Mieli spiazza la sinistra sugli islamici. “Non vogliono integrarsi. Bisogna guardare in faccia la realtà”

5 Dic 2023 15:40 - di Gabriele Alberti
Mieli islamici

Intervento lodevole quello di Paolo Mieli a Quarta repubblica, su Rete 4, sul tema Islam, immigrazione e integrazione. E ipocrisia della sinistra. Tra gli ospiti di Nicola Porro c’è lo storico  l’ex direttore e oggi editorialista del Corriere della Sera, che  va dritto al punto sgombrando ogni equivoco sulle comunità islamiche più integraliste presenti nelle nostre città. I servizi mandati in onda da città come Brescia e Monfalcone non lasciano dubbi sulla non volontà di integrarsi agli usi costumi italiani di molti islamici presenti nel nostro Paese. I ragionamenti di Mieli sono sempre anti-ideologici. Per questo, quando vede parlare uomini e donne intervistati nei servizi, con i primi che non intendono far lavorare le loro donne, le seconde che sembrano accettare supinamente una mentalità certo dissimile da quella delle donne italiane, trae una conclusione.

Mieli: “Noi dobbiamo convivere con chi rifiuta l’integrazione”

“Loro non vogliono integrarsi e noi dobbiamo convivere con chi rifiuta l’integrazione. Come fare? Questo è il vero problema. Dobbiamo entrare in queste comunità e combattere questa battaglia culturale”. Una constatazione logica, lineare che rifiuta la “cecità” di chi a sinistra nega l’evidenza. Parole chiare – Mieli non lo dice espressamente- ma che suonano come un controcanto a quella sinistra che si ammanta di parole d’ordine come “accoglienza” e “integrazione”, senza poi osservare la realtà dei problemi sociali che comporta la convivenza tra culture differenti. Di alcuni valori fondativi della civiltà occidentale – libertà delle donne, lavoro, famiglia- molte comunità islamiche non ne vogliono sapere nulla. Ne è buona testimone la sindaca di Monfalcone, Anna Cisint, presente in collegamento.

Mieli: “Monfalcone era la Stalingrado d’Italia, adesso…”

Monfalcone, in provincia di Gorizia e a pochi chilometri da Trieste è diventata una sorta di “laboratorio” dell’islamizzazione in Italia. “Monfalcone – ricorda ancora Mieli – era la Stalingrado d’Italia a un certo punto la situazione si è rivoltata: la sindaca attuale è una De Luca moltiplicata per mille”. Anna Cisint,  sindaca leghista di Monfalcone è balzata alla ribalta politica per avere posto il problema della convivenza difficile con la foltissima comunità islamica radicale. Nella città che amministra, “il 30% della popolazione è composta da immigrati, c’è una islamizzazione crescente negli ultimi anni”, sottolinea ancora la prima cittadina. “La sinistra sta sempre lontana dalle persone. Queste persone sono islamiche e hanno intenzioni diverse per il futuro della città”. I servizi mandati in onda mostrano uomini che si rifiutano assolutamente di far lavorare le mogli (“Devono stare a casa”) Quest’ultime rispondono ai cronisti sorridendo e accettando i ruoli che la loro cultura impone (“Da voi ci sono altre usanze”). Nessuno che voglia modificare questo modus vivendi per “integrarsi”. Solo chi non guarda in faccia la realtà può sbandierare parole vuote.

Sallusti contro D’Orsi

Mieli fa un’analisi spiazzante anche sotto un altro punto di vista, che i casi di femminicidio di questi giorni evocano in modo evidente. Si parla di patriarcato, eppure – afferma- durante la grande manifestazione contro l’omicidio di Giulia Cecchettin , nessuno che abbia fatto riferimento alle spose-bambine, all’umiliazione delle donne nella cultura islamica più radicale. Un’altra sberla alla sinistra e a chi nelle piazze ha inneggiato ad Hamas. In trasmissione c’è poi chi rievoca a sproposito l’immigrazione dal Sud delle grandi città operaie del Nord. Ma il paragone del professor D’Orsi, tipico a sinistra, non regge. “I meridionali che sono sbarcati al nord nel ’50 o ’60 volevano integrarsi, questa è la differenza”, rintuzza Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, ospite di Porro. E mentre Vittorio Sgarbi – sempre bastian contrario – afferma che “se una donna decide di portare il velo non vedo perché dovremmo impedirglielo”,  Sallusti lo richiama alla realtà  “Tutti gli indizi  ci dicono che molte donne non sono libere in quelle culture”.

 

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