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Saltata la tregua, riprende piede l’offensiva. Netanyahu: avanti fino alla distruzione di Hamas

Cronaca - di Bianca Conte - 3 Dicembre 2023 - AGGIORNATO 3 Dicembre 2023 alle 19:44

Saltata la tregua, la guerra tra Israele e Hamas prosegue senza esclusione di colpi con bombe sulla Striscia di Gaza e Hamas che lancia razzi contro le città israeliane. Nella notte, riferisce l’emittente Al Jazeera, gli attacchi aerei in corso hanno danneggiato gran parte del lato orientale di Khan Younis e ai residenti è stato ordinato con tono minaccioso di evacuare verso il lato occidentale della città o verso la città di Rafah. Mentre i mezzi blindati dell’Idf  hanno raggiunto il sud della Striscia. Poco prima, nella serata di ieri (sabato 2 dicembre ndr) il premier Netanyahu ha tenuto una conferenza stampa a Tel Aviv, nel corso della quale ha ribadito: «Faremo di tutto per riportare ostaggi a casa e distruggere Hamas». Israele, che avrebbe accettato di designare ampie safe zone a Gaza, ha avvisato i terroristi: «Andremo avanti – ha detto Netanyahu ieri sera – fino alla distruzione di Hamas».

Israele-Hamas, saltata la tregua la guerra prosegue. E Netanyahu avverte i terroristi

Gli obiettivi di Israele non cambiano, parola del premier Benjamin Netanyahu. La guerra nella Striscia di Gaza è ripresa, Hamas ha denunciato la morte di decine di persone per i raid notturni. In un quadro ad altissima tensione, le trattative per riprendere il processo di liberazione degli ostaggi è arrivato ad uno stop. Netanyahu, però, non ha modificato la sua linea: nell’agenda, il ritorno a casa delle persone rapite il 7 ottobre è una priorità come l’eliminazione di Hamas.

«Andremo avanti fino alla distruzione di Hamas»

«Faremo tutto quanto in nostro potere per riportarli a casa, faremo tutto il possibile per riportarli tutti a casa», ha ribadito il primo ministro israeliano. Ma anche «per distruggere Hamas e per essere sicuri che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele», ha detto confermando che sinora 110 persone sono state liberate, compresi 86 civili israeliani che venivano tenuti in ostaggio a Gaza. «Oggi sono con noi – ha affermato Netanyahu –. Ma la nostra missione non si può ancora dire compiuta».

Il nodo della tregua e le accuse ad Hamas: rifiutano di liberare donne e bambini

Le parole di Netanyahu sono arrivate dopo che i negoziati sugli ostaggi, arrivati a un punto morto, si sono interrotti. Il braccio di ferro tra Israele e Hamas è in stallo: gli israeliani hanno continuato a insistere per il rilascio di un gruppo di donne e di altri bambini, incontrando il rifiuto di Hamas. Non solo: all’organizzazione terroristica il premier israeliano imputa anche di aver violato gli accordi su più punti. L’intesa con Hamas, secondo quanto ricordato da Netanyahu, prevedeva la possibilità per la Croce Rossa di visitare gli ostaggi, ma Hamas – a detta del premier israeliano – si rifiuterebbe di consentirlo. «Gli ostaggi israeliani a Gaza – ha quindi tuonato – «sono prigionieri dal diavolo»…

Netanyahu: «Ora l’operazione di terra è necessaria per continuare a ottenere risultati»

Così, richiamati a Tel Aviv il capo del Mossad e il suo staff a Doha, Netanyahu conferma la ripresa delle ostilità e la linea dura. «Continueremo con la guerra fin quando non raggiungeremo tutti gli obiettivi», ha sottolineato Netanyahu durante la conferenza stampa a meno di 48 ore dalla fine della pausa nelle ostilità tra Israele e Hamas. Aggiungendo: «L’operazione di terra era necessaria», ha detto ancora il premier riferendosi alla prima fase del conflitto, prima della tregua entrata in vigore il 24 novembre e conclusasi venerdì mattina. «Ora l’operazione di terra è necessaria per continuare a ottenere risultati – ha quindi incalzato Netanyahu –. Non c’è altro modo per vincere che portando avanti la manovra di terra».

«Abbiamo ripreso i combattimenti e questa pressione andrà accentuandosi»

Il governo israeliano, dopo l’attacco del 7 ottobre, ha indicato come obiettivi il rilascio di tutti gli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza e l’«eradicazione di Hamas» che nel 2007 prese il controllo dell’enclave palestinese. «Abbiamo ripreso i combattimenti e questa pressione andrà accentuandosi», ha affermato ancora il premier israeliano, rimarcando che i combattimenti contro Hamas «continueranno fino alla vittoria».

Netanyahu: «Il Libano verrà distrutto se Hezbollah farà guerra a Israele»

E tra annunci e accuse, Benjamin Netanyahu è tornato anche ad avvertire Hezbollah. «Se Hezbollah farà l’errore di entrare in un conflitto più ampio, avrà distrutto il Libano con le sue stesse mani», ha tuonato il premier da Tel Aviv. Aggiungendo: «Stiamo operando continuamente al nord contro tutti gli sforzi messi in atto da Hezbollah per agire contro di noi. Eliminiamo cellule terroristiche. Allontanandole dal confine. Distruggendo munizioni. Continueremo con una forte deterrenza al nord e la vittoria totale al sud».

Iran: «Se Israele non si ferma, la guerra si estenderà»

E non c’è solo il Libano a contrastare la linea dura di Tel Aviv. «Se gli attacchi e i crimini di guerra del regime israeliano contro Gaza e la Cisgiordania non si fermano, c’è la possibilità che la guerra si estenda», ha dichiarato il ministro degli Esteri dell’Iran, Hossein Amirabdollahian, citato dall’agenzia Irna, nel corso di una conversazione telefonica avvenuta con l’Alto rappresentante della politica estera Ue, Josep Borrell. «Il regime sionista deve anche togliere l’assedio, permettere l’accesso all’enclave (della Striscia di Gaza) degli aiuti umanitari e mettere fine allo sgombero forzato dei palestinesi», ha aggiunto con toni duri il capo della diplomazia di Teheran.

Le ostilità riprendono: raid notturni e lanci di missili. Hamas: Basta ostaggi liberi senza il cessate il fuoco definitivo

Intanto, Israele ha continuato a colpire nella notte la Striscia di Gaza e Hamas ha lanciato razzi contro diverse città  israeliane. Israele ha affermato che due dei suoi soldati sono morti in combattimento, i primi dalla fine della tregua. E almeno sette persone sono state uccise in un bombardamento israeliano questa mattina vicino al confine meridionale di Gaza con l’Egitto, secondo il governo guidato da Hamas. Che, sul fronte dei negoziati sulla liberazione degli ostaggi – uno dei nodi cruciali del conflitto – ha rilanciato in replica alle accuse di Israele: «Basta ostaggi liberi senza il cessate il fuoco definitivo».

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di Bianca Conte - 3 Dicembre 2023