze, dopo i terribili episodi di brutalità sulle donne. Con l’intento di dire basta alla violenza. E di ribellarsi a una mentalità di sopraffazione”.
“Li vedo nell’impegno e nella determinazione di donne e uomini in divisa. Che operano per la nostra sicurezza. In Italia, e all’estero. Nella passione civile di persone che, lontano dai riflettori della notorietà, lavorano per dare speranza e dignità a chi è in carcere. O di chi ha lasciato il proprio lavoro –come è avvenuto- per dedicarsi a bambini, ragazzi e mamme in gravi difficoltà. A tutti loro -ha concluso Mattarella- esprimo la riconoscenza della Repubblica. Perché le loro storie raccontano già il nostro futuro. Ci dicono che uniti siamo forti”.