“Sei donna e devi solo stare a casa a pulire e cucinare”: l’incubo di una 19enne segregata e picchiata per mesi

9 Dic 2023 19:36 - di Filomena Auer
moglie segregata

Segregata. Umiliata. Minacciata e picchiata: l’inferno che un 25enne di Palma di Montechiaro (Agrigento) ha inferto alla moglie 19enne è durato mesi. Un incubo quotidiano inflitto a suon di botte, intimidazioni e vessazioni, rivendicate nella convinzione che – come spesso l’uomo ripeteva alla giovane consorte –: «Tu sei donna e devi solo stare a casa a pulire e cucinare». Comportamenti violenti, sia fisicamente che psicologicamente aggressivi, che hanno portato i giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento a condannare l’uomo per maltrattamenti e sequestro di persona a 3 anni e 6 mesi di reclusione. Oltre che al risarcimento di 15mila euro alla ragazza, che si era costituita parte civile.

Agrigento, ha segregato, picchiato, vessato e umiliato la moglie per mesi quando era incinta: condannato il marito 25enne

Il tribunale della città ha riconosciuto il 25enne di Palma di Montechiaro, dunque, è stato colpevole di maltrattamenti e sequestro di persona. Stando alla ricostruzione che il Corriere della sera stila della vicenda, del resto, la donna non solo sarebbe stata maltrattata e sequestrata fra febbraio e settembre del 2021 – periodo in cui, oltretutto, era in gravidanza – ma il movente di tanta e tale crudeltà sarebbe legato alla ossessiva gelosia dell’uomo che alla compagna avrebbe anche «vietato di parlare della gravidanza riempiendola di botte e minacciandola. Lo ha denunciato lei. “I tuoi genitori sono zingari, tu sei diventata “signora” grazie a me”», le avrebbe persino detto tra le varie offese e percosse indirizzate contro la moglie…

Moglie segregata, il marito le impediva di uscire e metteva a guardia le sorelle-cognate

Una moglie segregata e mortificata fisicamente e mentalmente, trattata alla stregua di un oggetto senza valore e di proprietà esclusiva, su cui l’uomo rivendicava potere di vita e libertà di coercizioni da infliggere a seconda delle necessità. Come quando– racconta sempre il quotidiano di Via Solferino – la segregava in casa per mesi, tenendola chiusa sotto chiave. E con il controllo ferreo delle sorelle/cognate, trasformate in carceriere della 19enne imprigionata. A cui il marito, tanto per ribadire il concetto, impedendole di uscire, ha inferto vessazioni e privazioni, minacce e umiliazioni fisiche e psicologiche, per quasi tutto il periodo della gravidanza: «da febbraio e settembre del 2021, mesi durante i quali la vittima era incinta».

Fin quando la moglie segregata e umiliata ha trovato il coraggio per denunciare tutto

Tutto perché il marito non sopportava neppure l’idea che la giovane moglie, uscendo, potesse avere anche il minimo contatto con altri uomini. Nonostante a lei il marito ricordasse brutalmente quanto fosse, a suo dire, incapace di tutto: a partire dalla faccende domestiche. Una gelosia ossessiva e un maltrattamento continuo, quelli riservati alla moglie segregata che, alla fine, la donna non ha più voluto tollerare e che ha trovato il coraggio di denunciare. Riuscendo a evitare epiloghi ancora più tragici a cui, visto l’iter e la denuncia, non è impossibile che si potesse arrivare in una escalation quotidiana di violenze e minacce…

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