Sangiuliano ad Atreju: la mostra di Tolkien? 30mila visitatori in un mese e stavano lì a criticarmi col ditino alzato…

15 Dic 2023 16:27 - di Redazione

Una lunga avventura quella di Atreju: 25 anni vissuti – ha detto Federico Mollicone introducendo il dibattito Bentornata cultura: verso un nuovo Rinascimento italiano – “con molti di voi” e oggi lo scopo non è quello di costruire egemonie ma di “fare sintesi” tra sensibilità diverse. “Io – ha aggiunto – sono reduce dalla mostra su Berlinguer. Mi sembrava giusto esserci, e mi auguro che questo atteggiamento di rispetto sia condiviso”.

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha esordito nel dibattito parlando della mostra su Tolkien: 30mila visitatori in un mese, soprattutto giovani. “Questa è la migliore risposta ai maestrini col ditino alzato che hanno fatto le pulci sull’opportunità di fare una mostra su questo autore”.

Sangiuliano ha poi indicato qual è il muro da abbattere: ” In Italia, molto spesso, il partito più forte è il Pudpc: il Partito unico del Politicamente Corretto, che vuole imporre visioni preconcette che non sono assolutamente sottoposte a un vaglio critico e libero”. Ha quindi  spiegato che “la cultura della cancellazione è la negazione della triade hegeliana di tesi-antitesi-sintesi. La grande conquista dell’Occidente è stata avere una dialettica in cui c’è una tesi, c’è una antitesi e poi ognuno liberamente trarrà la propria sintesi”.

Il titolare del Mic sottolinea che “la civiltà italiana è stata creata da una pluralità di civiltà e la pluralità rappresenta una ricchezza culturale. Noi dobbiamo sempre difendere la pluralità, tutelando la nostra identità: perché più sei saldo e forte nella tua identità, più hai i talloni ben piantati sul terreno come dice Ortega y Gasset, più ti puoi proiettare in avanti e puoi avere una dialettica nell’incontro con chi è diverso da te e migliorare il tuo pensiero con le sue idee. A patto – avverte Sangiuliano – di essere orgoglioso della tua identità e di non nascondere le tue radici”.

Beatrice Venezi, in collegamento video, ha risposto alla domanda di Hoara Borselli su cosa sia necessario cambiare: “Veniamo da decenni di autogestione delle Fondazioni lirico-sinfoniche. Strutture di diritto private ma a finanza pubblica. Queste Fondazioni vanno riportate all’interno della gestione pubblica superando la legge Veltroni che ne modificò la struttura creando una situazione di mancanza di controllo”.  Sul tema della nuova stagione culturale che la destra ha in animo di inaugurare hanno poi preso la parola Pietrangelo Buttafuoco, Alessandro Giuli e il sottosegretario Gianmarco Mazzi.

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