Nella fiction Rai spazio alla grande storia: foibe, Mameli, la caduta di Mussolini. Ed è subito biasimo
La grande storia italiana sarà protagonista delle fiction – e non solo – della prossima stagione Rai. Nel palinsesto per l’inverno-primavera 2024, di cui il Cda ha preso atto ieri, ci sono infatti titoli come La Storia per la regia di Francesca Archibugi, tratto dal capolavoro di Elsa Morante, e il tv movie Folle D’amore – Alda Merini con Laura Morante, ma anche La lunga notte – La caduta del Duce con Alessio Boni nei panni di Dino Grandi e la regia di Giacomo Campiotti; La rosa dell’Istria con Andrea Pennacchi e la regia di Tiziana Aristarco; Mameli di Luca Lucini e Ago Panini, con Riccardo De Rinaldis, Amedeo Gullà e Neri Marcorè; la mini-serie su Guglielmo Marconi, con Stefano Accorsi, prodotta in occasione nel 150° anniversario della sua nascita.
La grande storia e i suoi protagonisti nella fiction e anche nei programmi Rai
Alcuni di queste produzioni, che portano la firma del precedente ad Carlo Fuortes, erano già state annunciate nella presentazione dei palinsesti di luglio. Si affiancheranno a produzioni ormai familiari per il pubblico come Makari e Lolita Lo Bosco e a esordi nel genere come quello di Edoardo Leo nella serie Il clandestino. Tra i programmi si registrano la conferma di Avanti Popolo di Nunzia De Girolamo, Far West di Salvo Sottile, il ritorno di Presadiretta di Riccardo Iacona e di Che ci faccio qui di Domenico Iannaccone. Non è stato confermato, invece, Mercante in fiera con Pino Insegno, mentre entra in palinsesto Indomabili, programma affidato a Edoardo Sylos Labini che in quattro puntate racconterà le figure di Giuseppe Mazzini, Gabriele D’Annunzio, Filippo Tommaso Marinetti e Giovannino Guareschi.
L’intelligenza artificiale trova spazio nel piano industriale
La prossima stagione Rai, insomma, promette di presentare un cartellone che tiene insieme programmi e fiction consolidati con produzioni più innovative, così come innovativo è anche l’ingresso dell’intelligenza artificiale nel piano industriale, del quale l’ad Roberto Sergio e il dg Giampalo Rossi hanno avviato l’esame.
L’allarme per le fiction “sovraniste”, che però sono precedenti al governo Meloni
La presentazione dei palinsesti è stata accolta da alcune testate con un misto di sarcasmo e sufficienza, dietro i quali si ravvisa la solita idea che ci siano pezzi di storia e cultura che appartengono ad alcuni e pezzi di storia e cultura che appartengono ad altri e non una storia nazionale che appartiene a tutti e come tale va conosciuta, scoperta o riscoperta. Così, per esempio, per Repubblica la fiction sull’esodo riguarda “uno storico cavallo di battaglia dei sovranisti” e i personaggi che saranno raccontati da Sylos Labini sono “legati all’immaginario dei Meloni boys”, mentre per il Corriere “piaceranno ai sovranisti”. Per La Stampa si tratta di “fiction nostalgiche”.
Solo che, come spiegato dalla responsabile di Rai fiction Maria Pia Ammirati, citata dallo stesso quotidiano di Torino, “tutti e tre i titoli citati, la caduta di Mussolini, il biopic su Goffredo Mameli e l’esodo istriano, sono nati prima del governo Meloni: sono contratti attivati due o tre anni fa per essere pronti per la messa in onda dell’anno prossimo”. Del resto una fiction su Mussolini, tanto per citare quella che maggiormente può colpire l’immaginario degli indignati in servizio permanente effettivo, non è neanche una novità: nel 1994 andò in onda Il giovane Mussolini, prodotta precedentemente nel periodo della staffetta governativa tra Amato e Ciampi, evidentemente nostalgici sovranisti anche loro.