Piazza Affari migliore Borsa d’Europa: chiude il 2023 a +28%. Alla faccia di disfattisti e iettatori
È davvero una fine d’anno amara per quanti avevano sperato e remato contro l’Italia. Dopo le promozioni delle agenzie di rating, lo spred sceso anche dopo il voto sul Mes e tutte le varie rilevazioni Istat che parlano di un’economia e di un indice di fiducia in crescita costante, ora ci si mette anche la Borsa di Milano: è di queste ore infatti la conferma di un anno straordinario per Piazza Affari, che si appresta a chiudere il 2023 con una crescita del 28%. Un risultato che nessun’altra Borsa in Europa riesce anche solo ad eguagliare.
La Borsa di Milano chiude il 2023 a +28%: è la migliore d’Europa
Il listino che fa meglio dopo Milano, infatti è Madrid che raggiunge un pur felice +22%. Decisamente più distaccate Francoforte, salita del 19%, e Parigi, in crescita del 16%. Molto più distaccate, poi, le Borse fuori dalla zona euro, con Zurigo che è salita del 4% e Londra appena del 3%.
Lo spread scende, con buona pace dei gufi
Da segnalare inoltre che nell’ultima seduta della settimana sui mercati telematici è continuato a scendere anche lo spread tra Btp e Bund tedeschi a dieci anni, arrivato a 155 punti base, il minino da marzo 2022. Con buona pace sui disastri – auspicati più che annunciati – che si sarebbero dovuti verificare dopo il voto sul Mes.
Le conferme delle agenzie di rating
La performance di Piazza Affari nel 2023 conferma la fiducia dei mercati nell’Italia e nella sua economia, dunque nelle scelte del governo. Non si tratta, per altro, di un dato inatteso, sebbene forse a conti fatti sia perfino superiore alle aspettative. Nei mesi scorsi, infatti, un altro importante indicatore sullo stato di salute della nostra economia e della nostra spendibilità era giunto dalle conferme del rating arrivate dalle tre maggiori agenzie: S&P, Fitch e Moody’s. Appuntamenti, quelli con il loro giudizio, anticipati dalle solite fibrillazioni non dei mercati, ma dei gufi, poi puntualmente smentiti.
I report dell’Istat su crescita, occupazione, fiducia. E la crescita delle entrate fiscali senza aumento delle tasse
Sul fronte interno, poi, è stata l’Istat a restituire puntualmente gli effetti delle misure assunte dal governo e diventate successi per l’economia italiana: dalla crescita complessiva all’aumento dell’occupazione; dal braccio di ferro con l’inflazione, combattuto con efficaci misure ad hoc alla ritrovata fiducia di cittadini e imprese. È di oggi, poi, un’analisi della Cgia di Mestre che evidenzia un altro significativo passo nel piano di rilancio dell’economia italiana e di riforma dei meccanismi che l’hanno frenata: l’aumento delle entrate fiscali senza che fossero aumentate le tasse. Anche questo è accaduto nel 2023.